COSTANZA D’ALTAVILLA E IL PRIVILEGIO DEL PORTO FRANCO A MESSINA

Il 27 novembre 1198 spirava a Palermo la regina di Sicilia Costanza d’Altavillla. La celebre sovrana era la figlia di re Ruggero II di Sicilia, moglie di Enrico VI di Svevia e madre del grande Federico II.

Questa donna sarà l’ultima discendente della monarchia normanna e, andando in sposa al tedesco Enrico, farà transitare il Regno di Sicilia alla famiglia imperiale degli Svevia. Rimasta vedova per un’anno ricoprirà da regina reggente il trono di Sicilia per poi cederlo prematuramente al figlio minorenne Federico, sotto la guida di papa Innocenzo III.

Costanza era nata nel 1154 quando il padre era già morto e aveva preso il trono di Sicilia il cugino Guglielmo I il Malo. Il successore Gugliemo il Buono non ebbe eredi diretti e lasciò la prestigiosa corona alla zia Costanza.

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Il nome di questa regina e del marito si legano a Messina per un particolare privilegio che favorì ampiamente per secoli la città dello Stretto portando tanta ricchezza e potenza. Era proprio il 1197 quando Enrico VI e Costanza concessero ai messinesi il privilegio del Porto Franco. Un grande regalo alla città e al suo porto con cui permettevano piena garanzia per i traffici commerciali grazie a molteplici immunità economiche e giuridiche.

Enrico e Costanza concessero un privilegio che cambiò le sorti della Città

Si dava piena libertà di importazione ed esportazione di qualsiasi genere di merce, senza nessun obbligo di tasse e gabelle. Alla morte del marito, Costanza confermò pienamente l’importante privilegio.

Questa concessione permise a Messina di crescere economicamente e politicamente facendo del suo porto un motore propulsore per l’intera città. Questo privilegio fu confermato nel corso dei secoli ed addirittura ampliato in epoca borbonica finchè fu cancellato nel 1879 mentre il Regno d’Italia mantenne quello analogo del porto di Trieste.

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I messinesi per eternare questo privilegio fecero realizzare nel 1197 e nel 1198 due grandi lapidi in marmo di Paros ove trascrissero l’importante documento. Collocate per secoli in Cattedrale nei pressi del trono reale, furono rimosse nel 1894 e spostate sempre all’interno del tempio. Il terremoto del 1908 danneggiò le lapidi riducendole in frammenti e furono trasferite nei depositi del Museo Regionale ove rimasero fino al 2013.

Grazie all’interessamento dei cultori di storia patria Daniele Espro, Daniele Rizzo e Aurora Smeriglio furono rintracciate, fatte restaurate e ricollocate in Cattedrale dove ancora oggi si possono ammirare. Una grande pagina di storia messinese.

Marco Grassi

 

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