“IN AMERICA HO LAVORATO CON CLOONEY”: L’ATTRICE BARBARA BACCI SI RACCONTA

«In America ho lavorato con George Clooney, anche se era un ruolo piccolo: il set era quello di “Confessione di una mente pericolosa”, dove lui era un attore ma anche il regista». L’attrice italiana, Barbara Bacci ripercorre con noi la sua carriera, a pochi giorni dalla prima nomination come migliore attrice non protagonista ai prossimi Premi David di Donatello.

Pochi giorni fa la grande notizia, la nomination ai David per il film “Lui è mio padre“, regia di Roberto Gasparro. L’attrice ci racconta una grande emozione, ma anche l’intenzione di rimanere con i piedi per terra.

«Siamo tante nominate, tra noi verranno scelte le cinque finaliste che saranno a teatro per la premiazione. Io sono molto grata e onorata di essere tra queste prime nomination, non me lo aspettavo. È ancora un primo passo, seppur importante. In questo riconoscimento influisce anche tanto l’alta qualità del film».

Che ruolo hai in “Lui è mio padre”?

«Nel film interpreto Elisabetta che è una moglie frustrata e sofferente, anche se cerca di non dimostrarlo. Soffre perché scopre che il marito la tradisce con la sua migliore amica. Non ha ancora nessuna conferma ma sente, da donna, che qualcosa non va. Il film è già uscito in una piattaforma streaming.  È stato un ruolo molto importante per me, in una location bellissima, mi sono trovata bene e ho avuto a che fare con artisti di grosso calibro.

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È secondo film con Gasparro, prima ho partecipato alla produzione di “Qui non si muore”, dove ho interpretato un personaggio molto diverso, che era una contessa di altri tempi. È stato divertente perché l’abbiamo girato in un paesino piemontese. Era ambientato nei nostri tempi però c’era questa contessa che abitava in questo castello, molto altezzosa, di altri tempi, però allo stesso tempo comica».

Un lavoro che ti appassiona, come è iniziato tutto?

«Fin da piccola inizio a studiare danza classica, che ho continuato a livello professionistico. Per un periodo della mia vita sono stata in Canada per lavoro, ho persino ottenuto la cittadinanza perché ci sono rimasta per più di vent’anni. In America gli artisti sono più completi, io studiavo solo danza e i miei amici ballerini studiavano anche recitazione e canto. Ho provato la recitazione e non mi sono più fermata. Ho capito subito che sarebbe stata la mia vita. Ho studiato tanto a Montreal, Toronto, New York».

Poi sei passata dallo studio al lavoro?

«Con il lavoro ho iniziato in teatro e poi sono passata a piccoli ruoli al cinema. Essendo in America pur parlando in inglese avevo difficoltà con l’accento.

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In una di queste esperienze ho lavorato con George Clooney, di cui ho tanti bei ricordi. Un giorno, sul set stavamo mangiando in pausa pranzo. Lui è una persona meravigliosa, il signore dei signori e mangia con tutto lo staff dei set quindi eravamo seduti vicini. Alle mie spalle c’era la porta d’ingresso. A un certo punto parte un applauso, si alzano tutti in piedi, io non capisco a chi applaudono. Mi volto e vedo Brad Pitt e Matt Damon. Sorpresa penso: ”no va beh”… Ovviamente poi si sono seduti al nostro tavolo».

A un certo punto, però, sei tornata in Italia.

«Sono tornata in Italia e ho continuato a recitare, un po’ alla volta ho iniziato a lavorare. Il primo film che ho girato in Italia è stato “L’aquilone di Claudio”, del regista Antonio Centomani. Il quel ruolo ero un’ex modella molto cattiva. L’opposto di me».

Qual è stato il tuo film preferito in Italia?

Il film che mi è piaciuto più fare è stato “La vita Promessa” con la regia di Ricky Tognazzi. Faccio Morine, la segretaria americana del protagonista. Una produzione Rai, in grande, la location era negli Studi ma era ambientato negli anni ’20 a New York. Ho adorato tutte le acconciature e gli abiti di scena e soprattutto il mio personaggio.

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