Marco Grassi.
A Messina, nel cuore dell’antico borgo San Leone, si trova l’ampia piazza Casa Pia che ospita dagli anni sessanta del secolo scorso la monumentale Porta di Mare dell’asburgica e vilipesa Real Cittadella della penisola di San Raineri. In origine, prima del terremoto del 1908, la piazza era dominata sul fronte occidentale dalla Casa Pia dei Poveri, un importante istituto di beneficienza borbonico, e dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria dell’Arco.
Con la ricostruzione fu mantenuta questa ampia piazza rettangolare adibita fino agli anni ottanta come mercato rionale, poi trasferito a Sant’Orsola. Nell’area un tempo occupata dall’istituto di beneficienza e dalla chiesa fu costruita la scuola Tommaso Aloisio Juvara ed un nuovo padiglione della Casa Pia. Tra i due nuovi corpi di fabbrica fu lasciato uno spazio di isolamento che verrà poi occupato dalla ricostruita porta della Cittadella, comunemente denominata come Porta Grazia.

Porta Grazia: le origini del nome.
Questo termine deriva da un antico luogo di culto nato nella zona falcata già nel 1576 in occasione di una terribile epidemia di peste. Questa chiesa, dedicata alla Madonna della Grazia, fu edificata in origine in legno accanto ad analoga effimera struttura che ospitava gli appestati con accanto anche un cimitero, ove seppellire le tante vittime. Finita la tremenda l’epidemia l’intera struttura fu data alle fiamme ad eccezione della piccola chiesa.
Su interessamento del nobile spagnolo Giovanni Mantiglia, che in quella epidemia aveva perso il suo unico figlio, fu edificata nel 1579 una chiesa in muratura e posto sull’altare maggiore un bel dipinto raffigurante la Madonna della Grazia con ai lati San Rocco e San Sebastiano, da sempre considerati protettori contro le epidemie. L’edificio religioso rimaneva accanto ai luoghi di sepoltura e così tanti messinesi visitavano questa chiesa in suffragio dei defunti ivi sepolti.
L’edificio rimase di patronato del Mantiglia che la lasciò ad un suo nipote sacerdote ed a sua volta questi la cedette all’Arciconfraternita del Rosario del convento di San Gerolamo. Nel 1620 vi si stabilì il nuovo ordine religioso dei Carmelitani Scalzi di Santa Teresa che in un primo momento avevano trovato ospitalità nella chiesa di San Paolino.
Nel 1681 per edificare la Real Cittadella la chiesa ed annesso convento della Madonna della Grazia fu demolito ed al suo posto eretta la monumentale porta che permetterà l’accesso da nord e quindi dal mare, mentre a sud sorgerà la Porta di terra che poteva essere utilizzata da chi proveniva dalla Città. A ricordo dell’antico luogo di culto il monumentale ingresso, realizzato dallo scultore messinese Domenico Biondo su progetto di Carlos Grunembergh, fu soprannominato Porta Grazia.
Il dipinto della Madonna della Grazia.
La venerata tavola della Vergine passerà con gli stessi Carmelitani Scalzi prima nella chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio al Ringo e poi in una nuova chiesa eretta nel Piano di Terranova con il sostegno di un mercante genovese appartenente alla famiglia Mantiglia. Anche questo nuovo edificio di culto sarà demolito nel 1718 per motivi militari, a causa della vicinanza alla Real Cittadella, ed allora i frati passarono nel loro convento di Sant’Alberto a Zaera, ove oggi sorge il Collereale.
L’antico dipinto non finì il suo pellegrinare in quanto nel 1729 venne eretta una nuova chiesa vicino a porta Real Basso, attuale piazza Vittoria, che dedicarono a Santa Flavia, sorella di San Placido, ma popolarmente chiamata la Graziella.
La Porta Grazia alla Real Cittadella.

La Porta Grazia è sicuramente l’elemento di maggiore pregio artistico della grande fortezza dalla pianta stellare con ben cinque muniti bastioni. La costruzione della Real Cittadella, i cui lavori di edificazione iniziarono il 22 Aprile 1680 per concludersi definitivamente il 31 Dicembre 1686, fu promossa dal viceré di Sicilia, lo spagnolo Francisco de Benavides y Davila Corella de Santisteban del Puerto, che diede incarico al grande architetto militare Carlos de Grunembergh.
Questa fortezza, gravemente mutilata nelle fasi di ricostruzione della città nel dopo 1908 per la realizzazione del molo Norimberga, della Stazione Marittima, di una strada di collegamento e di cantieri navali, era stata realizzata per migliorare le difese della città anche se da subito fu considerata erroneamente come risposta alla repressa rivolta antispagnola del 1674 – 1678. Questo atteggiamento rivolto dai messinesi alla monumentale fortezza spagnola, che incombeva sullo storico porto mamertino, era giustificato dal fatto che il Benavides appena giunto a Messina fu il ferreo attuatore della repressione spagnola.
Lo spostamento a piazza Casa Pia.
Porta Grazia, con parte della grande fortezza, era rimasta illesa dalle barbare demolizioni ma nel 1961 dovette soccombere anch’essa per l’ampliamento del cantiere navale Cassaro. L’artistico portale fu quindi smontato e rimontato impropriamente a piazza Casa Pia dove può essere ancora oggi ammirato in attesa di un suo ritorno alla zona falcata in occasione dei tanti auspicati lavori di recupero della grandiosa fortezza messinese.
L’artistico portale esprime nei massimi livelli il barocco siciliano con la brillante lavorazione della pietra. Caratteristici i tre grandi mascheroni apotropaici: quello al centro della volta con aspetto terrificante e quelli in marmo bianco dalla grande bocca che sostenevano un tempo le catene del ponte elevatoio.
Un importante monumento che, in attesa del suo dovuto trasferimento, merita grande attenzione e valorizzazione ma in questi anni ha subito solo abbandono e tanti graffiti che ne deturpano la bellezza.