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Proprio nel 2020, dopo diversi anni di pausa, per l’epifania era ritornato il 6 Gennaio a Bordonaro la tradizionale macchina festiva del Pagghiaro, ma oggi nell’antico casale non ci sarà nessuna competizione e festa attorno al grande albero della cuccagna a causa della grave epidemia di Covid che ci sta privando di tanti momenti aggregativi che fanno parte della nostra identità.
Il Pagghiaro di Bordonaro è un grande struttura effimera che imita un albero che ogni anno dal XI secolo si realizza nel giorno dell’Epifania, una tradizione millenaria che nasce grazie ai monaci di rito orientale che erano fortemente presenti nella vallata di Bordonaro.
Festa di ringraziamento, segno di vita nuova, la struttura si compone di un grande cono rovesciato realizzato dall’intreccio di rami di castagno di varia dimensione. La grande campana viene poi interamente di rivestita da rami verdi ed addobbata da ciambelle di pane azzimo, cotone, arance, limoni e tondi di cartone colorato. Il tutto viene issato su di un grande palo alto nove metri fissato al centro di piazza Semiramide, dove un tempo prospettava all’antica chiesa madre. L’allestimento viene completato dal posizionamento, in cima alla struttura, di una grande croce realizzata da due assi di legno con delle arance infilzate.
L’antico apparato festivo diventa poi nel primo pomeriggio del 6 Gennaio spazio competitivo dove una decina di ragazzi si sfidano arrampicandosi insieme sull’instabile struttura per raggiungere la cima e prendere la croce. Colui che arriverà per primo sarà il vincitore e riceverà in dono dei premi. Una competizione molto simile ai diffusi alberi della cuccagna ma nel caso di Bordonaro vi è ancora l’aspetto sacrale in quanto l’inizio della gara è segnato dalla benedizione dell’acqua, del Pagghiaro e di tutti i partecipanti da parte del parroco. La festa si conclude poi con l’esibizione del locale corpo bandistico, di gruppi folkloristici e lo sparo dei tradizionali fuochi pirotecnici ed in particolare con la pantomima del Cavadduzzu e dell’Omo Sabbaggio.
Quella del Pagghiaro è una tradizione che ci rimanda alla fondamentale presenza del monachesimo orientale e poi basiliano del territorio peloritano che vedeva della vallata di Bordonaro un importante avamposto grazie alla presenza del monastero del SS. Salvatore de Presbytero Scholario, dedicato dal 1446 a San Pantaleone. Questo cenobio monastico fu fondato a Bordonaro addirittura nell’VIII secolo per essere rifondato nel 1099 da sacerdote greco Scholario Graffeo. Da questo luogo si diffuse fortemente la devozione al santo medico orientale Pantaleone che è ancora oggi il patrono di Bordonaro insieme alla Madonna delle Grazie. Una devozione così fortemente radicata tanto che ancora oggi l’antica strada che conduce Messina a Bordonaro è chiamata del Santo.
A conferma del legame tra i monaci orientali ed il Pagghiaro a Massa San Giorgio un tempo si svolgeva un’analoga manifestazione qualche settimana dopo, in occasione della festività d Sant’Antonio Abate. Dinnanzi all’antica chiesa veniva montato il Pagghiareddu, struttura simile a quella di Bordonaro, e guarda caso vicino sorgeva un tempo il monastero di Santa Maria di Massa, fondato sempre nel XII secolo da Nicolò Graffeio fratello del presbitero Scolario di Bordonaro.
Marco Grassi

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