L’ultima serata del Festival di Sanremo si trasforma in una passerella in cui nulla è lasciato al caso, tra look memorabili e scelte che sarebbe stato meglio lasciare nell’armadio. Chi ha vinto la sfida glamour, chi è stato “di rottura” e chi, invece, ha perso l’occasione di lasciare il segno.
LE PAGELLE E I VOTI AI LOOK.
Noemi perfetta in stile power ‘80s. La trasformazione è servita: via il classico glamour hollywoodiano, spazio a un red carpet anni ‘80 con spalline imponenti e silhouette scolpita. Un colpo da maestro. Voto: 10/10.
Achille Lauro e Alessia Marcuzzi, quando l’iconico incontra l’iconico. Se vestirsi di Dolce & Gabbana è sempre una scelta sicura, loro lo fanno con il giusto magnetismo. Lui etereo e androgino, lei impeccabile nel suo tubino rosso. Un abbraccio che è già cult. Voto: 10/10.


Coma Cose e Lucio Corsi: lo spettacolo nello spettacolo. C’è chi si veste per il Festival e chi trasforma il palco in una passerella di teatro avant-garde. Teatrali, stilosi, anticonformisti: portano a casa il massimo. Voto: 10/10.
Elodie, diva con un tocco noir. Hollywood chiama, lei risponde… ma con un twist dark. I guanti sono ormai il tormentone fashion di questo Sanremo, e ovviamente non poteva mancare la sua versione: glamour, sofisticata, con un accenno di mistero. Voto: 9/10.
Rose Villain, eroina manga. Beauty look da urlo con maxi coda blu trasformata in un’opera d’arte. L’abito? Dark-sexy e perfettamente in linea con la sua estetica. Originale e fuori dagli schemi. Voto: 9/10.
Irama e il total look Balmain: boss move o esagerazione? I blazer strutturati sono la sua comfort zone, lo rendono imponente, ma forse rischiano di sovrastarlo un po’. Il suo stile resta comunque inconfondibile. Voto: 8/10.


Francesco Gabbani e Brunori Sas: classe e carisma senza sforzo. Gabbani con il suo blazer e il tulipano immancabile ci ricorda che l’attitudine vale più di qualsiasi accessorio. Brunori Sas, invece, ci porta nel suo mondo poetico con un maxi papillon di seta. Due look azzeccatissimi. Voto: 8/10 per entrambi.
Tony Effe, l’eleganza incontra il lato wild. Il completo strutturato ha il giusto carattere, spalline decise ma non eccessive. E la collana di tatuaggi che sbuca dalla scollatura è il dettaglio vincente. Voto: 8,5/10.


Clara e Olly, la rivoluzione pastello. L’azzurro baby continua a dominare e loro ne sono i migliori ambasciatori. Delicati ma d’impatto, spezzano il dominio dei toni scuri. Voto: 7/10 per Clara, 8/10 per Olly.
Simone Cristicchi, tra nostalgia e sperimentazione. Porta un inno floreale sul palco, con citazioni iconografiche sanremesi che possono non piacere a tutti, ma che si fanno notare. Voto: 7/10.


Willy Peyote e il minimalismo vincente. Niente cravatta, niente fronzoli: la camicia sbottonata gli dona libertà di movimento e finalmente sembra a suo agio. Semplice ma efficace. Voto: 7/10.
Kekko e I Modà, fuori sincrono tra outfit e canzone. Vestiti in total Fiorucci, portano una ventata di colore sul palco, ma il contrasto con il mood malinconico del pezzo è forte. Più coerenza avrebbe aiutato. Voto: 6/10.


Francesca Michielin, un passo avanti e due indietro. Il bustier rosa cipria? Perfetto, esalta i suoi colori e regala un tocco bon ton. Ma quei pantaloni scuri abbassano l’asticella del look. Un po’ di audacia in più e sarebbe stato un successo. Voto: 6/10.
Sanremo si chiude, ma il dibattito sugli outfit è appena iniziato. Chi è stato il vero vincitore di stile di questa edizione?


