RAIMONDO DEL POZZO, IL FILOSOFO MESSINESE DIMENTICATO

 

Il 30 ottobre 1694 in terra di Puglia presso Vieste, all’età di sessantadue anni, concludeva la sua vita un grande filosofo messinese ormai dimenticato dalla sua città natale. Il nome di questo nobile erudito peloritano è Raimondo Del Pozzo Principe del Parco. Raimondo era nato a Messina il 17 gennaio 1622 da un’antica famiglia e si formò culturalmente in riva allo Stretto.

Documentati alcuni sui viaggi in Spagna, come i suoi studi a Roma presso il prestigioso Collegio Romano. In questo istituto ebbe come maestro per ben tredici anni il gesuita, futuro cardinale e grande erudita Francesco Sforza Pallavicino. Sempre nella Città Eterna fu ordinato sacerdote nel 1649 entrando nell’ordine religioso dei gesuiti.

Sicuramente ritornava spesso a Messina ove nel 1656 pubblicò la sua prima opera: Il Circolo Tusculano. Questo importante lavoro filosofico si compone in più parti. In una Del Pozzo descrive le sue convinzioni di ambito teologico sostenendo la presenza di profonde verità come la SS. Trinità.

Attraverso il testo il filosofo coglie l’occasione per scrivere anche di aspetti scientifico, discutendo addirittura le dottrine di Copernico e Galilei, che però respinge perché contrarie alla fede cristiana, e si cimenta anche con l’astrologia. In altra parte descrive la Fisica e il De coelo di Aristotele attraverso il confronto con gli autori antichi.

Autore di numerose pubblicazioni filosofiche, visse tra Messina e Roma

Ritornato a Roma, fa stampare nel 1658 la Romana veritas contra haereticos. Quest’altra importante opera è dedicata a papa Alessandro VII e si divide in tre parti, narrando la storia dei concili e delle sette ereticali. Appena un’anno dopo, a conferma del suo stretto legame con la sua città d’origine, alcune sue poesie compaiono in una raccolta di poesie de soci dell’Accademia della Fucina di Messina.

La cattedrale di Vieste

Raimondo Del Pozzo faceva parte di questa importante istituzione culturale messinese con il nome di Negletto. Entra a far parte dell’Ordine di Malta nel 1660, ottenendo anche la Commenda di Alcina. Altra opera è il Sylva brevis in cui documenta anche gli interessi della didattica della filosofia, presentando un elenco delle principali dottrine filosofiche e teologiche. Tra le ultime pubblicazioni il Brevis notitia casuum conscientiae dove sono descritti i precetti della Chiesa. Al culmine della sua carriera, papa Clemente IX nel 1668 lo nominò vescovo di Vieste, nell’odierna provincia di Foggia, ove rimase il resto della vita.

Nel 1684 gli fu proposta la più importante diocesi di Nazareth ma rinunciò, preferendo rimanere in Puglia. Alla sua morte lasciò alla sua diocesi una eredità di 1.000 scudi e la sua preziosa biblioteca. La sua città non gli ha dedicato neppure una strada, sarebbe in questo caso semplice utilizzare la già esistente via Del Pozzo tramutandola ufficialmente in via Raimondo Del Pozzo.

Marco Grassi

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