I DOLCI DELLA PASQUA MESSINESE, STORIA E TRADIZIONI

La cucina messinese può vantare un ricco repertorio di tipici prodotti dolciari che la rendono tra le più rinomate del panorama gastronomico. La particolarità sta nel fatto che ogni festa dell’anno ha il suo dolce: dalla Pignolata di Carnevale agli Nzuddi bianchi della Madonna della Lettera, per passare alla Nipitiddata per l’Immacolata.

Mettendo da parte quelli industriali, anche per Pasqua Messina ha i suoi dolci tipici a partire anche dall’intera Quaresima che, visto il periodo un tempo fortemente penitenziale, prevedeva dolci solo per le solennità di San Giuseppe e della SS. Annunziata. Per il resto, durante il lungo periodo dei quaranta giorni, in preparazione alla Pasqua si potevano assaporare i biscotti Quaresimali realizzati con mandorle e miele e conosciuti più comunemente come Piparelli o Nzuddi.

Nella Settimana Santa, che va dalla Domenica delle Palme alla Veglia di Pasqua, la penitenza alimentare viene addolcita solo dal tipico Panino di Cena che si richiama al pane spezzato da Cristo nell’Ultima Cena. Questi semplici e tondi panini dolci sono caratterizzati dall’intenso profumo di cannella e chiodi di garofano e dalla copertura di semi di sesamo, la ciciulena per i messinesi.

A mezzanotte del Sabato Santo Cristo risorge e i dolci fanno nuovamente festa nelle tavole delle famiglie di Messina: Pasqua va festeggiata dopo un periodo di rinunce e i dolci non possono mancare. Si passa dai dolci più umili come le Cuddure, ai più elaborati Agnelli al forno con ripieno di Cedrata o quelli in Pasta Martorana.

La Cuddura, tipica ciambella intrecciata con uova sode al suo interno, forse è uno dei più antichi e simbolici dolci pasquali. Il suo termine infatti deriverebbe da kollour con cui veniva chiamata la corona di pane che gli antichi greci offrivano alle divinità. Una tradizione quella della Cuddura che attraversa i secoli e giunge fino ai nostri giorni. Le dimensioni e le forme di questi tipici dolci sono delle più varie: a cuore, a cestino, a campana o a corona. Mentre nel resto della Sicilia l’impasto è simile alla pasta frolla, a Messina spesso si utilizza lo stesso impasto dei Panini di Cena. Secondo la tradizione la preparazione e la condivisione di questo dolce con i familiari ed amici è di buon auspicio in quanto il suo significato è strettamente connesso proprio alla Resurrezione di Cristo. La presenza dell’uovo conferma il legame con la vita eterna in quanto la sua forma perfetta è il simbolo della vita che rinasce di Cristo il quale esce vittorioso dal “guscio della morte”.

 

L’Agnello, come la Stella di Natale, viene realizzato con un ripieno di Cedrata, un impasto di canditi di cedro e marmellata, il tutto ricoperto da una morbida pasta di mandorla cotta al forno e guarnita con granelli di zucchero. Questo dolce raffigura un agnello sdraiato ed appena sacrificato, simbolo evidente del sacrificio di Cristo, come preparazione deriverebbe dal più famoso Buccellato che consente anche una lunga conservazione.

I più simpatici da vedere per la minuzia dei dettagli ed i colori brillanti sono gli Agnelli in Pasta Reale o Martorana con un ripieno che può andare dalla gianduja e nocciole o al torrone e cioccolato fondente. Dalle varie dimensioni e posture, possono essere raffigurati accovacciati o in piedi, quasi sempre ancora vivi o appena sacrificati in compagnia sempre di un piccolo stendardo crocesegnato del Risorto. Presenti in tutta la Sicilia ma quelli messinesi si contraddistinguono per la raffinatezza del dettaglio e il realismo.

La tradizione passa anche dalla tavola e semplici dolci possono contribuire a mantenere viva la nostra identità cittadina, purtroppo molte volte vilipesa.

 

Marco Grassi

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