RACCONTI DI DONNE: SILVIA BERRI, INFLUENCER E ICONA DI STILE

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Quando si parla di influencer l’opinione comune si concentra su un mondo fatto di ragazzine spesso improvvisate, che decidono di sfruttare la loro popolarità per il mero guadagno. Ma non sempre è così. E’ il caso di Silvia Berri, manager della comunicazione del CEI da trenta anni, laureata in Diritto internazionale, docente alla Sapienza di Roma. Dalla professionalità indiscussa e riconosciuta a livello internazionale, Silvia Berri è ambasciatrice del Made in Italy e ad un certo punto della sua vita decide di raccontarsi attraverso i social.  La sua più grande passione? La moda ovviamente, Instagram il canale che le permette di esprime al meglio il suo amore per lo stile italiano.

Il fenomeno delle fashion influencer ci porta istintivamente a pensare ad un mondo fatto di giovanissime, ma nella realtà non è così. Come nasce la voglia di mettersi in gioco in questo settore per una signora come Silvia Berri?

“Ho iniziato a usare Instagram per seguire le mie figlie- spiega Silvia- e ora questo canale è per me sia un piacere che un lavoro (sono finita ad usarlo più io di loro!).Il rapporto che si è creato con le mie followers mi porta ad amare ancora di più questo strumento, i commenti, le risposte mi appassionano tutti i giorni e tante volte riescono a motivarmi.

Per me la comunicazione è tutto, e questo non riguarda solo il mio lavoro. Saper comunicare vuol dire mettersi in contatto con altre persone, creare empatia, armonia e confronto, e non si sa mai cosa può nascere da un nuovo incontro. Per questo motivo ritengo i social uno strumento per arrivare ad altre persone in maniera diretta, mettendo in luce la vera Silvia, senza maschere: quella che vedete in ogni post e storia sono io, con i miei pregi, difetti, le mie passioni.

Sono orgogliosa e felice di essere diventata, con il passare del tempo e il crescere delle follower, un modello ispirazionale di vita, anche per le giovani donne che vogliono trovare il loro posto nel mondo, senza per forza dover rinunciare al lavoro o alla famiglia. Come dico sempre, si può fare tutto, con impegno, costanza e determinazione…”.

Come hanno reagito le tue figlie quando hai intrapreso questa avventura social?

“Le mie figlie non sono social come me. Osservano divertite questa mia avventura. Sorridono quando incontro per strada le follower che mi fermano e sono ammirate dal vedere che intorno ame in realtà ci sono bellissime persone, tante vite, tante storie”.

108mila follower su Instagram e tante collaborazioni con brand importanti, ma qual è lo stile Silvia Berri?

“Amo la moda, che interpreto a modo mio, vestire abiti belli, comodi, eleganti per creare combinazioni uniche sempre nuove tra i capi, promuovendo attraverso Instagram il Made in Italy, la ricerca della qualità e dell’artigianato italiano. Il mio motto: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma“.

Da poco anche il lancio di un profumo e di un rossetto che portano la tua firma, cosa ti ha spinto a fare questo passo e che riscontri hai avuto?

“Con alcune aziende da una semplice collaborazione, nasce una amicizia e una stima profonda e così sono nati i progetti del profumo, Silvia Berri Fragrance, con Rudy Profumi e del rossetto Miss Berry, con Tensei. È meraviglioso per me entrare nel cuore produttivo di queste aziende, imparare tutti i passaggi che rendono il Made in Italy davvero così unico come lo descriviamo e lo descrivono in tutto il mondo. I riscontri sono ottimi, anzi stiamo già programmando sviluppi futuri di prodotti e attività e per me è motivo di vero orgoglio”. 

L’esperienza di Dubai, da poco conclusa, come è stata e i motivi di questo viaggio? 

“Da sempre adoro girare il mondo per conoscere persone, culture, costumi, per poterli poi raccontare e farli miei. Dubai per me è una seconda casa. E’ stato un viaggio davvero breve, il tempo di chiudere accordi e studiare strategie con persone che là si occupano di aziende italiane e di nuovi sviluppi di mercato. Avevo organizzato da tempo il lancio del mio profumo e sono stata contenta di aver portato a termine gli accordi. Ho incontrato persone preparatissime e grandi professionisti, spesso formati qui in Italia, nelle nostre Università, che poi hanno fatto la scelta di vivere e lavorare in quei Paesi. E mi si è aperto un mondo di opportunità molto interessanti”.

 

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