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Uno “scivolone” troppo grosso quello fatto dal Commissario ad acta alla sanità calabrese Saverio Cotticelli che, impreparato sull’emergenza sanitaria Covid-19 e sulle “zone rosse” in cui è rientrata la Calabria, gli è costato l’incarico.
L’ex generale dei carabinieri in pensione, intervistato sul piano Covid in Calabria, ha dichiarato al giornalista della trasmissione “Titolo Quinto” andata in onda venerdì sera su Rai Tre, che “era compito della Regione Calabria, tanto che ho anche chiesto al Ministero della Salute di risolvere il quesito su chi avesse il titolo per farlo”.
Una affermazione ritrattata poco dopo l’essere stato messo all’angolo dal cronista, con una frase per nulla riparatoria: “Oh! Avrei dovuto farlo io, già a giugno scorso. Domani mattina mi cacceranno per questo”.
Detto, fatto.
Immediato l’intervento del premier Giuseppe Conte che, non ci pensa due volte e manda a casa il Commissario che avrebbe dovuto risanare lo status della sanità di una Regione messa ora a dura prova anche dalla pandemia del Coronavirus.
“Il commissario per la sanità in Calabria Saverio Cotticelli va sostituito con effetto Immediato. Anche se il processo di nomina del nuovo commissario prevede un percorso molto articolato, voglio firmare il decreto già nelle prossime ore: i calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità” – conclude il presidente.
Finisce così l’era Cotticelli che, senza batter ciglio, ha rassegnato le attese dimissioni.
Ma le dichiarazioni dell’ex Commissario sono troppo pesanti e quello emerso durante l’intervista, è inaccettabile per il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e il presidente f.f della Regione Calabria Nino Spirlì.
“Uno spettacolo indegno. Il commissario ha chiesto ad un usciere quanti posti di terapia intensiva attivi ci fossero in Calabria. Assurdo. Si spiegano (anche) cosi tutte le omissioni di questi mesi” – scrive il sindaco Falcomatà -. La Calabria deve uscire subito dalla zona rossa. I medici in questi mesi, hanno fatto un lavoro encomiabile. Non posso dire lo stesso di chi doveva organizzare la sanità calabrese. Ora il Governo attivi subito posti di terapia intensiva, assunzioni e residenze Covid”.
In un post su Facebook, il presidente Spirlì parla di “ammissione di responsabilità del Commissario di governo alla Sanità della Calabria, Generale Cotticelli che ha dichiarato di non avere un piano Covid. E il ministro Speranza non ha controllato. Gliel’ho chiesto continuamente di non prorogare il commissariamento della sanità calabrese, proponendo una gestione condivisa per sei mesi e, poi, la restituzione della gestione ai calabresi. Errori su errori in un settore delicato e che avrebbe meritato maggiore attenzione da chi doveva gestire la sfida impegnativa della sanità.”
La Calabria sperava nella diligenza del buon padre di famiglia nel governo della salute del cittadino e in questo Commissariamento attendeva ciò che gli è costituzionalmente dovuto: una buona sanità. Mera e miope illusione.
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