“Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi”

Inserita all’interno del calendario della Milano Fashion Week, la mostra dedicata al grande maestro della fotografia del novecento, Richard Avedon. Una celebrazione dei suoi 60 anni di carriera che lo hanno reso celebre e considerato una dei più importanti fotografi di moda.
L’inaugurazione di “Richard Avedon, Relationships” è avvenuta il 22 settembre ma ci sarà tempo per visitarla fino al 29 gennaio 2023 al Palazzo Reale di Milano.
Una mostra-evento, organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore, con 106 immagini provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography (CCP) di Tucson (USA) e dalla Richard Avedon Foundation (USA) che ripercorrono tutti i momenti salienti della sua arte fotografica e la sua innovazione, oltre che intuizione per diversi talenti.
Il percorso espositivo
L’arte di Richard Avedon è palpabile già dall’ingresso. Un’atmosfera magica ed allo stesso tempo semplice fatta di luci soffuse e sfondi bordeaux, blu notti e grigi trasportano nel suo mondo fotografico. Ogni sua foto, già al primo sguardo, riesce a far emergere delle forti sensazioni e a far comprendere il suo grande genio. Il percorso si sviluppa in dieci sezioni: The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists / Musicians and writers / Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace. Ma i due temi principali attorno al quale ruota sono i ritratti e le fotografie di moda.
I ritratti di Avdon
“I miei ritratti riguardano più me stesso che le persone fotografate”
I ritratti sono quelli che lo resero celebre a partire dal 1969, anno in cui sviluppa quello stile peculiare per cui è noto. Sfondo rigorosamente bianco e figure in risalto nere, nei quali il maestro è riuscito a tirar fuori la personalità del soggetto raffigurato, attraverso le movenze, gli sguardi ed i precisi dettagli visibili. Foto così prese da vicino da dare una sensazione di intimità, eliminando tutti gli elementi di distrazione. Per lui l’ausilio di una macchina fotografica di grande formato, scattando ad una distanza tanto ravvicinata da permettere al soggetto di riempire gran parte dell’inquadratura, era fondamentale. L’interazione tra figura e vuoto, tra corpo e spazio, tra forma solida e potere definente del bordo è la chiave della potenza delle sue immagini insieme alla centralità totale del personaggio nello scatto.
Sorprendenti ritratti delle celebrità tappezzano la mostra. Tra i più famosi presenti quelli realizzati per le iconiche top model Veruschka, Twiggy e Lauren Hutton e le star del cinema Katherine Hepburn, Humphrey Bogart, Brigitte Bardot, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Sofia Loren. E poi musicisti come i The Beatles, oltre ad Andy Wahrol e il Dalai Lama.




La moda secondo Avedon
“Sono sempre le persone a stimolarmi, quasi mai le idee”
Dopo i suoi primi lavori, ciò che spinse la carriera del fotografo fu la moda. Nello specifico l’essere entrato a far parte delle riviste di “Harper’s Bazaar” e “Vogue”, in periodo compreso dal 1944 al 1988. Per loro scattò delle immagini semplici nelle quali raffigurava degli ambienti quasi cinematografici dove le persone amavano divertirsi, includendo così lo spettatore ad immaginare la trama che stava dietro quell’attimo impresso. Le modelle pertanto come delle attrici recitavano il loro ruolo. Queste possono essere definite come le opere giovanili di Avedon perché la rivoluzione nella fotografia di moda arrivò in un secondo momento.


Decide di spostare il set fotografico fuori dallo studio e di dar libertà assoluta ai movimenti delle protagoniste cogliendole nella loro vitalità. Riesce, attraverso questa tecnica, a mettere in evidenza la forma e la materialità degli abiti che indossano, dando vita ai tessuti. Con le pose dinamiche sottolinea le potenzialità dinamiche della moda. Oltre a non pensare più ai soggetti nella loro staticità, ma solo nel renderle protagoniste.
Una sezione, l ‘ultima della mostra, è dedicata alla collaborazione di Avedon e Gianni Versace dal 1980. Il maestro di fotografia fu uno dei primi ad intuire il genio dello stilista calabrese, la sua modernità ed il suo potenziale per il futuro, immortalandoli. Le figure sono assolute protagoniste degli scatti ed evidenziano la forma e la materialità degli abiti che vengono indossati. Ne è esempio iconico la campagna per la collezione primavera/estate 1993, che vede protagoniste Linda Evangelista, Christy Turlington, Kate Moss, Aya Thorgren, Shalom Harlow. Un rapporto ventennale l’ho legato alla maison della medusa prima con Gianni e poi concluso nel 1998 con la sua ultima campagna che presentava la prima collezione da Donatella Versace come direttore artistico del marchio. Avedon è stato capace non solo di capire gli intenti degli stilisti, ma di tradurli in immagini.



All’interno della stanza del Palazzo Reale le video- interviste di Gianni e Donatella Versace a proposito della genialità di Avedon e del loro rapporto.
“Le immagini di Avedon ci raccontano la loro storia senza ricorrere alle parole. Catturano un momento nel tempo eppure rimangono eterne”
Il fotografo americano rimarrà per sempre quel punto di riferimento e di svolta di cui fotografia aveva bisogno per assumere l’importanza che ad oggi ha.
Mariacristina La Rosa