IL PALIOTTO RITROVATO DELLA CHIESA DI S. FRANCESCO ALL’IMMACOLATA

In occasione del Festival Le Vie dei Tesori Messina ha messo in mostra di quanto più bello custodisca. Uno dei venticinque luoghi aperti e messi in rete per l’occasione è il monumentale Santuario di San Francesco all’Immacolata dei Frati Minori Conventuali.

Per l’occasione è stata collocata nell’altare dell’Immacolata l’antica statua di Sant’Antonio con rivestimento argenteo risalente al 1700 ed attribuita, secondo alcuni, al grande Filippo Juvarra. Ma insieme a questo manufatto è stato esposto per la prima volta, dopo parecchi decenni, un paliotto serico settecentesco.

Questi paliotti si compongono di un telaio in legno ove è cucito un drappo di seta ricamato con fili in argento ed oro che decoravano il fronte principale degli altari per le solennità liturgiche.

Questo del Santuario di San Francesco all’Immacolata, esposto per Le Vie dei Tesori, presenta dei decori a motivi floreali con al centro uno scudo con corona sommitale. Al centro dello scudo non vi è uno stemma araldico ma si riproduce una particolare scena.

Il manufatto osservato attentamente da chi scrive ha svelato una storia importante e dimenticata ricollegandosi ad uno degli artisti più importanti della Città di Messina. Analizzando attentamente la scena raffigurata nello scudo si evince che riproduca in maniera semplificata il celebre dipinto di Alonzo Rodriguez raffigurante il commiato dei Santi Pietro e Paolo condotti al martirio in catene.

Il paliotto raffigura un celebre dipinto di Alonso Rodriguez

L’opera, oggi nelle collezioni del Museo Regionale di Messina, proviene dalla distrutta chiesa di Santa Maria della Carità in San Rocco.

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Quindi il paliotto, oggi a San Francesco all’Immacolata, fu realizzato appositamente per decorare nelle solennità l’altare che custodiva la pregevole tela. A conferma di questa inedita attribuzione sono alcuni dettagli del dipinto del seguace di Caravaggio che vengono riprodotti nel paliotto.

Oltre alle figure dei due Santi che si scambiano l’ultimo saluto, alle spalle di San Paolo è riproposta la figura di un aguzzino che osserva la scena con tipico copricapo. Alle spalle di San Pietro invece si staglia la sagoma di un altro personaggio che tiene in mano una alabarda ben riprodotta.

In questo caso questa figura sintetizza ben due personaggi che sono più dettagliatamente descritte dal dipinto. La tela del Rodriguez, e a questo punto anche il paliotto, furono fatti realizzare proprio dalla Confraternita dei Negozianti dedicata a Santa Maria della Carità ed a San Rocco.

La chiesa sorgeva sull’attuale Via XXIV Maggio nei pressi del Nuovo Oratorio della Pace, ove vi si trovava il Convento di San Domenico. Il luogo di culto era stato costruito dal Senato di Messina per voto fatto a San Rocco per la liberazione della peste del 1523.

Questa chiesa nel 1542 fu concessa ai confrati dell’Ospedale della Carità in occasione della fusione di tutti i nosocomi della Città in quello del Grand’Ospedale di Santa Maria della Pietà. Nel 1625 il convento domenicano fu ampliato e la chiesa trasferita poco più a sud, di fronte al vicolo che portava a San Gregorio, e costruita su progetto di Andrea Suppa.

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Il paliotto ed il dipinto appartenevano alla Confraternita di San Rocco dei Negozianti

La chiesa della Carità in San Rocco fu restaurata dopo i danni del 1783 e la confraternita raggruppò sempre più il ceto dei negozianti.

Alla vigilia del terremoto del 1908 al suo interno si conservava ancora l’antica e prodigiosa tavola della Madonna della Carità coperta da manta argentea con ai lati i Santi Pietro e Paolo, opera di Antonello Riccio.

La chiesa custodiva ben due tele di Alonso Rodriguez, oltre al dipinto dei Santi Pietro e Paolo condotti al martirio, anche quella di San Rocco che guarisce un appestato, risalente al 1617. Il Rodriguez era particolarmente legato a questi quadri ed alla chiesa tanto che alla morte fu sepolto nella cripta di questa chiesa nel 1648.

Il terremoto del 1908 cancellò definitivamente questo luogo di culto, le opere d’arte furono condotte al Museo mentre la Confraternita recuperò il salvabile, tra cui il paliotto ritrovato.

L’antico sodalizio laicale trasferirà le proprie attività nella chiesa in baracca di San Francesco all’Immacolata e poi in quella ricostruita in muratura.

Quando purtroppo la confraternita non fu più attiva il paliotto rimase ai Frati Minori Conventuali che lo hanno adeguatamente conservato e tutelato. Oggi si riscopre una importante pagina della nostra Città che attendeva di essere recuperata ed attenzionata.

 Marco Grassi

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