sfilata anni 50/60

Il MADE IN ITALY COMPIE 70 ANNI: LA PRIMA SFILATA A FIRENZE NEL 1951

12 febbraio 1951, oggi ricorre uno degli anniversari più importanti della storia della moda italiana. A Firenze andò in scena la prima sfilata collettiva a cura di Giovanni Battista Giorgini. Il 2021 segna anche il 50esimo della scomparsa dell’imprenditore.

L’inizio dei defilè

Giorgini fu uno dei pionieri della moda italiana nel mondo, lo si può definire con il termine moderno di buyer.  A lui il merito di aver esportato negli States manufatti di artigianato italiano, come merletti e ceramiche. Il riscontro era più che positivo, così la sua mente protesa verso gli affari, pensò a qualcosa di nuovo: il lancio della creatività, della manifattura italiana attraverso una sfilata collettiva di sartoria. Poco prima scrisse a molte sartorie invitandole a partecipare, con i dettagli di data e luogo. Così nel febbraio del 1951 Giorgini nella sala da ballo di casa sua in via dei Serragli a Firenze, Villa Torrigiani, diede vita al First Italian High Fashion show, alla presenza di fashion editor internazionali di testate come Vogue e Harper’s Bazaar. Aderirono 13 case di moda italiane, di cui 9 di alta sartoria come le sorelle Fontana, Emilio Schubert, e 4 per la moda boutique tra cui Emilio Pucci. La manifestazione venne divisa in 2 giorni: il 12 febbraio dedicato alla presentazione di abiti da giorno, rest fashion ed accessori; il 14 febbraio per le proposte da sera. Proprio questi giorni segneranno la nascita e la considerazione del Made in Italy nel mondo.

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Le Carte vincenti del Made in Italy

Fu un vero successo, le creazioni italiane registrarono il sold out. La prima carta vincente fu inserire l’evento subito dopo le sfilate parigine, un modo per far proseguire ai compratori americani il loro viaggio, da Parigi a Firenze.  Ma il trionfo avvenne grazie alla presentazione di un prodotto diverso rispetto a ciò che si era visto in Francia e molto più vicino al modo di vivere americano, la cosiddetta moda boutique. Un vestire giornaliero, più semplice, informale, unito al raffinatezza ed al gusto decisamente riconoscibile della sartoria italiana. Ad un costo minore, si parla del 50% in meno, senza rinunciare all’alta qualità dei tessuti, delle cuciture tipiche delle confezioni del bel paese. E si deve ringraziare Giorgini per aver avuto, a quell’epoca, un’intuizione così geniale. Trasformò il Made in italy in un business. L’export, in un solo anno, passò dai 125 mila dollari del 1950 a 1.5 milioni del 1951. In più, nel decennio 50/60 l’esportazione di maglieria crebbe da 364mila a oltre 18 milioni di dollari e il settore delle calzature salì da 125mila dollari a più di 23 milioni. Tra i nomi da ricordare: Ferragamo, Gucci e Roberta di Camerino.

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Le altre sfilate proseguirono nella prestigiosa Sala Bianca di Palazzo Pitti, a partire dal 1952.

Le Iniziative

Il capoluogo toscano ebbe senza dubbio un ruolo fondamentale, fu la città dove si svolse il primo grande evento internazionale di moda italiana. E qui 70 anni dopo hanno il via le celebrazioni. Il caso ha voluto che quest’anno segnasse anche il 50esimo anniversario dalla scomparsa di Giorgini e la 100esima edizione di Pitti Uomo.

La prima iniziativa consiste in una conferenza internazionale, proprio in Villa Torrigiani, promossa dall’Archivio Giorgini insieme all’Università di Bologna e in collaborazione con Associazione Oma (Osservatorio dei Mestieri d’Arte), con docenti ed esperti collegati da vari paesi.

Il prossimo giugno, in occasione della fiera riservata alla moda uomo verrà, inoltre, presentata la prima biografia di Giorgini e realizzata una mostra.

 

Mariacristina La Rosa

Foto Pinterest

 

 

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