TORNARE IN GARA A SANREMO MI DA LA SCOSSA

Gianni Morandi prende due piccioni con una fava. Il suo primo incontro stampa pre-Festival è dedicato sì al suo ritorno in gara a Sanremo e alla canzone che porta, Apri tutte le porte, scritta da Jovanotti. Ma anche al suo ritorno alla musica live, ripartendo proprio dal Palcoscenico del Teatro Duse di Bologna, la sua città, dove il 20 febbraio 2020 si era dovuto fermare prima del previsto, bloccato dalla pandemia. Ed è da lì che si collega via Zoom, felice come una Pasqua, sorridente e disponibile come sempre per parlare di qualunque cosa. A cominciare dall’emozione di ritrovare il suo pubblico al Duse: “si ricomincia – dichiara subito entusiasta – e per me è molto emozionante farlo qui al Duse dove a 19 anni cantai per la prima volta in un teatro così grande”.

Gianni Morandi ama mettersi in gioco, cambiare, fidare un po’ anche se stesso. Così torna a gareggiare in un Festival che vede anche il ritorno in gara di Massimo Ranieri. Ma mentre il suo antico rivale canoro adagia un testo attuale come quello dell’immigrazione su una melodia classica e quasi teatrale, lui, l’eterno ragazzo di Monghidoro, si scatena (vocalmente) con un pezzo velocissimo che inneggia all’ottimismo, sulla scia de L’Allegria. E infatti a scrivere Apri tutte le porte è sempre Jovanotti che Morandi videochiama a sorpresa e in diretta su Facetime.

Jovanotti e L’allegria

Ed è lui raccontare com’è andata: “quello con Gianni è stato un rincontrarsi – dice Lorenzoio sono un suo grande fan da sempre e quando ho saputo che non stava bene, a causa dell’incidente con il fuoco, l’ho chiamato. So che può far piacere sapere che qualcuno ti sta pensando. L’ho sentito un po’ abbattuto e avevo questa canzone nel cassetto, l’Allegria, così  gliel’ho mandata, quasi come un gesto scaramantico, dicendogli di ascoltarla e ‘vedrai che potrebbe venirti la voglia di cantarla’. Dopo un po’ ci siamo visti e abbiamo realizzato il pezzo. Poi quest’estate lui mi ha detto che gli sarebbe piaciuto tornare in gara a Sanremo con un mio brano, così mi sono messo al lavoro ed è nata Apri tutte le porte che Amadeus ha preso subito, e non era scontato. Tanto che ci siamo detti: ‘ma adesso ci dobbiamo andare davvero a Sanremo?’”

Vidi Modugno a Sanremo e decisi di cantare

Eh sì, Gianni Morandi ci deve andare per davvero a Sanremo. E nulla in questo momento potrebbe farlo più felice. “Torno a Sanremo che per me  è un palcoscenico molto importante – racconta –  sono stato in gara qualche volta, ho vinto nel 1987 in trio con Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, ci sono stato come ospite, l’ho pure condotto. Ma tornarci in gara è come una scossa di emozione”. Poi il suo ricordo di bambino, quando il Festival di Sanremo nella sua Monghidoro si guardava tutti insieme nel bar della piazza su una televisione in bianco e nero che non si vedeva neanche tanto bene: “nel 1958 fu lì che vidi Modugno che cantava Volare e mi venne la voglia di provare a fare questo mestiere. Ero solo un bambino…

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Apri tutte le portenon è la classica canzone sanremese scritta apposta per il Festival – spiega MorandiA me piaceva fare un pezzo più divertente, anche perché ho cantato tante canzoni tradizionali nel corso della mia carriera, forse troppe. Non me la sentivo di andare a Sanremo con l’acuto finale. Ecco perché la scelta di un artista come Jovanotti, che è uno che si sperimenta, e piace anche a me”.

Allegria dunque, perché anche le cose brutte possono portare qualcosa di buono. “Spero che ci sia mia moglie lì vicino che mi dia una spinta a salire sul palco – rivela Gianni Morandimi ha aiutato molto specialmente in questi due anni e mi ha fatto anche un po’ da infermiera. Quando l’11 marzo scorso sono praticamente saltato nel fuoco, con la mano e altri parti del corpo bruciate, mi ha portato subito all’ospedale, e lì ho visto persone in condizioni terribili. E ho realizzato che io ne sono venuto fuori, ho salvato la vita e la faccia.  E tutto ciò mi ha dato la forza di andare avanti. Se non fossi andato all’ospedale, Jovanotti non mi avrebbe chiamato, non sarebbe nata L’Allegria e forse neanche questa canzone e l’idea di Sanremo“.

Le donne? Sono meglio degli uomini

Ma non solo Sanremo in questo incontro con Gianni Morandi, dove c’è spazio anche per andare oltre la musica e parlare, ad esempio, e perchè no?, del nuovo Capo dello Stato: “una donna al Quirinale a me non dispiacerebbe per niente, anzi, sarebbe una bellissima scelta – dice Morandi – molte donne alle quali sono stati dati ruoli importanti hanno ben dimostrato quello che hanno saputo dare. La Thatcher, la Merkel, la Von der Leyen, per esempio. Le donne sono brave, diamo loro delle responsabilità che poi stiamo meglio tutti. Credo che le donne siano meglio degli uomini, lo dico da sempre, mi sembra che siano più sincere. In una famiglia è la donna che tiene tutto in piedi, è più equilibrata. Almeno nella mia di famiglia. E le idee di mia moglie sono sempre le migliori e certo meno cialtrone e buttate via delle mie”.

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Poi su green pass e mascherine dice: “non è facile prendere delle decisioni. Io credo che già il fatto che con il green pass e la mascherina si possa andare al cinema e a teatro sia un bel passo avanti. Vediamo cosa succederà quest’estate, so che ci sono appuntamenti con concerti. Se non va via la pandemia, bisogna comunque farci i conti. Deve continuare la campagna di vaccinazione perché secondo me è assolutamente utile, e bisogna superare le paure”.

L’eterno ragazzo di Monghidoro ha le idee ben chiare su come mantenersi in forma, tanto che “a Sanremo c’è una pista ciclabile meravigliosa, le scarpe da corsa sono la prima cosa che metterò in valigia” dice. Ma l’ingrediente preferito per la formula dell’eterna giovinezza è un altro:“la musica mantiene tutti giovani, dalla Zanicchi a Blanco”, chiosa.

E a proposito di Si può dare di più: “credo che nella vita di tutti ci sia sempre la possibilità di dare di più, rivolgendo il pensiero non solo a sé stessi o alla propria famiglia, ma un po’ in generale – conclude il buon Gianni – Se ci fosse uno scambio, se potessimo darci più fiducia, stringerci meglio, pensarla un po’ tutti allo stesso modo. A volte anche certe battaglie fra i nostri governanti che non hanno un obiettivo comune o il senso dell’insieme, mi sembrano proprio pretenziose. Si può dare di più per stare meglio tutti insieme. Io non credo che si possa stare bene se l’altro sta male: uno sta meglio se anche l’altro sta bene”.

Patrizia Simonetti

 

 

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