Presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, arriverà su Rai 1 lunedì primo dicembre con il nuovo protagonista: Can Yaman. Parliamo naturalmente di Sandokan, l’attesissima serie targata Lux Vide tratta dal romanzo di Emilio Salgari e diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo, che torna a mezzo secolo da quella originale che ci fece innamorare tutti di Kabir Bedi.
Certo, il paragone con il suo Sandokan può essere arduo, ma era un’altra epoca, i tempi sono cambiati e questo nuovo racconto dell’audace pirata amante della libertà rispecchia i nostri tempi e scava più a fondo in un passato finora solo immaginato. A dargli vita è l’attore turco più amato del momento che, smessi definitivamente i panni dell’affascinante ispettore Demir di Viola come il mare (nella terza stagione sarà sostituito dall’argentino Rodrigo Guirao Díaz), si è catapultato con coraggio, ma anche con tanto impegno e preparazione, nel mondo avventuroso, esteriore e interiore, della Tigre della Malesia.
“Non ho avuto il piacere e l’onore di incontrare Kabir Bedi, magari un giorno lo farò – ci racconta Can Yaman – Io sono venuto in Italia cinque anni fa per fare Sandokan, un personaggio di cui non sapevo niente perché in Turchia non si conosce, però ho avuto un sacco di tempo per poter contemplare, visualizzare, riflettere su questo personaggio. Un ruolo del genere non capita spesso nella vita e nella carriera di un attore, e questa opportunità di potersi preparare a un ruolo per così tanto tempo, è stata fondamentale. In questi cinque anni ho letto qualsiasi cosa, ho guardato qualsiasi cosa, a livello fisico ho fatto di tutto, dimagrire, allenarmi, infortunarmi, cavalcare, parlare in inglese e in italiano, ambientarmi in un altro paese. Se lo avessi interpretato cinque anni fa, magari sarebbe venuto fuori un pasticcio perché non ero preparato, così ho avuto il tempo per migliorare. Sperò che piacerà come l’ho interpretato, sia al pubblico che a Kabir Bedi”.
La serie comincia nel Borneo del 1841 in un mondo dominato dal potere coloniale degli inglesi. Sandokan è un pirata che solca il mare della Cina con il suo fedele amico Yanez e la sua ciurma, finché, durante un arrembaggio, non si imbatte in un prigioniero Dayak che lo riconosce come il guerriero di un’antica profezia che libererà il suo popolo oppresso. Tutto cambierà per lui, soprattutto dopo aver incontrato la figlia del Console inglese Marianna Guillonk (Alanah Bloor) chiamata la Perla di Labuan, bella sì, ma anche tosta: due persone diversi, ma entrambe amanti della libertà. Peccato che tra loro si metterà il caccitore di pirati Lord James Brooke (Ed Westwick). Nel cast, che comprende anche Madeleine Price, Owen Teale e John Hannah, spicca Alessandro Preziosi in un ruolo che sembra cucito su di lui, quello di un fantastico Yanez. Ma non è mica tutto qui…
“Il mio è un Sandokan autentico, originale – ci rivela ancora Can Yaman – in questa prima stagione vedremo un viaggio interiore di Sandokan dove lui stesso scopre come è diventato Sandokan partendo proprio dalla sua infanzia; quindi, da attore mi ha dato l‘opportunità di interpretarlo in modo tridimensionale. Cominciando da lui che nasce con un senso di libertà e il desiderio di migliorare la vita di sua madre e degli altri, combattendo per loro come un Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri, di episodio in episodio diventa una versione migliore di sé stesso, evolvendosi in continuazione. Man mano la sua dimensione cambierà, si amplificherà e diventerà il salvatore di un popolo”.
Bello come il sole, Can Yaman se la cava alla grande in un ruolo che sembra aver aspettato per tanto tempo. Lo abbiamo trovato ancora più affascinante del solito, più bravo e soprattutto più modesto e sincero: “come attore è stata per me una grande occasione quella di interpretare tutta la parte emotiva di Sandokan: all’inizio mi preoccupavo di più per la parte fisica, ma poi ho capito che quella emotiva era ancora più importante, e le scene emotive mi sderenavano ancora di più di quelle d’azione perché erano intense. Sandokan è un personaggio molto inclusivo, abbraccia le diversità, rispetta le differenze culturali. Un uomo molto altruista, sofferente, ascetico, come persona io ho imparato tanto da Sandokan e come attore mi ha reso migliore, è stato come prendere una laurea all’università”.
Patrizia Simonetti
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