C’è un amore viscerale e genuino, che accomuna gli abitanti di Messina ed è quello per lo Stretto. Questo amore si palesa tramite foto, racconti, ma anche attraverso la creazione di community Facebook, che raccolgono migliaia di appassionati: una di queste è “Lo Stretto di Messina Patrimonio dell’Umanità”.
Un gruppo, nato nel 2009 da un’idea dell’amico Mario Siracusa, con un obiettivo chiaro già dal titolo: far riconoscere lo Stretto tra i patrimoni dell’Unesco. A Me Style lo racconta l’attuale amministratrice, Antonella Di Pietro, la mediatrice delle centinaia di “storie” che ogni giorno vengono pubblicate al suo interno.
«Oggi il gruppo conta più di 8mila membri – ha raccontato Antonella – ed è anche diventato un punto di informazione su quello che succede in città e fuori. Lascio tutti molto liberi di pubblicare, verifico ovviamente se qualcuno segnala qualche commento o post che viola le norme. Il gruppo accoglie membri messinesi soprattutto, ma anche coloro che per lavoro o necessità vivono fuori».
Come è nata una community così grossa e attiva?
«Quando “Lo Stretto di Messina Patrimonio dell’Umanità” fu fondato i gruppi di Facebook funzionavano come le pagine di oggi: non si potevano aggiungere membri, ma si doveva chiedere il like. Malgrado tutto abbiamo raggiunto la quota di 7mila iscritti in poco tempo, perché molti erano d’accordo con il nostro discorso di proporre lo Stretto come patrimonio dell’Unesco. Nel 2012 Mario ha lasciato a me il gruppo e io l’ho ricreato perché Facebook lo ha “falciato” ed era rimasto senza foto e senza iscritti. L’ho ricreato perché credevo nell’obiettivo».
Tutto parte quindi dal sogno del riconoscimento del grande valore culturale e paesaggistico dello Stretto.
«Non solo patrimonio naturale e culturale, ma soprattutto paesaggio. Speravo tanto che il riconoscimento dall’Unesco potesse arrivare in porto con la Giunta Accorinti, in quanto proprio lui portava avanti questo genere di battaglie. Purtroppo quando Renato divenne Sindaco di fatto il nostro appello non è stato ascoltato.
Io spero comunque che questa proposta vada a buon fine, perché altri luoghi della Sicilia, come l’Etna o le isole Eolie hanno questo riconoscimento. Perché il nostro Stretto no? Non solo per la bellezza, anche per tutte le specie che vivono nello Stretto che vanno salvaguardate».
Cosa rende lo Stretto unico?
«Nella convenzione dell’Unesco si legge: “Paesaggi che rappresentano creazioni congiunte dell’uomo e della natura” che mi sembra che si possa ben applicare allo Stretto di Messina.
Lo Stretto è prezioso anche dal punto di vista culturale, ricordiamo tutti i miti e le leggende. Ma la cosa secondo me più bella è quando guardi il paesaggio dal Pilone e vedi l’incontro dello ionio e del Tirreno in un fantastico tripudio di colori che vanno dall’azzurro al blu scuro che si confondono tra l’acqua fredda del primo e calda del secondo mare».
Foto copertina di Pippo Russo.