Quella della Festa della Matricola, a Messina come in molte altre città italiane, è stata un’istituzione per decenni. Si teneva in primavera ed era un momento goliardico di pura festa, durante il quale la città era letteralmente nelle mani dei giovani universitari, che esprimevano la loro gioia con scherzi, beffe, cortei in strada. Per qualche giorno a loro tutto era concesso.
La goliardia era il punto cardine e per organizzare una tale manifestazione esisteva un Ordine goliardico messinese, il “Sacer Ordo Zammarae Seanatus Universitas Messanae”, ovvero il Sacro Ordine della Zammara, di cui facevano parte gli studenti vicini alla laurea. Il capo assoluto della festa era il Grifo, rappresentato dal giovane più in vista all’Università, che organizzava, dopo aver consultato gli “anziani” la manifestazione.
Santa Madre Goliardia.
Calogero Centofanti fu uno fra i più celebri Grifo . Ricoprì questa carica dal 1967 al 1969, quando conseguì la laurea. Oggi, a Me Style, racconta il suo ricordo, quello di una delle ultime generazioni che ha avuto la fortuna di vivere la Festa della Matricola, che a Messina non si tiene più dagli anni ’70.
Cosa era la Festa della Matricola?
“Era una grande manifestazione che si svolgeva in aprile, in piazza e lungo le strade della città, dove sfilavano migliaia di studenti, accompagnati da grandi carri allegorici.
Si svolgeva in tre fasi:
- la prima giornata si teneva la caccia alla matricola, e i nuovi arrivati dell’Università dovevano offrire pranzi, cene, qualcosa al bar ai più anziani;
- la seconda si teneva il processo della matricola, a piazza Università, dove la matricola era sottoposta a pegno;
- poi c’era la famosa gara dei “carretteddi”, piccoli carri che percorrevano via Tommaso Cannizzaro, da Gravitelli alla piazza dell’Università.
La sera del venerdì si svolgeva il cosiddetto grande corteo: gli studenti divisi in gruppi, vestiti del tradizionale cappello e mantello percorrevano via Cesare Battisti e si recavano al Comune, per ricevere dal Sindaco le chiavi di Messina. Gli studenti diventavano i protagonisti e primi cittadini”.
In quale arco temporale si svolse la Festa della Matricola a Messina?
“Nasce dopo il terremoto del 1908 e nonostante le guerre, durante le quali si sospende, per anni si tennero questi raduni goliardici. Dal 1948 in poi, dopo la guerra la festa viene ripresa e fino al 1968 si è svolta in maniera puntuale e solenne. Tra il 1969 e il 1971 man mano lo spirito goliardico della festa si indebolisce”.
Raccontaci la tua esperienza da Grifone.
“A Messina la più grande Festa della Matricola, della quale sono stato protagonista si è celebrata il 26 e 27 aprile 1968, alla quale hanno partecipato oltre 15mila studenti universitari siciliani e calabresi.
Io sono stato grifone tra il 1967 al 1969, ero chiamato Calogero duo decimo. I grifoni non erano gli studenti più grandi in realtà, ma quelli più stimati e in vista. Io mi sono aggiudicato questa carica per aver portato avanti varie iniziative in quegli anni all’Università di Messina”.
L’episodio che ti ha reso famoso è stato il Furto di Mata.
Il 18 agosto 1968 abbiamo deciso di rapire Mata. Siamo partiti dall’idea che il Grifone non poteva stare da solo, aveva bisogno della sua compagna naturale che era Mata.
In quei giorni i due giganti erano esposti a largo san Giacomo, abbiamo deciso di attirare l’attenzione dei Vigili dicendo che nella via adiacente c’era stato un incidente e un uomo si era allontanato con un motorino senza prestare soccorso. Il Vigile accorre, in quel momento noi riusciamo a trainare Mata lungo la via Cesare Battisti in salita.
Era estate e nonostante ciò, senza l’aiuto dei social, eravamo circa 150 studenti universitari riuniti per compiere quell’impresa. All’altezza dell’ingresso posteriore dell’Università, da dove entrano le macchine, le forze dell’ordine ci hanno fermati. Il progetto è fallito.
Com’erano Messina e l’Università in quegli anni?
In quegli anni Messina era una città diversa, più bella, l’Università era stupenda, c’erano grandi professori, verso i quali si nutriva grande rispetto. Si creava un rapporto particolare anche con i giudici del Tribunale, dirimpettai dell’Università. Quello che Messina non sa è che quando c’era la Festa della Matricola, andavamo in Tribunale a presentare le delegazioni delle città.
C’era gioia, Messina viveva veramente. C’erano queste manifestazioni spontanee, organizzate dagli studenti, ovviamente con il contributo dell’Università, degli enti pubblici. Nessun tentativo fraudolento, ma esclusivamente gioia. I messinesi partecipavano a migliaia, per vedere questo corteo fantasmagorico on i carri che rappresentavano le facoltà, che poi si muoveva per le vie della città, del centro.
La Festa della Matricola oggi sarebbe qualcosa di impressionante, ma ci vorrebbe. Ci vorrebbe un risveglio degli studenti, perché i giovani sono i nuovi eroi.
*Si ringrazia per le foto Nanda Vizzini, archivio Michelangelo Vizzini.