ANCHE SU INSTAGRAM PER TUTTI SONO SEMPRE ZIA ANGELA

Metti insieme la passione per la cucina e per l’arte del ricevere, mescola con una buona dose di senso della famiglia e aggiungi un pizzico di sana ironia. Ecco che nasce il social blog “Zia Angela”, della  messinese Angela Mondo, approdata su Instagram un po’ per gioco e soprattutto per condividere il suo sapere in cucina. “Non sono un’esperta o una masterchef- tiene a precisare- ma mi piace condividere la mia passione con tutti quelli che mi seguono”. Zia Angela si è raccontata a noi di Me Style.

“Casa nostra è sempre stata un luogo accogliente e, quando sono diventata adulta quel piacere di ricevere e far sentire a casa propria gli amici è proseguito diventando un’abitudine. E così anche per gli amici dei miei nipoti prima e di mia figlia poi. Per tutti sono sempre stata La Zia Angela, quella delle braciole, del “mi insegni come si fa”, dei ricevimenti, del “mi dai la ricetta” e “pensi tu al centro tavola”, del frigo pieno e del “dove si mangia in 3 si mangia in 4. E se poi siamo 15 fa lo stesso!”

Esordisce così Angela Mondo, la zia delle braciole rigorosamente messinesi

“Perché stare insieme è un privilegio- dice- è una gioia che sa di condivisione, di calore, di famiglia. Ed è uno dei piaceri dei quali non saprei privarmi. Ma del resto, perché dovrei? La scorsa settimana, su due piedi, è nata questa idea dell’account. Una sorta di social blog dedicato al ricevere, alla cucina e le buone maniere. In nome di quella stessa condivisione, e del desiderio di creare un ricettario e un diario di regole per l’accoglienza che sono fondamentali tanto quanto mettere in tavola prelibatezze. Per me, un pasto è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e tutti vanno soddisfatti: l’ambiente deve essere organizzato in modo da essere adeguato ad accogliere, la mise en place coerente con il concept del menu; i piatti buoni ma anche belli, cucinati con gli ingredienti appropriati e serviti nei piatti e le stoviglie adeguati, accompagnati dal beverage corretto. No, non sono un’esperta, una aspirante masterchef e neanche una designer e non ci penso proprio a passare per una persona che si prende troppo sul serio: sono una nonna, una mamma e, chiaramente una zia, che, semplicemente, prova a fare le cose al meglio seguendo piccole regole che oggi spesso sembrano accessorie o addirittura ignote”.

Cosa si prova a passare dalla cucina a Instagram? A condividere con il pubblico del web quelle che poi sono le cose di tutti i giorni, dalle braciole al piacere del ricevere?

“È una sensazione gradevolissima. Perché hai un riscontro diretto e un confronto con un gruppo di persone che condividono la tua stessa passione e con cui, possibilmente, si crea uno scambio di idee e ingredienti per personalizzare le pietanze.

Per il resto, faccio quello che ho sempre fatto: spesa, cucino, sperimento, apparecchio ogni giorno con la stessa cura, anche se è una colazione su tovagliette americane. Non esiste servizio buono e stoviglie da tutti i giorni, corredi, porcellane e calici da tirare fuori solo per le grandi occasioni. Ogni giorno, prima di mettermi ai fornelli, chiedo “Chi c’è a pranzo/cena?”; qualche coperto dell’ultimo momento da aggiungere c’è sempre. E chi viene senza preavviso (e sono in tanti) lo fa perché si sente di famiglia. E la famiglia non ha bisogno di invito e ingressi con la fanfara.

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Ogni giorno è una grande occasione! I primi ospiti da coccolare, viziare, siamo noi. Sono mia figlia, mia nipote, mio genero, i miei consuoceri, le sorelle, i nipoti e gli amici.  Si usa tutto, il martedì come la domenica.

L’arrivo sui social non ha spostato di una virgola le mie abitudini. Solo, ogni tanto, durante la giornata, spunta qualcuno dietro di me, armato di lampada e fotocamera, e la cucina si trasforma in un piccolo set, mentre – semplicemente – faccio quel che per me è normale: preparo.

Per inciso, però: ecco, proprio le braciole sono il frutto di una ricetta segreta che non rivelerò mai. Al netto della procedura e degli ingredienti base, poi ci sono quei piccoli quid personali di cui sono troppo gelosa”.

Cosa si aspetta da questa presenza in questo per lei “nuovo mondo”?

“Mia figlia mi chiedeva da tempo di realizzare un ricettario da tenere in casa. Ma gli impegni di tutti i giorni mi lasciano sempre poco tempo per dedicarmici.

Fino a quando, all’ennesimo appunto scritto su un foglio e mandato su whatsapp ad amici che si sono fermati a cena, è stata lei a dirmi: “Basta con questa catena di Sant’Antonio. Apriamo un profilo e buttiamo tutto dentro così non perdiamo nulla e riesci a raggiungere chi vuoi in tempo reale.

Ecco, tendenzialmente mi aspetto questo: poter condividere quel che mi piace. Anche perché nell’era di impiattamenti che sembrano opere d’arte e innovazioni da cucina molecolare, in cui tutti si approcciano ai fornelli aspirando a diventare novelli Masterchef, la base spesso viene tralasciata da chi autonomamente si approccia alla cucina…senza basi. Ottimo saper riprodurre la capasanta marinata, con rape, tuorlo d’uovo e consommé di patata arrosto di Chef Tesse, ma la pasta e patate la sai fare? Ecco, io sono solo una zia di mezza età che dice ai suoi nipoti come prepararla e come portarla su una tavola correttamente apparecchiata.

Cosa le ha detto la gente che ha iniziato a seguirla? Cosa si aspetta secondo lei?

“Ricette! La parte legata alla cucina è quella che desta certamente più interesse. E le dico che ho accolto con sorpresa questo interesse. Molti sono colleghi, amici o amici dei miei ragazzi, ma tante sono persone che nessuno di noi conosce e che, magari, mi hanno trovata per un hashtag messo al posto giusto. Anche la sua attenzione mi ha lasciata di stucco: ci sono professionisti e influencers di lungo corso che fanno queste cose come e meglio di me. Ma evidentemente, il fatto che io sia una persona comune, ovviamente senza alcuna velleità, ha un suo fascino. Probabilmente ha a che fare con il senso di fiducia che ispira la mamma (o la Zia!) a cui chiedere consigli. E poi c’è il classico “Ma mi inviti a pranzo?”.

Qual è il segreto (anzi i segreti) in cucina ed in casa per avere successo? Da cosa bisogna partire

“Io ho tre ingredienti di base che non faccio mai mancare, neanche quando preparo un toast: buona materia prima, metodo e cuore. Non è retorica. Il prodotto deve essere di qualità. Una delle poche cose su cui non si deve lesinare nella vita è proprio questo. E si deve avere un rapporto di fiducia con i propri fornitori, prediligere il km0 e, se poi si ha un orto, metà del lavoro è fatto.

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Non bisogna andare a casaccio, occorre avere le idee chiare su cosa si vuol fare, quando si inizia. Mantenere ordinato e pulito attorno a sè quando si sta preparando. E pensare a metterci amore. Cucino per le persone a cui voglio bene. A me riesce facile farlo con tutto il sentimento”.

Fa tutto da sola? L’aiuta qualcuno?

“Mia figlia cucina. Le piace molto e lo fa anche lei con passione. Ma è più da riduzioni, sperimentazioni e fusion. Ci confrontiamo e facciamo dei mix. Lei bada molto alla forma io do priorità alla sostanza. Lo stesso vale per le mie sorelle. Ciascuna di loro ha affinato una capacità ai fornelli che tipicizza con il proprio stile. E nella nostra chat di famiglia (ovviamente anche noi abbiamo la nostra) è tutto un trionfo di ricette, foto di mise en place e consigli. Per il resto, sì: faccio la spesa, preparo e rigoverno. Da sola!

Come nascono le sue ricette? Si ispirano a qualcosa?

“In primis dipende da cosa propongono di fresco i miei fornitori. Qual è il pescato del giorno, che taglio di carne ho comprato, quali sono gli ortaggi e la frutta di stagione. E poi mi lascio ispirare da frigo e credenza e dalla cucina tradizionale, pur dandole un taglio personale. Ma da quando sono nonna, a dettare le regole è per lo più mia nipote che non di rado ha desideri da soddisfare (e quasi sempre sono legati a pasta, pesce, cavolfiore e broccoli)”.

Guarda in tv “i suoi colleghi”? Chi le piace e cosa ne pensa di questo fenomeno, ormai consolidato, dei programmi di cucina e dell’arte del ricevere?

 

“Devo dire che, soprattutto, amo leggere e collezionare libri di cucina, ricettari, opuscoli, raccolte.  Ovviamente sono anche una spettatrice di programmi e reel di questo tipo, da sempre. Prendo nota o mi ritrovo a parlare con lo schermo dissentendo su alcuni contenuti. La verità è che è ciascuno ha il proprio stile. Ed è fondamentale conoscere le regole…anche per stravolgerle”.

E se le proponessero di fare un programma accetterebbe?

“Non è una mia aspirazione. Ma sono anche una persona che non teme le esperienze nuove. In ogni caso, qualunque cosa piombi nella mia vita, ho il piacere e l’abitudine di condividerla con la mia famiglia perché mi aiutino a valutare, con il loro punto di vista (inevitabilmente diverso dal mio), aspetti che magari a me sfuggono. E altrettanto loro fanno con me. La scelta di condividere le decisioni è una cosa che ci caratterizza”.

E un libro invece? Lo farebbe? Cosa ci metterebbe?

“Ecco questo già un passaggio che affronterei con meno perplessità iniziali anche perché, da par mio, dovrei pensare ai contenuti ma poi ci sarebbe un lavoro di editing di chi ha una cognizione di causa che a me manca. Ma indubbiamente, anche in quel caso, valuterei i pro e i contro con i miei consiglieri di fiducia: la mia famiglia!”

 

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