ENRICO BRIGNANO: JAMES BOND DE’ NOANTRI IN ‘UNA COMMEDIA PERICOLOSA’

 

A quattro anni da Tutta un’altra vita, torna il sodalizio tra Enrico Brignano e il regista Alessandro Pondi che ha letteralmente cucito addosso all’attore romano il ruolo da protagonista di Una commedia pericolosa, in sala dal 30 agosto.

Racconta di tal Maurilio Fattardi, sin da bambino aspirante 007, ma da adulto solo responsabile della sicurezza di un centro commerciale dove però, in ricordo delle sue vecchie aspirazioni, si fa chiamare Agente Mao. A Maurilio piace spiare dalla finestra i suoi vicini, proprio come Jeff, alias James Stewart, ne La finestra sul cortile di Hitchcock, ma senza gamba rotta né sedia a rotelle, e una sera è sicuro di assistere all’omicidio della sua nuova dirimpettaia, la bellissima quanto malinconica hostess Rita interpretata da Gabriella Pession. Comincerà dunque una serrata indagine personale assieme alla stessa Rita, che si scoprirà viva e vegeta, e con la collaborazione forzata del Commissario Laneve, cui dà vita Fortunato Cerlino, tra gag, situazioni esilaranti e incontri bizzarri. Insoma, una sorta di James Bond de’ noantri… Degna di nota, la sigla iniziale che fa il verso ai veri film della saga di 007.

Complimenti per la performance!

Certo, uno come me che arriva da Dragona che, come tutti almeno una volta nella vita, ha fatto il verso a “il mio nome è Bond, James Bond” e un giorno essere pagato per farlo… è stato bellissimo avere il green screen dietro e fare le sue mosse, puntare la pistola… infatti il risultato si vede, nel senso si vede che sembro la custodia di James Bond… Spero si capisca che in Una commedia pericolosa c’è tutto l’amore viscerale che abbiamo per questi film, e il contrasto tra i sacro e il profano, tra la parte comica e ironica e quella più seria dell’originale.

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Quindi li hai visti tutti?

Li ho visti tutti e li confondo anche, proprio come Maurilio Fattardi… sono un  grande fruitore di film d’azione, purché non siano esagerati.

Un ricordo particolare legato a un film della saga?

Riguarda un altro mio film. Quando ho girato a Tutte lo vogliono, contemporaneamente a Roma giravano 007 Spectre: c’erano due Aston Martin che avevano comprato per distruggerle dentro al Tevere mentre a me la produzione aveva dato un Fiorino camuffato da cane. Giravamo una scena davanti al cinema Adriano dove io arrivavo travestito da cane con Vanessa Incontrada, pure lei vestita da cane, quindi eravamo du cani, d’estate, mentre dall’altra parte c’erano le Aston Martin. Loro avevano una camera car con polizia davanti, polizia dietro e polizia nel mezzo, e stuntmen arrivati da tutto il mondo, e io invece avevo la camera car sul cofano legata con le cinte a cricchetto, in reatà una macchina da presa usata, e pure male…

Tornando a Maurilio Fattardi, ti è mai capitato di spiare i tuoi vicini come fa lui?

Io non ho mai vissuto in un condominio. Da ragazzo ho sempre abitato in una casa abusiva dove il vicino più vicino era molto lontano, ma i fatti erano di tutti perché si urlava dal balcone, quindi sapevamo tutti di tutti, non c’era bisogno di telecamere o di binocoli.

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E Fattardi perché lo fa e continua a giocare all’agente segreto?

Non ha un motivo economico, perché comunque lavora come sorvegliante al grande magazzino, in questa storia ha piuttosto degli interessi sentimentali, ma in definitiva ama la verità: è successo qualcosa, quindi deve indagare, deve andare dritto alla meta, è intuitivo, come lui stesso ama spesso ripetere.

A tal proposito, è giusto intervenire se sospettiamo che stia accadendo qualcosa di brutto? Perchè non tutti lo fanno?

Credo sia sempre positivo intervenire o far intervenire, e in questo caso non andare via fino a che qualcuno non sia arrivato, che sia la polizia o comunque le autorità. La cosa peggiore, figlia di questi tempi, è la codardia. Come quelli che vanno via a cuor leggero, consapevoli di un incidente o di una violenza. Per quanto mi riguarda, sono sempre intervenuto senza farmi scrupoli, adesso però con due bambini e una faccia nota sto un po’ più attento, ma chiamare qualcuno resta sempre cosa buona e giusta.

La scena più divertente sul set?

Quando m’hanno portato via col furgone, ho dato una capocciata… perché c’erano pure gli stuntmen pronti, però io, preso dall’impeto, mi sono lanciato… però mi sono rialzato subito ripetendo “fatto niente, non mi sono fatto niente…” ma c’avevo un dolore cane alla testa…

Patrizia Simonetti

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