Inaugurato nel lontano 1977, oggi dell’edificio culturale che è stato decenni fa rimangono solo le macerie. Parliamo del Teatro in Fiera di Messina, da anni ormai simbolo di abbandono, spesso bistrattato dalla comunità che non vi vedeva più nessuna utilità.
Entro meno di un anno nello spazio che prima era occupato dal Teatro, sorgerà un nuovo edificio che assomiglierà in alcuni aspetti architettonici il suo predecessore, per darvi nuova vita. Almeno questo è l’intento dell’Autorità Portuale, che sta ristrutturando l’intero complesso fieristico.
Nonostante le buone intenzioni il progetto sul nuovo edificio ha fatto storcere il naso a una grossa fetta di messinesi, che lo reputano invece un’enorme ostruzione alla splendida vista sullo Stretto. Così tra un parere e un altro la polemica si è trasformata in battaglia, tra chi vuole dare un’opportunità all’Autorità, che ha già investito i fondi nel progetto e chi proprio quel mega edificio non lo vuole.
Demolizione Teatro in Fiera: come tutto ha avuto inizio.
Ma andiamo per gradi. Un anno fa, prima del lockdown, l’Autorità portuale ha affidato i lavori per la demolizione del vecchio Teatro in Fiera e la costruzione di un nuovo edificio. Secondo il progetto questo nuovo palazzo sarà lungo 80 metri, a due piani. Nel piano inferiore andrà collocato un grande atrio, alcune sale più grandi (conferenze, di rappresentanza) e delle piccole sale riunioni. In quello superiore si troveranno gli uffici dell’Autorità portuale e un’altra apia sala conferenze, che potrà ospitare anche spettacoli.
Il mese scorso inizia la demolizione. Passare davanti al Teatro in Fiera che man mano spariva era sempre più triste. Fino a che l’ultimo mattone non è stato distrutto e oltre al cumulo di macerie è apparsa la bellissima vista sullo Stretto. Da quel momento scoppia la polemica.
La petizione di MessinAccomuna.
La parte della città che chiede a gran voce il blocco dei lavori è appoggiata anche di MessinAccomuna, che ha avviato una petizione, per chiedere alla Regione che venga apposto un vincolo di carattere paesaggistico.
“Alle ruspe, e ai loro operatori, che hanno restituito la visione del mare nel centro della città – dicono i rappresentanti del laboratorio di partecipazione – vorremmo dare un premio perché con un gesto semplice (demolire è più facile e meno costoso che costruire e in casi come questo vale molto di più) hanno ridato a noi cittadini una prospettiva bella e immediata. Bella perché la vista dello Stretto è un immagine che tutti noi abbiamo e sentiamo dentro e ci era stata negata, forse avevamo dimenticato la bellezza di quello scorcio ma è bastato rivederla per sapere che è nostra e ci appartiene e adesso se anche lei si schiera con i messinesi possiamo riaverla. Non possiamo sostituirci a lei ma siamo pronti a fare la nostra parte per condividere le responsabilità di una scelta inusuale e forse difficile che in città ha già qualche precedente ma non di questa importanza”.
Poi ci sono i social…
Il dibattito non manca nemmeno sui social. Dove tra un “non sarebbe bellissimo lasciarlo libero?” e un “quando era lì fermo inutilmente nessuno si è mai interessato”, la divisione si fa sempre più netta. Come finirà? Non lo sappiamo ancora. Intanto l’Autorità portuale ha già comunicato che continuerà i lavori.