DI LA’ DAL FIUME: CIBO E ARTE A ROMA CON ANDY LUOTTO

A Roma c’è una Chiesa dove gli interni e le vetrate sono inusualmente decorati con spighe dorate e ghirlande di frutta e verdura che si snodano tra gli affreschi e le grandi vetrate. È Santa Maria dell’Orto a Trastevere, opera del Vignola, costruita nel 400 in seguito al miracolo di un contadino guarito dalla Madonna proprio in un orto, e grazie alle donazioni di corporazioni d’arti e mestieri.

Già scelta da Rossellini per Roma Città Aperta, è una delle location, con visita guidata, di Di là dal fiume, rassegna promossa da Teatroinscatola che dal 29 agosto al 4 settembre trasforma luoghi insoliti della Città Eterna in palcoscenici per farli riscoprire attraverso la cultura e lo spettacolo, celebrando, a sua volta, il cibo nel suo atavico rapporto con l’arte in tutte le sue forme, e rendendoli nuovi punti di incontro e aggregazione sociale.

Slogan della manifestazione è infatti “11 modi di affrontare la cultura del Cibo in 13 luoghi della città di Roma”, e cioè Cibo e Teatro, Cibo e Cinema, Cibo e Arte, Cibo e Architettura, Cibo e Tradizione, Cibo e Storia, Cibo e Costume, Cibo e Intercultura, Cibo e Infanzia, Cibo e Sacro, Cibo e Solidarietà. E le protagoniste sono proprio le location. Mentre fra i principali animatori di Di là dal fiume c’è Andy Luotto, vero mito della televisione italiana dagli anni Settanta nonchè cuoco affermato: terrà un Corso di cucina in un locale sul Tevere di cui vi abbiamo già parlato: Riva Portese.

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A Lettere Caffè, locale letterario musicale in piena Trastevere, il siciliano Pippo Di Marca, tra i protagonisti dell’avanguardia teatrale italiana, allieterà il pubblico con I meta-martedì: un incontro su Grand Diner e il teatro d’appartamento, raccontando la storia di Grand Diner, vero e proprio spettacolo in appartamento, il primo del genere a Roma, in realtà una cena alla quale prendevano parte Lucia Vasilicò e altri artisti dell’avanguardia romana. Al Teatro degli Scrittori, ex Teatro Abaco, in zona Prati, Bruno Damini terrà la conferenza spettacolo basata sul suo libro L’uovo di Marcello. Fame e fama dalla voce dei grandi attori, con suggestivi estratti dalle registrazioni originali dell’epoca.

Alla Città dell’Altra Economia, a Testaccio, andrà in scena lo spettacolo del  Teatro delle Ariette, compagnia degli attori-contadini, del teatro da mangiare, dell’autobiografia che dal 1996 porta il teatro sia sul palcoscenico che  nelle case, nei forni, nelle scuole, per le strade, nelle piazze, nei campi e negli ospedali. A a tal proposito sarà all’Ospitale di Santa Francesca Romana, luogo ricco di storia che attraversa vari secoli, nonché simbolo di accoglienza e ospitalità, che gli attori Chiara Bonome e Valerio Camelin si esibiranno per Di là del fiume in Mó senti er pranzo mio. Pranzi e cene nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli, una lezione spettacolo sul grande poeta romano a cura del Professor Marcello Teodonio.

Nei seminterrati della Chiesa Santa Lucia del Gonfalone si parlerà invece di spreco alimentare con l’associazione Avanzi Popolo: Chiesa che, grazie all’opera di un prete di strada come Franco Incampo, si è da tempo trasformata in una meta di pellegrinaggio di poveri e disagiati, per i quali Padre Franco ha sempre una parola di conforto e, soprattutto, una sporta di cibo. Da non perdere la visita guidata al Garum, Biblioteca e Museo della Cucina: è ospitata in un palazzo barocco, già Monastero dei Padri Olivetani, e vanta una meravigliosa vista sul Circo Massimo. La location ospita una delle più importanti e ricche collezioni private di gastronomia in Italia, opera della passione quarantennale dello chef Rossano Boscolo.

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Visita guidata anche al CAR, il Centro Agroalimentare di Roma di Guidonia Montecelio, dove nel 2002 vennero trasferiti i Mercati Generali, per conoscerne la storia sin dal 1921, quando i vari mercati della città di Roma furono riuniti per la prima volta in una sola grande area, quella industriale, appena nata a Ostiense. In essa confluirono infatti, tra gli altri, il mercato delle erbe di viale Manzoni, quello del pesce di Portico d’Ottavia al Ghetto ebraico e di piazza San Teodoro, quello dei fiori a Trionfale.

Spostandoci di qualche chilometro, e raggiungendo Velletri, c’è la Casa Museo Tognazzi nella cui sala da pranzo fu concepita l’idea di quel capolavoro di Marco Ferreri intitolato La grande abbuffata che proprio lì viene celebrato a cinquant’anni dall’uscita al cinema.

Patrizia Simonetti

 

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