Il 29 Gennaio 1809 nasceva a Messina il celebre letterato ed accademico Felice Bisazza cui in suo onore è intitolata una importante istituzione scolastica cittadina oltre che una nota via del centro storico ed un suo mezzobusto in marmo presso l’Università di Messina. Felice Bisazza nasce da una ricca famiglia che incontrerà poi gravi problemi economici. Il padre Vinvenzo era un ricco commerciante mentre la madre Angela Maria Marino apparteneva ad una nobile famiglia peloritana. Nonostante i sopraggiunti problemi finanziari Felice frequenta il prestigioso Regio Collegio Carolino di Messina. Ben presto il Bisazza manifesta una certa attitudine nel comporre versi poetici dedicandosi agli studi letterari nonostante le aspettative familiari erano quello verso l’avvocatura. Ancora giovane studente collabora con giornali locali fino a giungere anche a testate dell’intera Penisola Italiana, riscuotendo ampi consensi. Già al 1831 rimonta una sua prima pubblicazione, una raccolta di saggi di traduzione e di liriche originali dal titolo: Saggi poetici. Appena due anni dopo il giovane letterato messinese, durante un discorso pronunciato all’Accademia Peloritana, dichiarò la sua adesione al romanticismo lombardo mettendosi così alla testa dell’esigua ma coraggiosa schiera di romantici siciliani.
Felice Bisazza fu tra i massimi esponenti del Romanticismo Siciliano
Ebbe importanti rapporti epistolari con personalità del calibro del Niccolini, Mamiani, Vannucci, Lampredi e da altri letterati del tempo. Eccellente traduttore, basti pensare che la traduzione fatta nel 1834 della Morte di Abele del Gessner fu ritenuta una delle migliori traduzioni italiane di quel testo. Nel 1835, per quasi un anno, si stabilì a Napoli dove lavorò in diversi giornali ma ben presto dovette abbandonare la capitale borbonica con l’accusa di idee troppo liberali. Cercò di rimediare attraverso la dedica al sovrano Ferdinando II di Borbone all’edizione napoletana della Morte di Abele del 1836. Per ragioni di opportunità si allontavana dall’impegno politico dedicandosi esclusivamente agli studi letterari e all’insegnamento. Dopo i moti del 1848 accoglieva dalla monarchia borbonica la cattedra di Lingua e Letteratura Italiana nell’Università di Messina, nonché la Croce di Cavaliere dell’Ordine di Francesco I, una pensione e il titolo di poeta cesareo. Nel corso degli anni il suo estro giovanile e la sua maturazione letteraria si scontrò con la prolissa e prosaica narrazione in versi ed una eccessiva ed insistente proclamazione della sua fede religiosa. In questa particolare fase artistico-letteraria, frutto di un romanticismo moralistico e devozionale, prendono spunti due importanti raccolte: Leggende ed ispirazioni del 1841 e Fede e dolore del 1863. Non va dimenticata la sua opera anche di librettista, in collaborazione con i compositori del calibro di Laudamo, come per Gli amori di Paolo e Virginia o Il trionfo della Pace. Fu amico di Massimo D’Azeglio, Giuseppe Pitrè, Vincenzo Bellini e Annibale Maria Di Francia. In particolare quest’ultimo, elevato agli onori degli altari, fu suo allievo.
Fu apprezzato in tutta Italia come grande letterato e poeta
Nei limiti della sua intransigenza confessionale e della sociale convenienza, Felice Bisazza diede omaggio agli uomini e ai fatti dell’Unità d’Italia, avvenimento che aveva auspicato fin da giovane. Continuò la sua docenza universitaria e partecipò attivamente nel 1865 alle celebrazioni dantesche con dei suoi versi. Morirà a Messina il 30 Agosto 1867 all’età di cinquantotto anni a causa dell’epidemia di colera in quanto si rifiutò di abbandonare Messina. Già l’anno dopo l’Uniiversità di Messna farà realizzare allo scultore Lio Gangeri un mezzobusto in marmo dalla forte resa realistica. Nel 1872 i suoi resti verranno recuperati dal cimitero dei coloresi di Maregrosso e tumulati ad opera del Comune di Messina nella cripta del monumentale Famedio del Gran Camposanto mentre un’arca scolpita da Gaetano Russo verrà posta nel colonnato dello stesso edificio monumentale tra quelle di La Farina e Natoli. Nel sepolcro posta è presente la seguente iscrizione:
FELICE BISAZZA
NATO LI 29 GENNAIO 1809
LA BELLEZZA DELL’INGEGNO PEREGNINO
TRASFUSE IN LIRICI CANTI IN PROSE ELOQUENTI
PROFESSORE DI LETTERE ITALIANE NEL MESSINESE ATENEO
EDUCO’ LA GIOVENTU’
NELL’AMORE DEL BELLO E DEL SANTO
PER CASTA BONTA’ AMMIRATO
PER FAMA SPLENDIDISSIMO
TOCCO’ IL TERMINE DELLA VITA
ADDI’ 30 AGOSTO 1867
Marco Grassi