CHE EMOZIONE SENTIRE A SANREMO IL NOME DELL’IRIS, MA ORA RIAPRIAMO I CINEMA

«Emozionante per me e tutta la mia famiglia ascoltare il nome del nostro cinema a Sanremo, ma anche orgoglio per la città. Il messaggio lanciato al Festival è molto positivo. Lo scopo era quello di dire che da un anno il mondo dello spettacolo è fermo, con milioni di lavoratori a casa, ma non sarà per sempre».

Umberto Parlagreco, titolare del cinema Iris di Messina, commenta così la citazione del multisala a Sanremo. È successo durante l’omaggio al mondo del cinema da parte di Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino, che hanno ricordato i nomi delle sale italiane chiuse per sempre o in attesa di riaprire.

L’Iris è tra quelle che riapriranno. «Il 27 marzo – annuncia Parlagreco – se la situazione epidemiologica lo permetterà (ad oggi solo le zone gialle possono riaprire e Messina dovrebbe esserlo) apriremo. In realtà stiamo aspettando il 14 marzo, quando il Cts dirà si o no all’apertura dei cinema. In questo momento il 27 è più una data simbolica».

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Ma torniamo un attimo a quello che è successo ieri sera durante il Festival. Parlagreco ci ha raccontato la storia di questa vicenda.

«È stato un riconoscimento del lavoro che faccio da 12 anni a Messina, che non è così banale che vada oltre la città. L’Iris è stato scelto tra i cinema indipendenti in Italia. Lo sapevo già da qualche giorno, sono stato avvisato da Moris del Nuovo Cinema Mandrioli, in provincia di Bologna. Non potevo dirlo a nessuno perché non è detto che in diretta sarebbero riusciti a nominarci. È stata un’agonia arrivare a quell’ora, ma sono stato fortunato».

Una grande sorpresa per tutta la famiglia Parlagreco. «La più contenta è stata mia madre. Per noi questa citazione è stata una conferma del fatto che il lavoro che facciamo da anni ha effettivamente un riscontro. Messina, tra l’altro, non è una città in cui il cinema, al di là della pandemia, supera la media nazionale per presenze. Sarebbe stato più facile fare un supermercato nei locali dell’Iris, ma resistiamo perché siamo innamorati di questo lavoro».

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L’attività del multisala Iris è, infatti, una delle poche coraggiose che in Italia continuano a resistere nonostante le difficoltà della pandemia.

«Riapriremo ma dovremo arrangiarci con film di repertorio, che non è un grossissimo problema nel senso che io riesco a tirarlo fuori, bisogna vedere quanto costa. Possiamo accogliere il 25% del totale previsto in sala, con incassi decisamente minori. Il vero problema è quindi il costo dei film, che non mi possono far pagare come se l’ epidemia non ci fosse, come è successo quest’estate per alcuni film».

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