Donne maltrattate, vittime di sopraffazioni, amori discriminati, omofobia, scontri tra genitori e figli, vite straniere alla ricerca di un futuro migliore.
Sono le “Intolleranze elementari” che la scrittrice romana Elisabetta Darida ha raccontato nel suo ultimo libro e che, presentato dall’Università di Messina, è stato fra i protagonisti a Salina, nell’ambito dell’XI edizione di Marefestival Premio Troisi.
L’interessante appuntamento, si è tenuto nella seconda giornata della manifestazione, venerdì 24 giugno, si terrà al Centro congressi di Malfa e vi ha preso parte il prorettore Giovanni Moschella.
L’impegno dell’Ateneo
Lateneo messinese ha dedicato l’ultima inaugurazione dell’Anno Accademico proprio al tema della lotta contro ogni forma di violenza, grazie alla presenza della giornalista Rula Jebreal, che ha ricevuto un dottorato honoris causa.
La suggestiva cornice del festival di Salina, del quale l’Università di Messina è stato partner istituzionale, è stata l’occasione per riflettere ancora una volta su questi argomenti trattati dall’autrice del romanzo, edito da L’Erudita, e già presentato di recente a Roma nella Galleria del Cardinale di Palazzo Colonna.
Venti racconti di chi ha subito soprusi
Si tratta di venti racconti che vedono protagoniste persone che hanno subito discriminazioni, violenze, soprusi, oppressioni, che non sono state accettate per la loro presunta “diversità”, frutto di retaggi culturali e sociali, pregiudizi, luoghi comuni.
Lì dove abitudini e convinzioni, a volte anche inconsapevoli, diventano sottili lame capaci di infliggere dolori e compromettere la serenità d’animo che dovrebbe accompagnare la vita di ciascuno di noi.
Le tante intolleranze quotidiane
“Intollerante è chi si arroga il diritto di scegliere per gli altri – ha detto la Darida – le tante intolleranze subite e inflitte quotidianamente, che scaturiscono dalla difficoltà di accettare l’altro, il più delle volte sono piccole, elementari appunto, e si infiltrano inarrestabili, nutrendosi di cliché, frasi fatte, gesti inconsapevoli divenuti abitudini o convinzioni. A volte, però, sfociano in tragedia…”.
Venti storie che si intrecciano tra loro: vicende a tratti commoventi, per altri versi ironiche, divise tra tragico e comico ma unite da un comune denominatore narrativo: far riflettere il lettore sul rispetto dell’individuo, sulla necessità di un amore che deve poter essere libero, senza se e senza ma.
Un contributo particolare quello offerto dalle “intolleranze elementari” di Elisabetta Darida, ma ritenuto molto interessante dall’attento pubblico di MareFestival Salina Premio Nazionale Massimo Troisi.