VI RACCONTO LA STORIA DI “PER CHI” UN SUCCESSO DA 50 ANNI

Una melodia che ha fatto innamorare generazioni, riprodotta dalle voci più belle al mondo. Compie 50 anni “Per chi”,  la versione italiana di “Without you”. Uno dei successi dei Gens, mitico gruppo messinese che negli anni Settanta ha spopolato in tutta Italia e nel mondo scalando le classifiche musicali. I Gens ovvero Filiberto Ricciardi, Pippo Landro, Ettore Cardullo, Gilberto Bruno e Pino Salpietro a cui poi si aggiunse Mauro Culotta di Genova, avevano già conosciuto la notorietà con “In fondo al viale” il loro primo successo. Nel 1972 con “Per chi” vinsero il  Cantagiro e furono primi nella categoria dei complessi al Festivalbar. A ricordare quel tempo Pippo Landro, uno dei componenti della band che dopo lo scioglimento del gruppo ha continuato la carriera come produttore di cantanti famosi, un nome su tutti: Gloria Gaynor, regina della disco music

Dal dolore per l’amico al grande successo

Ogni canzone ha una storia particolare e anche “Per chi”  non è da meno. Era arrivata ai Gens in uno dei periodi più bui del gruppo. Due anni prima mentre erano in tournee, in un terribile incidente stradale, in provincia di Brescia perse la vita Gilberto Bruno, il chitarrista del gruppo. Fu un fulmine a ciel sereno. “Restammo molto colpiti, ricorda Pippo Landro, avevamo 20 anni, tornammo a Messina, non volevamo continuare a suonare”. Nel 1972 arrivò una proposta inattesa: “Ricordo che fui contattato tramite amici da un discografico della Polygram mi parlò di una canzone di Harry Nillson dicendomi che il brano era bellissimo ed adatto alla voce Filiberto Ricciardi, il cantante del gruppo. La versione italiana era di Pace, Panseri, Pilat. All’epoca si usava molto fare le cover dei pezzi stranieri. Ascoltammo il brano, subito ci parve fortissimo”.

Un brano cantato anche da Johnny Dorelli

“Le perplessità all’inizio erano molte – prosegue Pippo Landro – perché lo stesso brano in italiano l’aveva fatto anche Johnny Dorelli era la sigla di una trasmissione radiofonica domenicale, all’epoca Dorelli era già famosissimo. Qualcuno diceva che avendola fatta lui, noi non avremmo avuto speranza. Invece la nostra versione piacque  soprattutto ai giovani, decidemmo di partecipare al Cantagiro, una trasmissione dedicata proprio ai giovani. Fu l’apoteosi, in pratica vincevamo quasi tutte le tappe e alla fine siamo arrivati primi. Mi ricordo che guardavamo le classifiche, il pezzo scalava posizioni fino ad arrivare al primo posto nelle vendite”.

Una canzone mille versioni

Without You è una canzone fortunata in tutte le sue versioni,  in Italia è stata cantata dai Gens e da Dorelli mentre negli anni Novanta Mariah Carrey ne fece uno dei suoi maggiori successi. Negli anni numerosissimi cantanti di tutto il mondo hanno fatto la cover: “E’  una canzone che ha una melodia bellissima- spiega Pippo Ladro – ancora oggi i ragazzi si innamorano ascoltandola, ha una magia particolare sono quei dischi che se li senti anche dopo 50 anni, ti piacciono sempre”. Melodie che per Pippo hanno un significato importante: “Mia figlia è nata con questa canzone mentre mio figlio più grande era nato nell’anno di “In fondo al viale”, quindi questi due successi sono legati ai miei due figli”.

Dal palco al “Bazar di Pippo”

Dopo il successo i Gens lasciarono definitivamente Messina, si trasferirono al nord, per alcuni anni proseguirono a fare tournee girando l’Italia e il mondo. In seguito ognuno andò per la sua strada. Da qui inizia il secondo tempo della vita di Pippo Landro che non ha mai abbandonato la musica. “Quando arrivai a Milano avevo circa 22 anni- prosegue  – ero già sposato e avevo due figli. All’inizio ho aperto un negozio di dischi che ebbe molta fortuna, decisi di aprirne un altro più grande che si chiamava “Il bazar di Pippo” arrivavano da tutta Italia  a comprare i dischi che importavo dall’estero. Creai un grosso giro, cosi sono diventato anche un distributore di dischi per l’Italia e per il mondo. All’epoca viaggiavo molto prendevo dischi dal Canada dall’Inghilterra da New York, dall’Argentina”.

La casa discografica da indipendente

Ad un certo punto Pippo Landro decise di aprire una casa discografica la New music fondando un’etichetta da indipendente e anche questa è stata un’idea vincente, è diventata una delle più importanti: “ho lanciato molti artisti da Paolo Belli, ai Modà, Los Locos, Cecilia Gayle, molti nella dance. Sono sempre stato un indipendente ho avuto offerte dalle major ma non ho ceduto, ho sempre voluto essere al capo della mia azienda”.

Il grande successo con Gloria Gaynor

La disco music internazionale gli ha regalato grandi soddisfazione, ha infatti prodotto Gloria Gaynor con un pezzo famoso in tutto il mondo “abbiamo venduto più di 20 milioni di dischi, quel pezzo ha fatto il giro del mondo, dovunque arrivavano lo sentivamo, per me è stata una grande soddisfazione. Altro grande successo è stato Black machine un disco che ha venduto 15 milioni di copie ancora adesso è un evergreen, la gente impazziva, per me sono state sensazioni bellissime”.

La musica oggi è liquida

“Il mondo della musica non è più quello di una volta- – è la riflessione di Pippo Landro – non si vendono più i dischi, sono scomparsi i negozi di dischi, è tutto on line, la musica è liquida  non c’è più il mercato di una volta.  Sono cambiati  i tempi con “Per chi” abbiamo venduto un milione e 200 mila dischi oggi quando un grande artista fa un successo vende 70 mila dischi, la differenza è paurosa, una volta con un milione di dischi si otteneva il disco d’oro adesso bastano 25mila copie. Oggi contano le visualizzazioni che hanno tolto il sale dal business discografico”.

Il padre lo voleva bancario

Oggi se Pippo Landro si guarda indietro non vede né rimorsi né rimpianti: “nella mia vita ho fatto sempre  quello che volevo, non ho accettato  di vendermi ad una major per non aver nessuno che decidesse per me. Ho anche rinunciato ad un posto sicuro in banca. Dopo il diploma all’istituto tecnico Jaci come ragioniere essendo uno dei migliori diplomati ero stato scelto dal Banco di Sicilia, dovevo fare un corso a Palermo per poi entrare in banca, ma dopo un mese ho capito che l’idea di un futuro simile non era per me, volevo fare  musica, quando l’ho detto a mio padre mi  ha inseguito per una settimana, mi voleva massacrare di botte (ricorda ridendo) a quei tempi un posto in banca era qualcosa di importante, c’era una carriera davanti ma io ho rinunciato perché volevo suonare di conseguenza non ho nessun rimpianto invece ho avuto tantissime soddisfazioni”.

Il futuro è nella musica ma Messina resta nel cuore

Oggi Pippo Landro continua a lavorare nel campo della musica: “Ho sempre progetti nuovi, una casa discografica ha sempre dischi nuovi da proporre, ho la fortuna di frequentare giovani ed essere vicino alla loro mentalità”. Messina resta nel suo cuore: “Da più di 50 anni vivo a Milano ma non ho mai perso il mio accento messinese e poi ho la fortuna di avere una  moglie messinese e quindi a casa mangiamo e parliamo alla messinese, sono sempre legato con un cordone ombelicale alla mia città. E’ vero che negli ultimi anni non la riconosco più, ho visto Piazza Cairoli e il viale San Martino sono molto cambiati. Il mare e il cibo però sono sempre uguali. E poi ho i parenti più stretti, amici che sento telefonicamente. La mia vita è a Milano, il  cuore però sarà sempre a Messina”.

 

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