CHRISTIAN DE SICA: IL MIO FILM DI NATALE NON È UN CINEPANETTONE

Christian De Sica torna protagonista del film di Natale, ma stavolta niente grande schermo, bensì Netflix dove oggi arriva, appunto, Natale a tutti i costi. Ma a chi si aspettasse un Cinepanettone, di cui è stato il re indiscusso per più di una generazione, diciamo subito che non lo è. Diretta da Giovanni Bognetti, Natale a tutti i costi è una commedia agrodolce che parla di famiglia, dove l’attore romano mantiene in qualche modo la sua tradizionale comicità ma con una modalità che potremmo anche definire dell’età.

Carlo, il suo personaggio, è sposato con Anna (Angela Finocchiaro) con la quale ha avuto due figli, Alessandra ed Emilio (Dharma Mangia Woods e Claudio Colica) che alla soglia dei trent’anni lasciano il nido e da lì in poi dei genitori ignorano per lo più l’esistenza. Ma quando comunicano a mamma e papà che neanche a Natale staranno con loro, se Carlo accusa il colpo, Anna va in paranoia e fa di tutto per riportali a casa. Come? Fingendo di aver ereditato un’ingente somma dalla zia defunta e, in qualche modo, approfittarne per vendicarsi anche un po’. E, purtroppo, il trucco funziona. Attirati dalla possibilità di godere anche loro di quei soldi piovuti dal cielo, i due ragazzi si rifanno vivi con una sfacciataggine e una finta leziosità da dare sui nervi anche a chi guarda il film. Ma alla fina a trionfare sarà comunque l’amore. Del resto, è Natale….

Sono contento di aver fatto questo film – ci ha raccontato Christian De Sica all’anteprima del film al Cinema Barberini di Roma senza però rinnegare il Cinepanettone perché, per carità, se sto qui lo devo anche a quei film che ho fatto che mi hanno dato tanta felicità e tanto successo, però era tanto tempo che non facevo una commedia dopo tante farse”.

Eppure…

Non mi hanno più offerto di fare quei generi di film lì, ma se lo facessero, io ci andrei di corsa. L’altro giorno per esempio ho pubblicato sui miei social la locandina di questo film: ho avuto più di 1600 messaggi e tutti mi chiedevano: ‘ma quando torni a fare i Cinepanettone?’ ‘Perché non rifai Yuppies 3?’ Io rispondo che c’è un’età per ogni cosa e certe cose non le puoi più fare. Come se ad Alberto Sordi, che per carità era un genio, io sono un attore ma lui un genio, avessero chiesto di fare ‘Un americano a Roma’ a settant’anni, non lo poteva più fare. O come mio cognato Carlo (Verdone) che non potrebbe più fare ‘Un sacco bello’, perché con l’età si cambia, anche fisicamente. Se io e Massimo Boldi ci mettessimo a fare ‘Yuppies Giovani di successo’, ce sputano in faccia!”

Ma a cosa si doveva il grande successo del Cinepanettone, da essere persino rimpianto? Sicuramente al suo essere volgarotto, a volte liberatorio, pesantemente comico e, soprattutto politicamente scorretto. Oggi invece?

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Oggi bisogna stare attenti con il politicamente corretto, non si può dire più niente, e per un comico è un problema. Perché se io adesso rifacessi un film di quelli che facevo con Aurelio De Laurentiis a Natale, andrei carcerato. Pensate alle cose che non ho fatto in quei film, cose tremende. Purtroppo si ride col demonio, non si ride con San Francesco. San Francesco non fa ridere. In più si ride con la cattiveria perché il comico è cattivo, mica buono; la vecchia che casca purtroppo è una cosa brutta, però fa ridere. Per cui oggi ci sono tante commediole eleganti, ma si ride di meno, perché quei boati che c’erano qui, al Cinema Barberini, vent’anni fa, non ci sono più. Checco Zalone che ha tanto successo, è l’attore più politicamente scorretto che ci sia, gli altri invece stanno tutti abbottonati sennò non vincono il David di Donatello, il Nastro d’Argento…  noi eravamo più incoscienti, abbiamo schiacciato l’acceleratore molte volte, anche andando al di là delle cose“.

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Forse proprio per questo Christian De Sica è amatissimo anche dai giovani…

Allora, io c’ho 71 anni, non è che ne ho 24. Eppure quando vado in giro per strada mi gridano ‘a bello zio’, ‘fatte da un bacio’, ‘fatte abbraccià’, proprio ragazzini e ragazzine più giovani dei miei figli ed è una frustata di vitalità e una grande soddisfazione. E non credo che sia perché sono bravo, ma forse perché sono simpatico, non ho sovrastrutture, a volte sbaglio, e sono politicamente scorretto”.

Torniamo al tema di Natale a tutti i costi. Sposato con Silvia Verdone, sorella di Carlo, e con due figli, Brando e Maria Rosa: come ci resterebbe se si allontanassero da papà e mamma, o non resterebbero a casa per Natale, sarebbe una tragedia?

Anzi, una liberazione! Io poi sono fortunato, non ho due figli interessati, grazie a Dio. A Natale comunque staremo tutti insieme,  e non soltanto con i figli, ma con mio cognato Carlo, i suoi figli… è una cooperativa. Stiamo tanto bene insieme anche perché poi noi siamo simpatici, sia io che Carlo, quindi i nostri figli rimangono a casa, ‘ndo vanno? Si divertono molto più con noi due che fuori, no? Quindi la sindrome dell’abbandono non l’ho mai sentita, anzi, se se ne andassero un pochetto, staremo pure più tranquilli…

Un Natale affollato, quindi, come da tradizione, per Christian De Sica che al Natale, in realtà, deve davvero tanto. E al quale, oggi, chiede cose semplici ma importanti. 

Per me il Natale è un bel lavoro perché sono quarant’ anni che faccio film che escono in questo periodo, sono tanti, e sono contento di stare ancora qui a parlarne. L’augurio è che questa brutta guerra finisca al più presto, magari se sotto l’albero ci fosse un accordo di pace, sarebbe il massimo. E un po’ di tranquillità per tutti noi, che ne abbiamo bisogno, felicità e salute“.

Patrizia Simonetti

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