“INSEGNO ALLA GENTE A SAPER BERE” DEBORAH SANTORO E LA SUA VITA DA BARTENDER

Campionessa regionale, nazionale e figlia di uno dei nomi più noti del mondo dei bartender, Deborah Santoro ci svela segreti e passioni della sua professione.

“Già da quando avevo 8 anni mi portava nei vari eventi, gare mi metteva accanto a lui ed io aggiungevo la carota di rosa sui cocktail. È stato proprio lui a farmi venire la passione per questo mestiere. È nata così. Mio papà è stato fondamentale nel mio percorso”.

Inizia così la chiacchierata con Deborah Santoro, promessa dei bartender italiani e figlia d’arte del famoso barman Nino Santoro inventore dell’iconico ed inconfondibile cocktail Saigon. Le prime parole di Deborah sono tutte dedicate a suo padre. Un rapporto bellissimo fatto di amore e di condivisione della loro passione più grande trasmessa di padre in figlia nel corso degli anni e che via via si è concretizzata diventando anche il lavoro di Deborah.

Nonostante la giovane età, vanta già 15 anni di carriera. Un percorso faticoso ma pieno di soddisfazioni. Tutto è iniziato a Messina, la sua città natale

“Lavoro da quando avevo 14 anni. Ho studiato all’Istituto alberghiero Antonello di Messina, mi sono subito appassionata alle materie. Finito questo, ho girato un po’ per iniziare a fare le mie esperienze lavorative, a partire dall’isola di Salina, a seguire Filicudi e poi tornata in città ho iniziato a lavorare con mio papà in un locale, sempre a Messina. Questo per circa tre anni. Lavorare accanto a lui è stata una grande esperienza, ho imparato molto”.

Ma se torniamo indietro di qualche anno capiamo cosa ha colpito e affascinato la bartender sin dalla sua infanzia negli eventi in cui accompagnava il padre. Si sentiva partecipe ed ha capito una nozione molto importante che tutt’ora si porta nella preparazione dei suoi cocktail:

“Mi piaceva tanto vedere tutti i colleghi uniti, scambiarsi idee, lavorare insieme. Mi affascinava vedere tutto ciò e mi trasmettevano passione. E poi volevo insegnare alla gente a saper bere bene, capire cosa c’era nel loro bicchiere. Proprio perché c’è una cultura dietro il mio lavoro e lo faccio per far stare bene le persone”.

I Concorsi

Nella sua carriera è riuscita ad entrare, prima nell’associazione AIBES (Associazione Italiana Barmen E Sostenitori) con la quale, attraverso lo svolgimento di alcuni esami, ha ottenuto l’attestato di aspirante barman. Nel 2020 poi ha deciso di passare in un’altra importante organizzazione del settore l’A.B.I. (Associazione Barmen Italiani) seguendo la strada del padre. Una parte importante della vita di Deborah è dedicata ai concorsi, ha partecipato a tantissimi eventi piazzandoti sempre nelle prime posizioni. A 12 anni la mia prima gara

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“Amo partecipare ai concorsi, conosci molte persone e riesci a confrontarti con i colleghi che hanno la tua stessa passione. Cresci molto vedendo nuove cose e facendoti nuove idee. Ho vinto un paio di regionali. Nel 2018 ho trionfato in un altro regionale, andando di conseguenza a gareggiare al nazionale. Lì ho vinto nella categoria Mocktail e ho fatto lo spareggio per il mondiale posizionandomi quarta ma prendendo il punteggio più alto nella tecnica, nel gusto e nell’aspetto”.

Dopo quest’esperienza Deborah Santoro decide di partire alla volta dell’Inghilterra per perfezionare la lingua inglese e per conoscere nuovi ingredienti, sapori, liquori e tecniche. Ha lavorato per tre mesi a Southampton e dopo poco tutto si è interrotto a causa dell’arrivo del Covid. Torna in Italia, e continua a vincere.

Il concorso A.B.I. Regionale Professional con il suo cocktail Mabù e si posiziona al primo posto anche nella competizione “Umberto Caselli”. Arriviamo a fine aprile 2022 e Deborah viene selezionata per il concorso “Lady Drink” volando così a Rimini:

“Ho inviato la mia ricetta e sono stata chiamata. Non avevo mai partecipato ad un evento di questo tipo. È stata una bellissima esperienza, forse una delle più belle a cui sono stata. Sono arrivata sul podio in terza posizione”.

La vita da Bartender

Quali sono le qualità che deve avere un bartender?

“Ci vuole tantissimo studio, devi conoscere movimenti, ingredienti, gli homemade, saperci fare con i clienti e grande passione soprattutto. Deve batterti il cuore nel fare questo mestiere, come tutti. E secondo me è importante non sentirsi mai arrivati, questo ti da la spinta per andare sempre meglio”.

Spiegaci come si svolge il tuo lavoro?

“C’ è una preparazione dietro in base a cosa vai proporre, si collabora con i colleghi prima di iniziare. Poi con la classica domanda secco o dolce, riesco a capire cosa vuole il cliente e ad accontentarlo sempre. Anche se non preferisce un ingrediente cerco di inserirlo in modo tale da farglielo scoprire e gustare al meglio. Le nozioni di base pertanto sono fondamentali”.

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La sua bravura dipende dalla sua professionalità e competenza, la sua tecnica preferita è la mano libera. Riesce a dosare perfettamente tutti i liquori nel modo giusto e creare dei cocktail che entusiasmano la sua clientela. Una capacità che in pochi hanno e lei grazie all’aiuto del padre, è riuscita ad acquisirla.

“C’è anche mio papà nei miei cocktail”

Qual è il tuo cocktail del cuore? E quello che ami preparare?

“Il mio cocktail del cuore è l’americano che rivisito con il pepe rosa pestato, poco vermut, Campari soda e fettine di limone. Lo preferisco amaro e profumato. Quello che invece mi piace preparare maggiormente invece è l’Hemingway Martini con accompagnamento di olive. Preparo molto volentieri anche l’iconico Saigon di mio papà, spesso anche nella mia rivisitazione con un liquore al frutto della passione. L’abbiamo creato insieme e si chiama Pink Passion. Riscuote un grande successo tra i nostri clienti”.

Ci vuole sempre tanta fatica per raggiungere i propri sogni, che consiglio ti senti di dare ai giovani che come te iniziano ad affrontare questo mestiere?

“Sicuramente studiare e subito dopo la gavetta è la prima cosa. Si inizia dal lavare i bicchieri, a sistemare la sala, se è quello che si ama si va dritti fino a quando si arriva al proprio obiettivo. Senza mollare mai la presa. Conoscere le nozioni è molto importante, sulle calorie, allergie, gli agrumi, gli attrezzi dal lavoro che usiamo, le tecniche di movimento. Ci sono tante materie e libri da studiare, sin dall’inizio”.

In questo momento Deborah Santoro è impegnata a far gustare i suoi cocktail alla clientela di un resort a Pollina, in Sicilia, ma promette che presto tornerà in Inghilterra per continuare la sua esperienza ed imparare sempre di più.

Mariacristina La Rosa

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