ALESSIO BONI PROTAGONISTA DELLA NUOVA SERIE RAI ‘IL METODO FENOGLIO’

Alessio Boni è il protagonista de Il metodo Fenoglio, la nuova serie Rai al via lunedì 27 novembre, tratta dalla trilogia letteraria Il Maresciallo Fenoglio di Gianrico Carofiglio (Giulio Einaudi editore) diretta da Alessandro Casale, già regista di Un Professore.

Il racconto ci riporta ai primi anni Novanta. Siamo a Bari, c’è una grande escalation criminale, la mafia si organizza anche lì anche se non tutti se ne rendono conto. Lui sì. Il maresciallo piemontese Pietro Fenoglio, esponente di spicco del Nucleo Operativo dell’Arma dei Carabinieri che viene dl Nord, percepisce bene che la criminalità locale non è più composta da un manipolo di bande rivali, ma che si può parlare di cupole, affiliati, famiglie e affini. Proprio come in Sicilia, dove Cosa Nostra compie stragi che scuotono l’intero Paese.

Pietro Fenoglio ha anche un altro grande pregio: il suo metodo. Da cui il titolo dell serie. Eppure, diventare un carabiniere e uno scaltro investigatore, non era propriamente nei suoi piani giovanili. “È un uomo che diventa carabiniere per caso – ci racconta Alessio Boniavrebbe fatto lettere probabilmente, ma il padre, appuntato dei carabinieri, lo iscrive a un concorso dell’arma, morendo a soli 15 giorni della data dell’esame del figlio. Così Pietro va e lo passa. E scopre un istinto investigativo che non avrebbe mai immaginato di avere, gli piace il cavillo, districare la matassa. Malato della verità, va alla ricerca dell’indizio, non crede alle coincidenze, è uno che è sempre sul pezzo, anche quando ha le giornate libere che dovrebbe stare con la sua compagna Serena”.

A chi ti sei ispirato per interpretarlo?

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“Ho fatto un mix tra il nostro Giorgio Ambrosoli, che purtroppo è stato ammazzato dalla mafia, che spaccava il capello in quattro, una via di mezzo tra un Maigret e Sherlock Holmes. Ho studiato anche Morgan Freeman in Seven, meraviglioso detective accanto a Brad Pitt e Kevin Spacey…”

Qual è esattamante Il metodo Fenoglio?

A Fenoglio non piace prendere il colpevole e metterlo alla berlina, detesta la violenza, la pistola non gli piace. Il suo metodo è l’empatia nei confronti delle persone, anche se sono dei criminali, anche se hanno compiuto un gesto efferato, lui vuole capire come si arriva a quel gesto, il perché. E può sembrare strano, ma il malavitoso questo codice d’onore lo riconosce e si apre. Mi è piaciuto molto come lo ha scritto Carofiglio“.

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La serie racconta molto del reale. Assistiamo ad esempio all’incendio doloso del Teatro Petruzzelli, cuore pulsante della città di Bari, e la tensione sale alle stelle: agguati, uccisioni e casi di lupara bianca creano un clima di terrore che rende impossibile la vita in città. E Fenoglio non riesce a decifrare le ragioni di quell’esplosione di violenza senza precedenti. Fino a quando non emerge un fatto inatteso e sconvolgente: il figlio di Nicola Grimaldi, il boss più potente e spietato del territorio, è stato sequestrato.

Alessio Boni è sostenuto da un cast degno di nota. A cominciare da Giulia Bevilacqua che interpreta la sua compagna Serena, brillante ed estroversa, dotata di senso dell’umorismo e capace di farlo sorridere anche nei momenti difficili. E poi Giulia Vecchio che è il sostituto procuratore Gemma D’Angelo, scontrosa e carismatica al tempo stesso. Paolo Sassanelli, il suo secondo Pellecchia, sbirro vecchia maniera i cui modi spicci si scontrano con l’atteggiamento legalitario di Fenoglio. E ancora Franceco Centorame, Francesco foti, Bianca Nappi, Michele Venitucci, Marcello Prayer.

Patrizia Simonetti

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