Ceramiche ingobbiate policrome e grandi dipinti dialogano con rami, tronchi, terra dei peloritani all’interno del percorso creato da Francesca Borgia, verso la convivialità perduta fra natura ed essere umano.
Sono un irregolare
che misura lo spazio intorno
raccolgo umori e segni
quelli che disegnano il mio paesaggio
cammino in terra estranea
ricompongo fratture e
traiettorie di tempo
porto domande
e con o sguardo in movimento
mi adatto al suolo che calpesto.
Francesca Borgia è un artista messinese con la voglia di parlare della sua città e di farne emergere aspetti sia positivi ma soprattutto negativi per poter chiedere aiuto alla collettività per gridare al cambiamento necessario.
Per questo, all’interno di una casa editrice storica di Viale San Martino, il 2 ottobre ha inaugurato a Messina la mostra dal titolo “Grammatiche Urbane” in ricordo del momento drammatico del 1 ottobre 2009 a Giampilieri.
“Grammatiche Urbane” é una riflessione amara ma anche speranzosa sul sacrificio della bellezza a favore della modernità, dell’apparente funzionalità, del cosiddetto “volano dell’economia” della sua città.
Un percorso sensoriale che Francesca Borgia propone nelle 5 stanze/installazioni, attraverso i quali mette in scena la sua idea della città con una speranza di cambiamento riconciliandosi con un’altra dimensione. Le prime due sale sono dedicate ai disturbi visivi che impediscono la vista del paesaggio, e si traducono in cemento, caldaie, staccionate, ad esempio sono presenti i calchi di tombini. La Borgia ha realizzato una sorta di mappatura dove ogni fermata fa vedere una bruttura che ti viene incontro girando per la città. Disagio anche per bambini, anziani ma soprattutto disabili, come le scale che impediscono l’accesso normale alla viabilità.
Nella seconda stanza campeggia una Sicilia “bucata” completamente svuotata nel sottosuolo, indica il mal funzionamento della politica siciliana e di come non abbia mai frenato l’impoverimento del suolo, poi tombini otturati, lucchetti, parabole, serrande chiusi sintomo delle aziende in difficoltà collegandosi al discorso della migrazione, soprattutto giovanile. La mostra è un riflettere continuo su diverse problematiche che ogni giorno vediamo.
Verso il cambiamento
Nel terzo ambiente invece le ricchezze di Messina. A partire proprio dal mare che ci circonda, con tutte le sue proprietà, spesso ostruito alla vista dalle tante costruzioni. Ritornare a percepirlo come nostro, un bene da tutelare, è fondamentale. La Borgia invita pertanto la cittadinanza ad essere attiva e consapevole del modo in cui poter cambiare le cose e di metterle in pratica collettivamente. Insieme si può.
La quarta stanza è dedicata ad un altro bene cittadino, la terra. I colli, i monti, le foreste ormai deturpate dal comportamento selvaggio dei cittadini come fosse una discarica. Per cui la presenza di terra prelevata dai monti peloritani inserita nell’allestimento. Il ritorno alla natura, quella pulita e capace di rigenerare è quello a cui si dovrebbe puntare. La ricchezza è il vero contatto con la natura.
L’ultima stanza è quella della riconciliazione con la vera natura. Uno spazio naturale, dove l’uomo ha la possibilità di convivere con la natura. Ad esempio l’elaborazione dei nidi fanno riferimento alla vita che c’è nel sottosuolo che va rispettata e protetta come un grembo materno che racchiude e accoglie. Segnalando l’importanza della biodiversità.
“La direzione verso cui dobbiamo dirigerci è quella di tutelare, rispettare, non sprecare, pensare alla reciprocità. Parole che devono tornare al centro della nostra vita. Questa mostra vuole essere un mio contributo, per cercare di sensibilizzare i giovani ed aiutarli attraverso la nostra esperienza”.
C’è un po’ di amaro in bocca tra le sue parole e opere, una voglia di tornare a quel passato in cui la città era fiorente e di trasportarlo in un futuro per accogliere al meglio le prossime generazioni senza portare avanti il fenomeno dello spopolamento, ormai divenuto prassi.
L’evento è coprodotto dalla Cooperativa Sociale Trapper, dalla fondazione architetti nel Mediterraneo e da l’ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Messina. Sarò possibile visitarla fino al 30 ottobre tutti i giorni dalle 17 alle 20,00, V.le S. Martino, 296 Messina.
Mariacristina La Rosa