In un anno solo un mese e mezzo di attività e all’orizzonte nessuna possibilità di apertura immediata, il tutto senza aiuti dallo stato. E’ questo il drammatico riassunto della situazione di palestre e scuole di danza. Sembra quasi uno scherzo ma per i titolari di alcune delle attività sportive di Messina non lo è affatto.
Nel prossimo Dpcm, secondo alcune voci, dovevano essere previste le riaperture di queste strutture sportive, seppur con rigidi protocolli di sicurezza da rispettare, invece al contrario il via allo sport verrà rimandato ad aprile.
La situazione sembra essere drammatica. Per questo abbiamo ascoltato quattro rappresentanti di questo mondo a Messina, due titolari di palestre, Giulio Giannetto e Maurizio Pulitano e due titolari di scuole di danza, Mimma Cubeta e Mariangela Bonanno.
Mimma Cubeta Balletto dello Stretto.
Un’altra batosta quella di tenere chiuse le scuole di danza un altro mese. Un danno soprattutto per i bambini perché è nei luoghi di sport che loro trovano quel momento di svago, di amicizia. In più hanno tarpato le ali a tutti. Penso alle allieve che avrebbero potuto tentare le ammissioni in grandi teatri e passato l’anno non sarà così facile.
Una delle mie allieve prima del lockdown aveva fatto richiesta di ammissione alla London Contemporary Dance School. Sta facendo il corso, ma online. Questo è un fattore penalizzante, me ne accorgo anche io con i miei allievi. Le lezioni online sono solo un modo per stare vicini e tenersi in contatto con loro.
Siamo in attesa e per di più non arrivano nemmeno ristori. La mia non è un’associazione sportiva ma una ditta individuale, quindi non ho avuto così tanti aiuti.
La danza non è un’attività di contatto quindi questo accanimento verso le nostre attività non si spiega, visto anche che a Messina nelle nostre strutture contagi non ce ne sono stati. Certo l’apertura è sacrificante, perché bisogna sanificare e mantenere le norme di sicurezza.
Nonostante ciò io ho promesso ai bambini e ai ragazzi della mia scuola che appena ci sarà l’ok riapriremo immediatamente. Già riaprire a settembre è stato difficile e lo sarà ancora di più la prossima volta. Onestamente se lo facciamo sarà proprio perché lo vogliamo fare.
Maurizio Pulitano, No Stop Fitness.
Da ottobre quando abbiamo chiuso, ho detto ai miei collaboratori “riapriremo a settembre“, e così penso, purtroppo, anche oggi. Sono rassegnato a questo punto, perché purtroppo questo male ci ha debellati tutti e io la vedo nera, però non ho voce in capitolo e non so come reagire se non aspettando.
Non ho ricevuto ristori. Solo i collaboratori hanno percepito alcune mensilità. Non so come siano messe le altre palestre ma a me hanno rigettato la pratica come attività, perché percepivo l’indennità di informatore scientifico. Quindi secondo loro i soldi che già percepivo bastavano per sostenere tutta la struttura. Per andare avanti spero nell’aiuto dei padroni di casa della palestra.
Tra l’altro quando ripartirò sarà con grande difficoltà perché i miei clienti avranno la possibilità di riscattare gli abbonamenti che avevano già pagato e non utilizzato. Quindi ripartirò praticamente senza entrate, ma dovrò comunque pagare le utenze e il personale. Tra l’altro se va bene si ripartirà a ridosso dell’estate, quando molti sicuramente non ripartiranno subito.
Siamo rassegnati, abbattuti e depressi, ma io non mollo. Confido nel mio carattere e in ciò che ho creato, perché ho la fortuna di avere una buona clientela che fino ad ora mi ha sempre supportato.
Mariangela Bonanno, Studio danza.
Siamo chiusi dal mese di ottobre e non abbiamo mai riaperto. Questa situazione c’è solo in Italia. Ho allievi fuori, in paesi con contagi altissimi, le scuole di danza non hanno mai smesso di lavorare. Addirittura il mio allievo in Austria la scorsa settimana ha fatto una performance, mandata in streaming online.
La danza non si può fermare, è come la scuola, ha bisogno di allenamento costante, soprattutto nel corpo, sia per i professionisti che per i dilettanti. La danza dà elementi fisici e mentali, elasticità, salto, punte, che vanno allenati. Io continuo a fare lezioni online, ma non tutti partecipano, sono una minoranza per vari motivi, perché sono stanchi, perché non hanno più voglia di stare al computer.
Qui in Italia anche prima della pandemia la danza non è stata mai considerata. Abbiamo fatto proteste, a Roma e Milano. Le strutture sportive tra l’altro sono quelle che si sono impegnate di più per rispettare le regole, con aeratori, disinfettazione della sala ogni ora, ragazzi distanziati. Non capisco perché solo noi siamo in questa situazione.
I ristori sono un’altra nota dolente. Io da marzo non ho ricevuto un euro, tranne che i soldi del comune di Messina, di cui sono beneficiaria ma ancora non sono arrivati e un’altra somma dedicata alle scuole di danza con partita Iva. Le associazioni sportive hanno avuto dei piccoli ristori, ma nulla di sufficiente. Noi continuiamo a pagare affitti, utenze.
Sono ferma e aspetto, sperando che arrivino prima possibile. So che scuole di danza anche grosse stanno chiudendo. Non ci sono parole per descrivere la desolazione.
Giulio Giannetto, Palestra Lions.
Siamo combinati a tre tubi. La situazione è tragica perché si pensava all’apertura ad inizio marzo, ora è arrivata anche la notizia della proroga delle chiusure. Intanto noi continuiamo a sostenere le spese ordinarie come affitto e utenze. Io sono stato fortunato ad essere aiutato dal proprietario di casa del locale dove ho la palestra, ma non è per tutti così. Inoltre personalmente avevo fatto altri acquisti per la palestra prima di chiudere e dovrò sostenere anche questi.
Abbiamo aperto solo pochi mesi prima dell’estate, onestamente se c’è l’intenzione di farci riaprire anche quest’anno a maggio preferisco rimanere chiuso. Tra l’altro le strutture sportive devono, giustamente, sanificare gli ambienti, anche questa operazione implica tanti investimenti. Molti miei colleghi hanno già deciso di chiudere.
Anche sul versante contributi, siamo tutti in situazione drammatica: i miei collaboratori hanno ricevuto qualche aiuto ma io come titolare di palestra non ho ricevuto nulla.
Sono convinto che solo con l’avanzamento dei vaccini si potrà tornare alla normalità.