IL TESORO NASCOSTO…
Il riflesso della luce è così intenso che sembra quasi tra le pieghe dell’acqua si nascondano tesori meravigliosi, oro, argento, diamanti e pietre preziose. Il lago di Ganzirri si è presentato in tutta la sua naturale e prorompente bellezza in queste mattine di inizio autunno, calde come se l’estate non volesse decidersi a lasciarci, facendo da cornice ai tre week end “Le vie dei tesori” alla scoperta di arte, mistero, scienza e natura.
E i tesori li nasconde davvero, sotto la sua sabbia sottile e ferrosa, piccoli scrigni di puro piacere che arricchiscono le tavole e deliziano i palati in ricette sopraffine: le vongole.
TRE CATEGORIE, GUSTO UNICO E PRELIBATO
“Rizze, veraci, lisce o femminedde” tre categorie tutte coltivate con grande professionalità e passione dai “pescatori del luogo” che vantano tre secoli di storia per l’allevamento di questo mollusco unico e prelibato.
L’origine del lago risale dell’inizio del ‘700, quando qui c’era una palude: vennero aperti dei canali di collegamento, come in questo caso con il Mar Ionio, da parte della marina inglese durante il periodo dei Borboni. Tutto è però rimasto identico nel tempo e, le acque che confluiscono sono il punto di collegamento tra le due correnti che bagnano Messina, il freddo Ionio da una parte e il caldo Tirreno dall’altra.
IN BARCA CON I “COCCOIULARI”
Le piccole imbarcazioni colorate che lo attraversano con al “comando” i pescatori, sembrano aver cristallizzato nel tempo un’immagine antica e nuova che ci porta lontano, quando la produzione delle vongole era il principale fondamento economico della popolazione. <<Non vi era famiglia a Ganzirri – ci dice Lillo Mangraviti vicepresidente della cooperativa Lago Grande di Ganzirri – in cui la risorsa principale non fosse il pescato e la vendita dello stesso. È una cultura, quella della coltivazione delle vongole, che si tramanda da secoli. Mio nonno fino ad un’età avanzata è rimasto in attività e mi ha trasmesso questo amore per il lago>>.
IL LAGO… AMORE PER LA VITA
È un amore vibrante che permea attraverso il suo racconto, che traspare nelle pieghe dell’acqua e si diffonde assieme all’odore salmastro e pungente. Il sale non si attacca sulla pelle come nel mare, ma ti entra dentro e ti pervade, si insinua nella mente e resta perenne a memoria di questo luogo fantastico e magico.
<<Il lago dovete immaginarlo come un grande campo da arare – ci dice ancora Mangraviti – se ogni giorno ci mettiamo cura e ci prodighiamo affinché tutto sia in ordine, il raccolto sarà proficuo>>.
300 ANNI DI STORIA…
Ed è davvero un grande impegno quello che svolgono i produttori muniti di coppo e rastrello <<E’ un lavoro principalmente di braccia e schiena – prosegue mostrandoci le operazioni da fare – si parte con la pulizia della sabbia per permettere ai molluschi l’attecchimento, e, una volta che si passa alla raccolta, si esegue la selezione. Abbiamo tre tipi di vongole nel pantano rizze, veraci, lisce o femminedde, lo strumento che usiamo si chiama “coppo” ed è lo stesso da generazioni, un bastone di abete rosso per lavorare il fondo del lago. Usiamo una diversa maglia e anche dentatura, dipende dalla tipologia di vongole e quindi della profondità in cui vivono. La rizza è più ruvida, più bombata (oltre che corposa e dal frutto colorato più duro), e ha i sifoni separati (le cannucce che fuoriescono dalla conchiglia) arrivando anche a 10 centimetri sotto terra (in questo caso sono da prendere a mano)>>.
Le vongole, “cocciole” vengono coltivate nelle secche che devono costantemente essere “pulite” per permettere ai molluschi di nutrirsi del plancton presente nel lago. I “cocciulari”, nello scegliere la tipologia, predispongono altresì degli spazi specifici (secche) in cui coltivarle separatamente. <<Le vongole vengono selezionate – prosegue Mangraviti – in base alla loro dimensione ed alla loro tipologia. Stiamo cercando di ottenere un prodotto di alta qualità che possa essere considerato come l’eccellenza del settore>>.
LA COOPERATIVA LAGO GRANDE E LA PROLOCO CAPO PELORO
La Cooperativa Lago Grande si occupa, quindi, della pesca e la Proloco Capo Peloro gestisce le attività turistiche <<Siamo circa 60 soci – aggiunge Mangraviti – di diverse fasce d’età, ma tutti accomunati dalla passione e dalla voglia di portare avanti una realtà che ci appartiene nel profondo>>.
Il lago è stato, infatti, negli ultimi dieci anni molto riqualificato. Sono presenti, inoltre, anche attività sportive legate al canottaggio che, grazie anche alla costanza ed alla tenacia, hanno permesso di puntare i riflettori su molte attività <<Ricordiamo che – conclude Mangraviti – abbiamo un campione sportivo di grande spessore che si allena nel lago, Giovanni Ficarra che ha portato a casa molti successi>>.
Lasciamo il lago con il suo sapore metallico nel cuore, certi che, nella sabbia di origine vulcanica è rimasta ancorata anche una parte di noi.