Ci sono incontri fugaci, brevi, incontri che durano il tempo di un paio di battute, incontri nello spazio di un’intervista, una di quelle diverse, sentite, di quelle che ti fanno capire di aver incontrato una persona davvero straordinaria.
È questo quello che è accaduto con Marta Cutugno, collega giornalista, Artista poliedrica, docente e mamma a tutto tondo.
NESSUNA PRETESA DI PIACERE NEMMENO A ME STESSA
<<Io sono fondamentalmente una mamma – ci dice, con un sorriso limpido ed aperto che lascia trasparire un’anima profondamente sensibile – sono anche una giornalista e sono un’insegnante. L’arte è il tocco “in più” una cosa che sento dentro e che deve uscire. >>
Parla a ruota libera, senza domande, Marta ci racconta di lei con una freschezza ed una genuinità che puoi trovare solo con amici di vecchia data <<Non ho la pretesa d piacere nemmeno a me stessa – prosegue – anzi, al 90% ciò che faccio non mi piace, ma sento comunque di doverlo fare, è qualcosa che nasce dentro e deve necessariamente esplodere, come un canale che trova spazio da solo>>.
LA PITTURA E’ PARTE INTEGRANTE DI ME
Marta sorride e, raccontando, si illumina, come tutti gli artisti che dell’Arte stessa sono parte integrante <<Non ho studiato tecniche di pittura – sottolinea – quello che faccio deriva anche molto da ciò che ho appreso da una bravissima insegnante di Arte a scuola che ci trattava come piccoli artisti facendoci utilizzare e sperimentare ogni tipo di tecnica ed ogni materiale possibile. Così ho imparato a conoscere il mondo della pittura che fa parte di me sin dall’adolescenza e che è riesplosa nella sua potenza viscerale sette anni fa circa. Non nasco pittrice, non ho nemmeno la pretesa di esserlo. Ho trascorso la mia vita a suonare il pianoforte, mi sono diplomata al conservatorio e trascorrevo le mie giornate suonando per dodici – tredici ore circa>>.
GLI OBLO’ COME FINESTRA SULL’INFINITO
Il posto in cui ci troviamo è una cornice perfetta alla nostra chiacchierata, il cielo diviene rosato a poco a poco e, sullo sfondo del grande schermo del cinema all’aperto dell’area Iris, arrivano piccole, ma profonde sfumature del profumo dell’acqua salata <<La spinta verso la pittura è venuta fuori qualche anno fa – prosegue Marta – da lì sono arrivata al tondo, gli oblò. La tela tonda è particolare – precisa – mi dava l’idea dell’infinito; per antonomasia tutto ciò che è tondo, è circolare, è infinito e poi, lo stesso oblò della nave con l’affaccio sul mare, rende quell’idea di profondità, il mare stesso è infinito e io nasco con i piedi nell’acqua salata – ci dice sorridendo – prediligo l’uso dei colori ad olio, perché li plasmi, l’olio lo senti nella mani, scivoloso e prezioso, ma uso anche tanti materiali di recupero. Accumulo molte cose nel loro primo ciclo vitale terminato, in attesa di fargli avere una nuova vita>>.
L’ARTE SPAZZA LA NOSTRA ANIMA DALLA POLVERE DELLA QUOTIDIANITA’
<<Ho un progetto in cantiere – conclude – che vedrà coinvolta anche la didattica nell’arte. Diciamo che in generale il mio unico obiettivo è non prendermi sul serio… ciò che creo mi dà più gioia nel farlo, nel costruirlo, nel darle vita, che ad opera conclusa>> sorride ancora ancora Marta, lo fa sempre, lo fa con i soli occhi che trasmettono davvero il mare e l’infinito dei suoi oblò <<del resto, per il giudizio ho già un critico a casa, mia figlia>> aggiunge, infine, sorridendo ancora.
<<L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità.>> Diceva Pablo Picasso e, in questa frase, c’è tutto ciò che Marta ci ha trasmesso, un riflesso del suo infinito, dei suoi oblò, dei suoi profondissimi occhi e del suo amato mare.