SONO ALESSIA, HO 20 ANNI ED HO PRESO IL COVID

“Nessuno di noi è invincibile, contrariamente a ciò che pensano i giovani, posso garantirvi che nemmeno noi lo siamo”.  

Sono Alessia, ho 20 anni ed ho preso il Covid.

50 giorni passati in casa, zero contatti con il mondo esterno, solo le 4 mura della mia stanza a tenermi compagnia.

5 tamponi eseguiti, 150 pasti, inclusi quelli natalizi, consumati in solitudine lontana dai miei familiari, un’attesa infinita che ti logora dentro, il mondo esterno che seppur con timore va avanti ed una te ferma, immobile, ancorata al ricordo di ciò che avevi a cui forse non prestavi la giusta attenzione.

Nella mia sfortuna però, mi piace sempre ricordare a chi ogni giorno premurosamente si accerta che tutto vada per il meglio, sono e sono stata fortunata.

Dopotutto quella in cui ero “costretta a stare” era la mia casa, era il mio letto, quello su cui dormo da 20 anni, quello su cui ho riposato… Mi sarei potuta ritrovare lontana dai miei familiari, ma lontana davvero, rischiando anche di non rivederli mai più, come tanti in questo momento, ma per mia  fortuna non è stato così.

Il covid non è uno scherzo, non sottovalutatelo.

Il momento prima ti trovi libera e spensierata, in sella ad una motocicletta con il tuo ragazzo a rincorrere il brivido e la sregolatezza dei tuoi vent’anni, ti senti invincibile ed il momento dopo ti ritrovi con il fiato corto, la tosse che va e viene, la febbre ballerina che  oscilla tra i 37.5 e i 38.00, il fortissimo mal di testa che non ti da tregua, le energie ridotte al minimo, le mani che si screpolano per l’eccessiva quantità di gel igienizzante o ricoperte da escoriazioni cutanee dovute agli effetti dei medicinali per contrastare il virus

Ti ritrovi a convivere con l’ansia, con il timore di poter contagiare i tuoi familiari, con la paura che da un momento all’altro la tua saturazione possa precipitare ed inizi a realizzare che, seppur a vent’anni, nemmeno quella mascherina è riuscita a tenerti lontana da questo incubo.

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La verità è che non c’è un’età giusta per contrarre o sconfiggere il virus, non c’è una regola, non basta avere 20 anni per sconfiggerlo o 60 per essere spacciato, tutto è imprevedibile.

Io sono giovane lo so, tutti non hanno fatto altro che dirmelo, non avrei dovuto avere timore perché tutto per me sarebbe andato per il meglio, eppure ho visto i miei genitori, i miei amici, i miei parenti ed i miei affetti, anche più grandi di me, contrarre il virus e guarire prima di me…

Ho vissuto le loro attese per i risultati come fossero le mie, li ho incoraggiati e sostenuti nei momenti in cui i sintomi erano più forti ed ho gioito della loro guarigione, che puntualmente però, avveniva sempre prima della mia…

Mi sono ritrovata a rincorrere i giorni, contarli, vederli scorrere uno dopo l’altro;  prima 10, poi 20, poi 30 e così via, i risultati dei tamponi erano sempre positivi e penso che siano stati proprio quelli i momenti in cui ho realizzato che, nonostante la mia giovane età, fosse lecito avere paura.

Al cinquantesimo giorno del mio isolamento sono risultata finalmente negativa, travolta da una gioia che non è spiegabile nemmeno a parole, ma ho avuto tanta paura e ne ho tutt’ora.

Vedo, mio malgrado, l’incoscienza di tanti miei coetanei pronti a trasgredire tutte quelle che sono le regole che sono state dettate e create per noi, per tutti noi; per quella che è la nostra e la loro stessa salute e non nego che, attualmente, sia proprio questo a spaventarmi più di tutto…

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Quest’ignoranza, quest’incoscienza di cui tutti almeno una volta abbiamo peccato e di cui io stessa, in certi casi, ho peccato, in questa situazione…

Il Covid non è uno scherzo

Sento ancora dire che il covid non esiste, che tutta questa è una menzogna ed è proprio in questi casi che vorrei chiedere proprio a voi che state leggendo, giovani, adulti o qualsiasi cosa voi siate, se sia  davvero così necessario arrivare al punto di star male per capire che non è uno scherzo.

Mi chiedo: “perché noi esseri pensanti volti a protendere per il nostro esclusivo bene, talvolta  desideriamo invece il nostro male?”.

Ecco il perché del mio racconto; invitarvi tutti a riflettere e ragionare e se qualora le parole di una semplice ventenne non fossero bastate, allora io  vi auguro di non arrivare a viverlo mai il covid… Vi auguro di non arrivare mai a capire cosa significhi convivere con il senso di colpa per aver contagiato i vostri genitori e poi ricevere un giorno, la chiamata in lacrime di una vostra cara amica per la morte di un suo familiare che sarebbe potuto essere il vostro o persino voi.

Vi auguro di non ritrovarvi mai a fare “la caccia all’untore” per capire chi e come vi siate potuti contagiare,  per poi chiamare tutte le persone con cui siete entrati in contatto e sentire le loro voci agitate e  impaurite.

Vi auguro di non arrivare a vivere mai tutto questo, perché non serve viverlo per capirlo.

E’ tutta questione di buonsenso e vi prego, se ne avete, di usarlo.

Lascio ad ognuno di voi la facoltà di scegliere, dopo quanto avete letto, cosa sia giusto fare. Siamo gli artefici del nostro destino, ma ricordate sempre che non siamo invincibili.

 

 

 

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