Caltanissetta, come molte realtà del Mezzogiorno italiano, vive una sfida educativa complessa. La scuola nel territorio nisseno è lo specchio di una società che cerca di non perdere il passo con il presente, pur affrontando ostacoli cronici.
Molti edifici scolastici sono datati e presentano varie criticità, alcuni necessitano di interventi urgenti su impianti elettrici, coperture, spazi esterni.
Uno dei problemi più gravi, anche a livello regionale, è la dispersione scolastica. Secondo gli ultimi dati Istat, la Sicilia è tra le regioni con il più alto tasso di abbandono prematuro degli studi. Caltanissetta non fa eccezione: in alcune aree periferiche o rurali, la discontinuità nella frequenza scolastica riguarda soprattutto gli studenti della scuola secondaria di primo grado.
A influire sono vari fattori: povertà educativa, difficoltà familiari, mancanza di trasporti efficienti.In questo contesto, il ruolo degli insegnanti e degli educatori di frontiera è fondamentale: spesso sono loro a fare da ponte tra scuola e comunità.
Nonostante le difficoltà, esistono scuole e progetti che brillano. Licei come il Classico “Ruggero Settimo” e lo Scientifico “A. Volta” hanno attivato percorsi di potenziamento delle lingue straniere, laboratori teatrali, corsi extracurricolari e partecipazioni a concorsi nazionali.
Alcuni istituti professionali sono diventati poli di formazione tecnica d’eccellenza, in particolare nei settori della meccanica, dell’automazione industriale e della ristorazione. Qui si forma una nuova generazione di giovani che punta sul “fare bene” e sul legame con il territorio.
Nel territorio nisseno la scuola è è un presidio sociale, un punto di riferimento, un argine alla marginalità. Soprattutto nei quartieri popolari o nei comuni dell’entroterra, gli istituti scolastici svolgono un ruolo chiave nella costruzione di comunità, offrendo doposcuola, sport, laboratori creativi, educazione alla salute e all’affettività.