LE QUATTRO FONTANE E LO STEMMA DI CASA SAVOIA

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Fino al terremoto del 1908, all’incrocio tra le vie I Settembre e Cardines, sorgeva nella sua interezza il complesso monumentale delle Quattro Fontane, posto proprio ai “quattro canti” della Città di Messina.

Queste fontane furono smembrate a causa del nuovo piano regolatore facendo rimanere nel sito originale solo due fontane mentre le altre due, le più danneggiate, furono trasferite al Museo Regionale e rimontante sono una ventina di anni fa.

Le Quattro Fontane furono ideate dal romano Giacomo Calcagni e realizzate in varie fasi dal 1666 al 1742. Le fonti marmoree, elegantemente composte da tritoni, cavalli marini, delfini e conchiglie, erano molto simili fra loro, tranne per le insegne reali poste in cima con ai lati due stemmi civici.

Gli stemmi Reali erano differenti perchè le fontane furono completate nell’alternarsi di ben tre case regnanti alla guida del Regno di Sicilia. Nel suo complesso queste fontane erano quindi una vera e propria curiosità araldica. La più antica, realizzata nel 1666 dallo scultore fiorentino Innocenzo Mangani, portava l’insegna degli Asburgo di Spagna, che ora si trova in una delle due fontane rimontante all’interno del recinto museale.

Quella realizzata da Ignazio Buceti nel 1717, posta all’angolo già della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, portava lo stemma di Casa Savoia, dato che il Regno di Sicilia in quegli anni era retto da Vittorio Amedeo II, come ben documenta una foto pubblicata da Maria Accascina nel suo volume sull’architettura messinese.

 

Le Quattro Fontane furono iniziate nel 1666 e completate solo nel 1742

Le altre due fontane, realizzate nel 1742 da anonimi scultori messinesi, in occasione delle feste secolari in onore della Madonna della Lettera, recavano gli stemmi della Casa Reale Borbone, essendo regnante Carlo III sui Regni di Napoli e Sicilia.

Nel rimontaggio post 1908 le due fontane di via Cardines sicuramente furono assemblate con vari pezzi provenienti anche dalle altre due. In queste furono posti i due stemmi gemelli di Carlo III tra gli stemmi della Città di Messina.

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Le due fontane rimontante all’interno del recinto del Museo Regionale sono mancanti di vari pezzi e solo in una compare uno stemma, quello più antico degli Asburgo, mentre quello dei Savoia non è presente.

Eppure ormai dieci anni fa chi scrive, nel suo volume Stemmi Araldici, aveva rintracciato nei depositi marmi dello stesso Museo proprio questo particolare stemma che purtoppo è rimasto fermo al suo posto. Si tratta di un interessante stemma in marmo raffigurante l’emblema completo di Casa Savoia durante il breve Regno di Sicilia.

L’emblema reale, mancante della corona sommitale e sostenuto da due leoni rampanti, presenta al centro dello scudo, fra i vari simboli araldici tipici dell’antico stemma dei Savoia, la nota arma della nobile famiglia di origine francese: lo scudo crociato posto al centro di un’aquila reale. Inconfondibile è il Gran Collare del Supremo Ordine della SS. Annunziata, massima insegna cavalleresca di Casa Savoia, accollato allo scudo araldico, con i tipici nodi Savoia.

 

Lo stemma dei Savoia decorava una delle fontane dell’incrocio delle vie Cardines – I Settembre

Lo stemma è uno scudo inquartato e contro inquartato che descriviamo secondo i colori araldici. Il primo gran quarto presenta le armi del Regno di Cipro: nel primo d’argento, con una croce potenziata d’oro cantonata da quattro crocette potenziate dello stesso metallo che è del Regno di Gerusalemme; nel secondo fasciato d’argento e d’azzurro, di otto pezzi con leone rosso armato, linguato e coronato d’oro broccante sul tutto che è del Lusignano; nel terzo d’oro con un leone rosso armato e coronato d’oro, che è d’Armenia;

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nel quarto d’argento con un leone rosso armato e coronato d’oro linguato d’azzurro e la coda biforcata che è del Lussemburgo. Il secondo gran quarto partito presenta le armi d’origine di Casa Savoia: nel primo di porpora, con un puledro rivolto, contornato e cigliato d’argento che è di Westfalia; nel secondo fasciato d’oro e di nero, di otto pezzi con una corona schiacciata verde situata in banda, e broccante sul tutto che è di Sassonia, alle quali armi è innestato un campo d’argento con tre puntali di spada di rosso che è d’Angria.

Il terzo gran quarto partito: nel primo d’argento, sparso di biglietti neri ed un leone armato di rosso e linguato di rosso broccante sul tutto che è di Chiablese; nel secondo di nero, con un leone d’argento armato e linguato di rosso che è di Aosta. Il quarto gran quarto partito: nel primo di rosso con la croce d’argento con un lambello d’azzurro di tre pezzi soprastante sul tutto per Piemonte, diviso con cinque punte d’oro equipollenti con quattro d’azzurro che è di Genova;

nel secondo d’argento, al capo rosso che è di Monferrato, in punta allo scudo innestato d’argento con un’aquila nera che è di Moriana. Sopra il tutto d’argento, con un’aquila nera, al volo spiegata coronata d’oro, caricata nel petto d’uno scudo di rosso, con la croce d’argento, che è di Savoia, lo scudo contornato del Collare dell’Ordine Supremo della SS. Annunziata.

Con il Regno di Sicilia Casa Savoia adottò per la prima volta, oltre al titolo reale, l’aquila nera in omaggio all’antico emblema nazionale siciliano, aquila che mantenne anche con il passaggio alla Sardegna. Chissà se questo stemma potrebbe ritornare in cima alla sua fontana?

Marco Grassi

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