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Nonostante alcune regioni siano diventate gialle e dunque soggette a meno restrizioni (salvo le disposizioni dei sindaci) il governo nel consueto vertice settimanale di ieri ha fatto sapere che su alcuni punti non saranno previste concessioni.
Fra le principali disposizioni che si profilano: Ristoranti chiusi a Natale e Santo Stefano, “coprifuoco” alle 22 anche a Capodanno e la sera della vigilia, regioni blindate.
Basta questo a fare capire che il natale del covid sarà certamente triste, soprattutto dal punto di vista degli affetti. Del resto, lo aveva già anticipato ieri il ministro per gli affari regionali Boccia che eccezionalmente quest’anno far nascere Gesù bambino due ore prima, non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici edella gente che soffre.
Su queste linee sta lavorando il governo, ma nulla ancora è stato deciso. Un nuovo passaggio sarà fatto con il Cts e con le Regioni, oltre che dal governo stesso. La linea però sembra chiara: blindare il Natale, per limitare i rischi della terza ondata.
Sulla scuola ancora nessuna decisione certa, ma lunghe discussioni e tante incertezze. Dal blocco dei passaggi da una regione all’altra potrebbero essere esclusi chi abbia il domicilio in una regione diversa da quella di residenza o per alcuni casi di ricongiungimento familiare.
Altri vertici sono in programma in questo fine settimana, mentre nella prossima si delineeranno regole che saranno introdotte nel periodo natalizio quando si prevede che l’Italia intera potrebbe tornare ad essere zona gialla.
Al momento il governo dovrebbe varare un unico DPCM valido anche per il periodo natalizio a partire dal 4 dicembre, ma come sempre, su contenuti, dettagli, allentamenti e restrizioni l’ultima parola spetterà “ai contagi” .
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