
C’è proprio tutto in “Whitney, la voce diventata leggenda”, in programmazione a Messina alla Multisala Apollo.
22 canzoni fra le più belle di Whitney Houston, la cantante più premiata della storia una carriera fulminante, quasi casuale, ma da predestinata (figlia di una cantante Cissy e nipote di Dionne Warwick) e la fragilità di una giovane ragazza diventata troppo in fretta Whitney Houston la fidanzata d’America, un ruolo che schiacciava la vera Whitney.
Intorno a lei una serie di figure, alcune deboli, altre approfittatrici quali il marito Bobby Brown con il quale ebbe una figlia ed un rapporto pieno di scontri, la chiaccherata amicizia con l’amica manager Robyn Crawford, per alcuni anche “troppo vicina” a Whitney, un padre molto disinvolto ne gestire i suoi soldi.
L’unica figura pacata è il produttore Clive Davis, vero regista del successo di Whitney Houston.
Perfetta l’interpretazione di Naomi Ackie nel ruolo della Houston, “doppiata”, per gran parte delle canzoni del film dalla voce originale della stessa Whitney Houston a cui però ha conferito mimica e gestualità convincenti.
Entusiasmanti le performance “live” rievocate, fra queste quelle al Super Bowl quando Whitney cantò l’inno degli Stati Uniti, le tourneè mondiali con le hit “I Have Nothing”, “Greatest Love Of All”, “How Will I Know”,” I’m Every Woman” (successo di Chaka Khan)”I Wanna Dance With Somebody” “I Will Always Love You” colonna sonora del film Body Guards interpretato con Kevin Costner.
Nel film manca “All at Once” che Whitney Houston cantò nel 1987 al Festival di Sanremo presentato da Pippo Baudo che le chiese il bis unica artista a cui venne concesso questo privilegio.
Il film mostra come Whitney passasse dal trionfo dei concerti, all’aver bisogno di “qualcosa” per reggere i ritmi pazzeschi a cui era sottoposta e che lei stessa però cercava, schiacciata dal ruolo di fidanzata d’America, vogliosa di libertà, ma al tempo stesso, alla costante ricerca del pubblico, che le dava energia e la faceva sentire viva.
Un mix letale, dove si mescolano droga, la fine della storia con il marito Bobby Brown, la lite con il padre in ospedale. Solo la madre Cissy è il suo unico sostegno fino alla fine, fino al suo tentativo di tornare ad essere Whitney una voce diventata leggenda.
La fragilità però ebbe il sopravvento sull’artista, nel febbraio del 2012 Whitney Houston venne ritrovata morta per annegamento nella vasca da bagno di un hotel di Beverly Hills.
Di lei restano tante canzoni, immortali proprio come la sua voce, unica, la più grande cantante della fine degli anni 80 e inizio 90. “The Voice” definizione toccato solo ad alcuni grandissimi come Frank Sinatra. Basta questo per andare a vede un film che fa sognare e riflettere al tempo stesso.