A CATANIA DAI SIMBOLI DELLA SICILIA NASCE LA “PELLE BIO” PER LA MODA

C’è una startup tutta siciliana che ha creato un materiale bio alternativo alla pelle animale usando solo gli scarti delle arance e delle pale di fichi d’India. Partendo dal sottoprodotto di due simboli della Sicilia che ricordano il sole e i paesaggi immersi nella natura, è possibile creare un materiale green per realizzare borse, scarpe, interni per auto e pezzi di arredamento rispettando l’ambiente.

Fondatrice è Adriana Santanocito, al suo secondo brevetto su materiali tessili. Catanese, studi di fashion design a Milano con specializzazione in nuovi materiali tessili e tecnologie per la moda sostenibile. Nel cuore ha la Sicilia tanto da voler puntare proprio sulla sua terra per lo sviluppo di Ohoskin la startup innovativa nata nel 2019 che produce una pelle alternativa. Con determinazione porta avanti un progetto che guarda all’innovazione e alla sostenibilità. Nel 2020 Ohoskin ha sottoscritto accordi con i fornitori di arance e fichi d’india in Sicilia e con un’azienda storica in Lombardia, nel 2021 è iniziata la produzione. Nel 2022, la startup ha iniziato un processo di sviluppo industriale, coinvolgendo partner di filiera internazionali.

 

Arance e pale di fichi d’india, connubio perfetto

L’idea è di riutilizzare e valorizzare il sottoprodotto, che sarebbero poi gli scarti di arance e fichi d’India che l’industria alimentare e quella cosmetica producono ogni anno in Sicilia, per trasformarle in un materiale bio-based di alta qualità. “Il materiale finito- spiega Adriana Santanocito – ha l’aspetto di una pelle sintetica tradizionale, identico come lavorabilità e applicazioni e si può applicare nello stesso modo con cui si applica la pelle animale quindi per borse, scarpe, divani, interni delle auto, sedili, l’unica differenza è che si tratta di un prodotto vegano e soprattutto ha un impatto ambientale minore”.

LEGGI ANCHE  SAPORI SICILIANI: LA TORTA DI 30 KG DEL MESSINESE GIUSEPPE ARENA "APRE" CASA SANREMO

 

Valorizzare due simboli della Sicilia

“Questo materiale – prosegue – nasce dalla volontà di rispondere a esigenze di una fascia di consumatori che vogliono andare verso scelte di vita diverse, non vogliono più utilizzare la pelle animale. Non solo, essendo nata in Sicilia ho voluto dare in qualche modo valore a questa terra e in particolare ai suoi frutti che più la rappresentano come le arance e le pale di fichi d’India, insieme formano la ricetta perfetta”.

Una pelle che rispetta l’ambiente

Oltre all’intenzione di valorizzare due eccellenze siciliane c’è anche la volontà di realizzare un prodotto in un’ottica green: “le lavorazioni di arance e fichi d’India- prosegue – ogni anno producono più di 1400 tonnellate di scarto. Un sottoprodotto che ha un volume molto ingombrante che se non fosse in qualche modo recuperato, rappresenta un costo per le industrie di trasformazione”.

LEGGI ANCHE  LA SICILIA NEI MERCATI ESTERI GRAZIE ALL'ACCORDO SICINDUSTRIA/ALIBABA.COM

 

Borse, scarpe, interni per auto, il tessuto alternativo fa tendenza

La pelle bio può essere utilizzata per articoli di pelletteria in particolare borse e scarpe ma anche per divani, poltrone, materiali di lusso ma rispettosi dell’ambiente: “in questo momento- aggiunge-  stiamo facendo dei test con brand di accessori moda, di automobili e arredamento. Si tratta di brand italiani che vendono in tutto il mondo. Negli ultimi anni c’è la tendenza da parte dei brand di abbigliamento ma anche di quelli delle automobili a ricercare tessuti alternativi ma che siano soprattutto sostenibili, oggi se non sei sostenibile sei fuori dal mercato”.

Scommettere sul territorio per creare occupazione

Con la pelle alternativa Adriana Santanocito punta anche sul territorio e al suo sviluppo economico. Lavorando sodo e con tanta determinazione è già riuscita a raggiungere importanti risultati ed a creare occupazione: “oltre me e il mio socio, nella startup ci sono due persone che abbiamo assunto grazie ai contributi della Regione Siciliana con il progetto di garanzia giovani e altre due che probabilmente al termine del tirocinio entreranno in azienda, questo mi dà orgoglio e felicità perché in qualche modo sono riuscita a creare occupazione nel territorio. Il progetto per il futuro è sicuramente di entrare nel mercato, è il primo obiettivo entro quest’anno”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
SEGUICI SUI SOCIAL

IN EVIDENZA

PIÙ RECENTI

PIÙ LETTI