MUSUMECI: “VOGLIAMO ESSERE UNA DELLE PRIME REGIONI A RIAPRIRE”

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Sono parole di incoraggiamento quelle del Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci alla conferenza stampa di questa mattina, anche se pronunciate in un momento che speravamo di non dover affrontare nuovamente, dopo il lockdown di primavera.

L’incontro trasmesso in diretta Facebook, è stato finalizzato a fare il punto della situazione economica in Sicilia, ma soprattutto a chiarire cosa accadrà nelle prossime due settimane. La Sicilia, infatti, da domenica 17 fino al 31 gennaio, sarà interamente zona rossa, con restrizioni ancora più severe rispetto a quelle riportate nel DPCM firmato ieri dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Maggiori restrizioni per ottenere maggiori risultati.

È stata firmata ieri l’Ordinanza del Presidente della Regione, che sancisce una nuova e maggiore stretta sulle regole da rispettare nei prossimi 15 giorni in Sicilia.

«Alla fine delle due settimane che ci aspettano – ha affermato il Presidente durante il suo intervento – vedremo quali saranno i risultati. Se non saranno soddisfacenti, adotteremo ulteriori misure di restrittive e prorogheremmo la zona rossa. Siamo in guerra, dobbiamo evitare che la gente muoia per questa malattia. Chi governa deve considerare quello che ritiene giusto, non utile».

«Oggi abbiamo la media di 2000 positivi al giorno con 1200 ricoverati circa – ha aggiunto l’Assessore alla Salute, Ruggero Razza. Dobbiamo proteggere il sistema sanitario, la zona rossa nasce per questo».

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Controlli sul territorio.

«Adesso serve la collaborazione dei cittadini – ha esortato il Presidente regionale – bisogna fare controlli sul territorio e sanzionare chi non rispetta la regole, in questo senso mi appello ai prefetti delle città. Tanti siciliani rispettano le regole ma una minoranza non lo fa, di fatto costringono tutti a enormi sacrifici sociale ed economici. Il mio appello in questo senso va anche ai sindaci».

Visite a parenti e amici.

Una delle restrizioni più rigide è sicuramente quella sulle visite agli amici. «Tra i fattori di contagio delle ultime settimane – ha spiegato Razza – ci sono anche i contatti intracomunitari, e soprattutto fra i giovani dalle riunioni tra amici. Permettere ai cittadini di andare a far visita agli amici sarebbe una mancanza di rispetto verso gli operatori economici che sono costretti a vedere contratta la propria attività. Dobbiamo garantire che i contagi diminuiscano realmente».

Scuole e chiese.

Un campo in cui non sono state previste ulteriori restrizioni rispetto al DPCM nazionale sono le scuole. Gli istituti riapriranno lunedì, per asili nido, scuola dell’infanzia, primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado.

«Abbiamo disposto gli screening necessari – ha spiegato l’Assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla. Ne risulta che non sono le scuole il focolaio d’infezione, quindi chiuderemo solo se il dato sui contagi non scenderà. Caso contrario, quando l’emergenza sarà rientrata e il Governo nazionale ce lo consentirà, siamo pronti a far ripartire, progressivamente anche il resto delle classi medie e le scuole superiori».

Oltre alle scuole, anche le chiese al momento rimangono aperte: «Non abbiamo ancora disposto ulteriori restrizioni – ha spiegato Musumeci. Richiamiamo i parroci alla responsabilità di non fare entrare in chiesa più persone di quanto non sia concesso dalle norme in vigore. Un’ottima alternativa per evitare assembramenti è l’utilizzo delle dirette Facebook anche per le funzioni».

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La situazione economica in Sicilia.

La conferenza stampa di questa mattina è stata un’opportunità per parlare anche dell’Accordo Stato-Regione sul ripiano del disavanzo finanziario.

«A Novembre 2019 il governo Musumeci aveva chiesto incontri al Governo nazionale per sistemare i conti non in ordine della regione – ha spiegato Musumeci. Più abbiamo chiesto a Conte di poter disporre dei fondi nazionali. Solo alla fine del 2020 è arrivata la risposta. Paghiamo responsabilità non nostre, adesso avremo delle disponibilità ne godrà chi verrà dopo».

«Abbiamo definito molti accordi con lo Stato – ha aggiunto Gaetano Armao, Vicepresidente della Regione siciliana. Con il decreto 158 del dicembre scorso abbiamo concluso un accordo che ha recepito il decreto sulla nuova contabilità in Sicilia, ed in particolare sono stati concessi 10 anni di tempo per spalmare il disavanzo di bilancio. I debiti della regione Sicilia ammontano a quasi 2 miliardi di euro».

Dopo gli ultimi incontri abbiamo ottenuto un primo risultato: il riconoscimento alla Sicilia di liberare 421 milioni di euro che potranno essere inseriti nel bilancio della Regione e utilizzati per le varie attività. Questi soldi non peseranno sul bilancio ed il debito della regione Sicilia potrà essere spalmato, come detto, in 10 anni. Entro febbraio – ha annunciato il Vicepresidente – sarà pronta la legge di bilancio».

 

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