IL JIU-JITSU BRASILIANO, L’ARTE MARZIALE CHE APPASSIONA LE DONNE

 

C’è uno sport dove il debole può vincere sul più forte e più pesante. E’ il Brazilian Jiu-Jitsu  un’arte marziale con radici nel Judo e Ju-Jitsu giapponese dei primi del ‘900 ed influssi da sambo, lotta olimpica e catch wrestling. E’ una disciplina dove la tecnica prevale sulla forza e dove l’atteggiamento mentale conta di più della prestanza fisica.

Che l’essere piccoli non è un limite lo si impara anche a scuola studiando la storia di Davide e Golia che simboleggia la vittoria del coraggio sulla forza, in questo caso non ci sono giganti e pastori ma persone che con costanza e allenamento riescono a mettere a frutto una tecnica in grado di ribaltare i luoghi comuni.

Il gruppo è la vera forza

Come tante discipline sportive il Jiu-Jitsu Brasiliano porta avanti valori che sono fondamentali per la crescita ma anche nella vita di ogni giorno quali il rispetto, la lealtà, la correttezza e l’amicizia. Uno sport dove il gruppo è il vero punto di forza.

Lo scopo del Jiu-Jitsu Brasiliano è rendere innocuo l’avversario, tramite strangolamenti, leve articolari effettuate dopo aver raggiunto una posizione dominante. Il BJJ può essere usato come efficacissima forma di difesa personale, come sport da combattimento praticato sul tatami con kimono, anche detto Gi, senza kimono (No-Gi/Grappling ) e come uno dei fondamentali per le MMA in gabbia.

Uno sport per tutti

Uno sport adatto a tutti .“E’ una disciplina che si può adattare e a chiunque modulandolo all’età, al fisico, da noi ci sono mamme, studenti, impiegati, ragazzini. Nella nostra palestra frequentano persone da quindici anni fino oltre i 55 anni” racconta Tania Sturniolo appassionata  di sport e di BJJ. Lo sport fa parte della sua vita da tanti anni si allena anche come agonista con il Maestro Enrico Di Luise ( cintura nera BJJ ) presso il Ground Pressure Team Messina.

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Parola d’ordine disciplina e divertimento

Nella vita di tutti i giorni è una serissima dentista ma quando entra in palestra diventa una grintosa lottatrice. “Il motto del nostro team è integrità, rispetto, condivisione del sapere e divertimento. Proprio perché la disciplina, il rispetto, la gratitudine, la lealtà, accettare una sconfitta, rispettare le regole, sono valori fondamentali sul tatami così come poi nella vita”.

Una lotta dove non ci sono colpi senza calci e pugni ma che induce a migliorarsi sempre “è come una partita a scacchi, ti porta ad evolvere” ripete Tania.

“Lo sparring – spiega –  è una parte fondamentale del BJJ è la lotta con un avversario non collaborativo, diverso per peso, sesso, età, consente di mettere in pratica la propria progressione tecnica e mentale a qualunque livello. Considerando che ci si trova davanti sempre una persona diversa occorrerà adattare la propria tecnica ad infinite reazioni diverse. Questo  confronto continuo consente di uscire dalla propria comfort zone, di mettere perennemente in discussione le proprie certezze, conoscenze tecniche a qualunque livello e di far emergere i propri limiti mentali  che emergono proprio quando ti trovi in difficoltà e sotto pressione”.

Un aiuto come auto difesa per le donne

“A questa disciplina- prosegue Tania – ci si può approcciare in vari modi, sia per stare bene fisicamente perché gli allenamenti sono intensi  ma anche per fare competizioni. Inoltre può essere di aiuto per le donne come autodifesa.

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Penso che alla luce delle sempre maggiori aggressioni ogni  donna dovrebbe imparare le principali tecniche di difesa personale e il BJJ per le sue caratteristiche, penso che sia particolarmente adatto. Certo i risultati si ottengono negli anni e non dopo appena due mesi di palestra”.

Una disciplina grintosa che però non fa perdere femminilità. “Invito le donne ad uscire dagli stereotipi tipici nella nostra cultura ci sono molte donne che praticano questa disciplina sono donne che lavorano, mamme, studentesse e non perdono femminilità”.

Uno sport che invita a migliorarsi

“E’ uno sport che insegna ad avere disciplina, un aspetto che diventa importante soprattutto per i ragazzi. Si impara a non criticare l’arbitro o il compagno in gara. Insomma ad avere atteggiamenti corretti anche in gara, ad avere valori come rispetto, lealtà, correttezza, l’educazione che poi sono le regole di base di vita. Non è possibile una scorrettezza o che qualcuno faccia male ad un compagno, il tatami è tutelato e protetto dai compagni più grandi che vigilano sui più piccoli. Ci sono regole da seguire dentro e fuori il tatami. Non stimola l’aggressività, chi vuole acquisire competenze tecniche per diventare pericoloso non ci riuscirà perché queste persone vengono subito individuate e messe da parte”.

“E’ uno sport- conclude – che invita a migliorarsi, se si perde non succede nulla, basta avere costanza e magari si vincerà la prossima volta. Per questo dico che una cintura nera è una cintura bianca che non si è mai arresa, è una persona che per arrivare a quel risultato non si è mai arreso”.

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