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Lo spettacolo deve continuare, ma a modo mio. Questa in sintesi la scelta del sindaco di Messina Cateno De Luca che ieri alle 23,59 ha strappato in diretta le sue dimissioni. “Non posso permettere – ha detto – che la città di Messina venga commissariata per molti mesi dal presidente della Regione Sicilia Musumeci, che – ha dichiarato il sindaco – aveva già pronto il nome del nuovo commissario.

THE SHOW MUST GO ON
Lo spettacolo dunque continua. E nella lunga diretta di ieri sera lo spettacolo non è mancato, un alternarsi di toni pacati e di toni duri soprattutto dalle 23, dopo l’interruzione della diretta. Parole forti, brindisi sarcastici al presidente della regione Musumeci, all’assessore alla salute Razza, alla deputazione nazionale e regionale, alle consorterie e ad una parte della città che voleva la fine della sindacatura De Luca. Ce n’è stato per tutti quando ormai era notte fonda, il colpo di teatro finale l’affissione di un cartello davanti alla sua porta con scritto “vietato l’ingresso agli asini volanti” ovvero a quella gran parte di componenti del consiglio comunale con la quale il sindaco è entrato più volte in contrasto in questi primi quasi due anni di sindacatura.
E ADESSO?
Oggi è il giorno dei commenti e delle riflessioni, in città ovviamente non si parla d’altro e oggi come ieri ci sono favorevoli e contrati. De Luca unisce e divide allo stesso tempo. IL gruppo consiliare di Ora Sicilia ha definito la serata di ieri come “il punto più basso di questa amministrazione.” Il capo gruppo di Sicilia Futura Piero La Tona ha scritto su Facebook “Il principe degli sberleffi e delle contumelie ha colpito ancora, resta da capire a chi giova questo pessimo spettacolo. Un riassunto approssimativo di una gestione ammnistrativa, che abbiamo peraltro in molte occasioni condiviso e spronato, ma che è servita a farci capire che l’attack ha, quello sì, un effetto irrevocabile.”
In conclusione la risposta del risveglio mattutino del sindaco “Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni. Avanti senza se e senza ma” Insomma non è cambiato proprio nulla.
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