Torna ad accogliere studenti e visitatori la Factory smart recycling dell’ingegnera Linda Schipani, creatrice di uno spazio museale a Maregrosso che è riuscita a coniugare arte e ambiente facendo rivivere oggetti di scarto e riportando a nuova vita pezzi industriali destinati alla distruzione. Dopo lo stop per la pandemia gli studenti sono tornati per esplorare il mondo incantato della Factory. “In questi due anni- dice Linda Schipani – le ispirazioni artistiche sono continuate, sono riuscita, anche a distanza, a coinvolgere gli artisti con mostre on line e racconti video, l’arte è qualcosa difficile da fermare”.
Dall’industria di famiglia alla Factory
Lo studio di Linda Schipani si trova in via Croce Rossa, nasce nell’industria di famiglia uno stabilimento di costruzioni elettromeccaniche dove si realizzavano i trasformatori per l’Enel e gli impianti per l’illuminazione pubblica per la città. Concluso quel periodo i materiali non più utilizzati sarebbero finiti per essere distrutti se l’estro, la fantasia, l’ingegno di Linda non le avessero consegnate a nuova vita.
“Tutti i residui dell’attività produttiva – racconta – sono stati trasformati dal 2008 ad oggi in elementi di design e in oggetti d’arte. Ho coinvolto circa 200 artisti che sono stati impegnati a trasformare prevalentemente scarti di impianti elettrici in opere d’arte. La Factory, infatti, ospita la produzione artistica di oltre 200 artisti e raccoglie testimonianze storiche di archeologia industriale che riguardano la nostra città”.
Guardare gli oggetti con occhi diversi
Gli studenti sono affascinati da quello che si trova nel museo, attratti da forme e oggetti originali: “sono incantati- racconta Linda Schipani – spesso mi dicono che non riescono più a guardare le cose con gli stessi occhi, questo mi dà molta soddisfazione perché il laboratorio non è solo uno spazio museale, una normale mostra d’arte ma è una “esperienza”, molti mi hanno detto proprio questo: è una emozione trasmessa dagli oggetti”.
L’arte legata all’ambiente
Qui i ragazzi imparano che il riciclo degli oggetti può essere arte: “Quando mostro dei gioielli bellissimi che indosso con orgoglio dicendo che prima erano una bottiglia, capiscono le potenzialità che può avere ogni oggetto, credo che la mia Factory riesca a dare questo insegnamento: spinge i ragazzi a guardare oltre la bottiglia o l’oggetto da buttare, dico sempre qua sarebbe stato buttato tutto mentre per noi ogni cosa può diventare altro”.
“La mia Factory – aggiunge – è aperta principalmente ai ragazzi ed ai turisti interessati ai tour d’arte, soprattutto di arte all’insegna dell’ambiente. Dare la possibilità di fare percorsi che legano la cultura all’ambiente è molto interessante cosi come vedere aziende e realtà che si muovono su temi dell’ambiente, tuttavia è uno spazio privato che può aprire a gruppi solo per appuntamento non avendo la città grossissimi movimenti”.
Gabbie d’artista
Durante i due anni di chiusura Linda ha organizzato vernissage on line e gli eventi “Pergamena d’Artista 1″ e “Pergamena d’Artista 2” coinvolgendo in tutto 65 artisti che hanno lavorato su una carta particolare che si usava nella costruzione dei trasformatori, da sola ha realizzato “Gabbia d’artista”, un cortometraggio. “E’ un racconto del periodo del Covid – spiega – partendo da grandi gabbie per cani che erano in terrazza, durante il lockdown mi sono trovata a voler raccontare quel periodo e l’ho fatto all’interno di queste gabbie perché eravamo tutti un po’ come carcerati”.
Fare arte a Messina è possibile
Linda Schipani è una messinese innamorata della sua città per lei è possibile fare arte a Messina “è una città che dà tantissimo a livello di arte, bellezza ed energia tuttavia mancano gli stimoli, gli eventi, ma quando ci sono gli artisti rispondono. Per me fare arte a Messina è bellissimo è la mia città, gli artisti che ho incontrato sono stati disponibili, raggiungibili e creativi , sono innamorata di Messina e stare nel luogo che ami per me è il massimo”