QUARANT’ANNI DI SICILIA NE ‘I RACCONTI DELLA DOMENICA’ CON STELLA EGITTO E ALESSIO VASSALLO

Quasi quarant’anni di storia italiana, e soprattutto siciliana, raccolti in un film poetico e vero. Quattro decenni raccontati attraverso la vita di un uomo onesto e sempre fedele ai suoi principi. I Racconti della Domenica, presentato alla Casa del Cinema di Roma e in sala da giovedì 10 novembre, riunisce un cast tutto siciliano: dal palermitano Alessio Vassallo alla messinese Stella Egitto, i due protagonisti della storia. Di Messina anche Nino Frassica, con un ruolo breve ma importante; catanese il regista Giovanni Virgilio.

Girato per lo più a Castiglione di Sicilia, la storia del film parte dal 1934 in un paesino siciliano chiamato Montesoro. Francesco è solo un bambino quando il padre parte per l’America. La scena, bellissima, è stata una delle sfide più grandi del film, e cioè quella di “ricostruire interamente in digitale il porto di Messina con i suoi migranti – racconta il regista – Nel primo atto del film, il nostro protagonista è un bambino e quindi in questa ricostruzione abbiamo voluto dare la sensazione di essere in un videogioco con l’idea di far avvicinare anche i bambini a questa storia“.

A suo padre Francesco lui scriverà una lettera ogni domenica, raccontandogli della sua vita. E lo farà per sempre. Senza mai ricevere risposta. La madre fa del suo meglio, il primo figlio (Paolo Briguglia) è già prete come lei aveva voluto, e il secondo lo vorrebbe medico. Ma quando si ammala, è costretta a metterlo in collegio. Francesco legherà molto con uno dei custodi, Don Peppino (Nino Frassica), che darà la sua vita per salvare i bambini dell’istituto quando il paese verrà bombardato durante la guerra. Francesco legherà anche con Ture (Emmanuele Aita), un ragazzino meno avvezzo alle regole e all’onestà rispetto a lui. E quando i due saranno grandi, si rincontreranno e Ture aiuterà Francesco ad entrare in politica, una politica già sporca, ma non nell’ideale di Francesco per il quale diventare sindaco è l’unico modo per aiutare i suoi compaesani, per lo più allevatori, ad avere una vita migliore.

Francesco non è stato un personaggio semplice da interpretare – ci racconta Alessio Vassallo proprio perché la parola chiave del film per me non è la politica, ma il racconto, che oggi purtroppo un po’ si è perso. Invece noi viviamo di racconti, quelli dei nostri nonni e dei nostri genitori, e mi auguro che questo film possa spingere un po’ tutti a ritrovarsi e raccontarsi. Proprio come accadeva la domenica al sud, quando ci si ritrovava tutti e ognuno raccontava la sua. Per questo Francesco scriveva al padre tutte le domeniche. E per questo io mi sono attenuto ai racconti del regista, visto che la storia è quella di suo nonno, e attraverso questi racconti ho cercato di costruire il mio ‘uomo per bene’. Lo siamo tutti credo, poi nel corso della nostra vita veniamo attratti dai compromessi, più o meno gravi”.

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Ma l’incontro della sua di vita per Francesco sarà quello con Maria, donna mite ma determinata, che condivide tutti i suoi valori. Si ameranno per sempre sostenendosi a vicenda, fino alla fine.  Ad interpretarla è un’intensa Stella Egitto, bravissima nel temperare il carattere del suo personaggio mantenendolo forte, alla quale abbiamo chiesto come è riuscita a farlo: bene nel

Ho ascoltato con attenzione i racconti che mi sono stati fatti di questa donna dagli sceneggiatori e dal regista. L’abito da sposa che indosso in una scena del film, è il vero abito da sposa di Maria. E potete immaginare con quale dose di emozione io mi sono apprestata a raccontare una storia così vicina al regista. E anche la sua fermezza e la sua essenzialità, perché Maria era una donna di poche parole, ma molto centrata, ed è stata il perno, assieme a Francesco, della loro storia d’amore. Ed è stato bellissimo, io amo molto questo tipo di preparazione“.

Stella, come sarebbe oggi Maria? Se ha avuto il coraggio di rifiutare un matrimonio combinato a quei tempi, rinunciando al sicuro per seguire un idealista che, a fiuto, aveva sentito essere l’uomo della sua vita, mi viene da dire che oggi rifarebbe esattamente lo stesso, ovviamente con le maggiori possibilità di espressione che abbiamo adesso, con le molte più possibilità di mettere la faccia nelle battaglie che facciamo e nella cose in cui crediamo. Se Maria è stata rivoluzionaria allora, oggi sarebbe veramente portatrice di una bandiera”.  

Tu eri anche nel precedente film di Giovanni Virgilio, Malarazza, che differenza c’è tra la Sicilia di quel film e quella de I Racconti della Domenica

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Abbiamo raccontato una storia che attinge da una nostalgia, quella di una Sicilia lontana da Malarazza che mostrava una realtà di periferia. Una Sicilia con un ritmo ‘altro’, forse di una fiaba, nonostante tutto, una storia antica che si specchia in un moderno in cui ci si riscontra, perché il tema del compromesso, del rimanere fedeli a chi si è, a rischio di perdere la comodità e la sicurezza, è tanto attuale. Però abbiamo cercato di raccontarlo con un altro mondo, che è il mondo che parte dalla metà degli anni Trenta e arriva fino all’omicidio di Aldo Moro, quindi a cavallo degli anni Settanta”.

I pranzi della domenica in famiglia hanno sempre qualcosa di speciale. Almeno nella di mia famiglia – ricorda il regista – una famiglia siciliana che la domenica si riunisce in una tipica cucina che in quella giornata sa sempre di parmigiana e caponata, mista all’odore dell’immancabile pianta di basilico posta sul davanzale della finestra in attesa di essere utilizzata per preparare la pasta alla norma. Alla fine del pranzo, tra un caffè e un limoncello, si raccontano tante storie del passato di solito sempre le stesse e spesso e volentieri alcuni commensali fanno anche finta di non conoscerle per non dispiacere il narratore. Fu proprio in una di quelle domeniche che ho deciso di raccontare questa storia, la storia di Francesco, che pare sia stato uno dei sindaci siciliani più giovani del dopoguerra, se non il più giovane, e che tutte le domeniche scriveva al padre emigrato in America dalla Sicilia”. Nel cast anche Francesco Foti, Vincent Riotta, Rita De Donato, Federica De Benedittis.

Patrizia Simonetti

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