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Le polemiche sulla presenza di pubblico al Teatro Ariston durante il Festival di Sanremo hanno acceso un dibattito senza fine. E’ di oggi anche la presa di posizione di Amadeus che si è detto pronto a lasciare il Festival se non verrà accontentato in quello che era un suo punto fermo del Festival 71 della cosiddetta rinascita, ovvero fare Sanremo davanti a degli spettatori, che sia pubblico vero o siano figuranti, proprio come negli studi televisivi Mediaset per intenderci. E per avere persone davanti a sè aveva proposto la soluzione dei figuranti.
E’ di oggi però lo stop a quest’ipotesi del ministro della cultura Dario Franceschini che lo ha escluso categoricamente. Intanto nel mondo dello spettacolo le polemiche non mancano, abbiamo chiesto ad alcuni addetti ai lavori di esprimersi in proposito.
CECILIA FOTI- CANTANTE DELLE GLORIUS
“E’ molto complesso rispondere a questa domanda. Da artista dico che non è bello cantare in un teatro vuoto, ma se penso alla situazione attuale dico che la legge deve essere uguale per tutti. Se Sanremo deve svolgersi in presenza apriamo tutti i teatri. Non è giusto che venga attenzionato solo l’evento che muove più economia in Italia. Ho letto che vogliono mettere al posto del pubblico dei figuranti, mi chiedo cosa cambia, i figuranti sono persone umane, anzi trovo sia ancora peggio. L’appassionato ha fame di cultura e di musica e paga per vederla, il figurante è lì per guadagnare un gettone. Quest’idea mi sembra una soluzione becera”.

ORAZIO MILORO- PRESIDENTE ENTE TEATRO DI MESSINA
“Sanremo è fatto da un pubblico meraviglioso, ma altrettanto meraviglioso è il pubblico del Vittorio Emanuele lontano dallo scorso marzo dal suo teatro. Dallo spettacolo più piccolo al Festival di Sanremo tutti devono rispettare le regole. A dicembre abbiamo mandato in streaming degli eventi, ci siamo attenuti ai regolamenti, e siamo stati ripagati da tantissimi contatti. Comprendo che in questo momento tutti siamo disorientati, ma chi amministra deve rispettare le regole, lo deve fare anche in segno di vicinanza verso tutti i medici e le persone che soffrono a causa del covid, non ultime le aziende ed i lavoratori penalizzati oltremodo da questa situazione. Non ci può essere un ragionamento per Sanremo ed uno diverso per gli altri spettacoli, non è giusto creare casi mediatici”.

CLAUDIO PRESTOPINO- ORGANIZZATORE DI EVENTI
«Penso che sia il teatro dell’assurdo, siamo in un momento in cui la maggior parte di noi si chiede se potrà ancora continuare l’attività alla ripresa, ci sono delle imprese che hanno perso il 100% del fatturato nell’ultimo anno. Questo momento è già di per sè drammatico. Da un lato siamo costretti ad assistere allo spettacolo indecoroso della politica di questi giorni e adesso anche alle reazioni del conduttore di Sanremo dopo il veto di Franceschini. Non dimentichiamoci che tra l’altro si parla di business, business che in questo momento a noi è precluso. Vogliono mettere in piedi uno spettacolo perché ci sono gli sponsor e le case discografiche che pressano, umiliando però tutti coloro che nel settore degli spettacoli e degli eventi sono fermi da mesi. Tra l’altro molte aziende, per qualche fatalità, non possono fruire dei ristori dati dal governo e quindi non sanno più nemmeno come andare avanti”.

LOREDANA POLIZZI MULTISALA APOLLO OPERATRICE CULTURALE
“Non ha senso fare Sanremo senza pubblico. Stanno rivoluzionando tutto quello che è il cinema ed il teatro. Penso che la maggior parte dell’Italia non sia d’accordo. Dal mio Punto di vista questo è un ennesimo attacco alla cultura. Per le altre attività c’è stata più morbidezza mentre noi siamo stati penalizzati. Se avessero deciso di fare Sanremo con il pubblico gli operatori avrebbero chiesto sicuramente perché Sanremo con il pubblico e noi siamo chiusi da mesi? Questo è il motivo principale per cui Franceschini ha messo il veto. Se avessero deciso di far riaprire cinema e teatri anche con il 30% di capienza avrebbero potuto fare Sanremo con il pubblico”.

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