ZONE GIALLE: RIAPRIRE BAR E RISTORANTI ANCHE DI SERA. IL CTS CHIEDE PRUDENZA

Riaprire bar e ristoranti nelle zone gialle anche la sera: lo chiedono i Governi regionali e le categorie di lavoratori del settore. Sarà possibile nelle prossime settimane? Le autorità sanitarie nazionali consigliano di aspettare ancora.

La raccomandazione del Cts è quella di “mantenere la massima cautela“, per scongiurare un nuovo aumento smisurato dei contagi. Nonostante la maggior parte delle regioni d’Italia (alle quali da San Valentino potrebbe aggiungersi anche la Sicilia) siano ormai nella fascia di rischio più bassa, infatti, l’Rt a 0,84 preoccupa gli esperti del Comitato tecnico sanitario.

In più, in ben 4 regioni sono state istituite zone rosse locali o provinciali: tre Comuni in Abruzzo; il comune di Chiusi in Toscana; la provincia di Bolzano; una parte dell’Umbria.

In questa delicata situazione, in cui si inserisce l’appello della ristorazione e dei governi regionali per riaprire ristoranti e bar a cena, ci sono altri contesti che gli esperti stanno ancora tenendo sotto controllo. L’avvio della scuola in presenza, per conoscerne il reale impatto sul contagio dovranno passare ancora 14 giorni, e una possibile maggiore trasmissibilità del virus dovuta alle varianti.

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Sembra quindi che le cene al ristorante debbano ancora attendere. Al momento bar e ristoranti resteranno aperti, in zona gialla, solo fino alle 18.

Vaccini: si passa a insegnanti e forze dell’ordine.

Intanto sul fronte vaccini c’è un’importante novità. Con leggero anticipo rispetto ai tempi previsti, dopo gli operatori sanitari, a partire da martedì prossimo, verranno vaccinati anche insegnati e dipendenti delle forze dell’ordine.

Si tratta di due categorie che rientrano nella fascia a maggior rischio dopo gli operatori sanitari.

Sono in arrivo in Italia 249mila dosi del vaccino AstraZeneca. “Entro marzo potremo contare di aver vaccinato 7 milioni di Italiani” ha spiegato il Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri.

Salvo imprevisti, le fiale di vaccino antiCovid provenienti da Oxford, che per ora è consigliabile somministrare solo a coloro che non hanno più di 55 anni, saranno distribuite nei centri territoriali entro lunedì.

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L’appello di dializzati e trapiantati per essere inseriti nelle categorie a rischio.

Se da un lato la corsa ai vaccini sembra essere ripartita, dall’altro ci sono persone affette da gravi malattie che chiedono di essere inserite nelle categorie a rischio. L’Associazione nazionale emodializzati ha lanciato un appello, rilanciato anche a livello regionale in Sicilia, per inserire fra le categorie a rischio anche gli emodializzati e coloro che hanno subito trapianti di organi.

«Si inseriscano le persone che hanno subito un trapianto di organi e quelle sottoposte a dialisi all’interno delle categorie che avranno la priorità per la somministrazione del vaccino contro il Covid» si legge nella petizione.

Una richiesta trasmessa al Ministero della salute, maturata alla luce di dati preoccupanti. Secondo l’Associazione nazionale emodializzati, in tutto sarebbero oltre 100mila le persone che rischiano di essere duramente colpite dalla terza ondata di Covid-19, molte delle quali immunodepresse a causa delle terapie.

 

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