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Lo hanno definito l’eterno ragazzo, leggero, allegro, vitale, mai domo nonostante una malattia soprattutto negli ultimi anni lo avesse costretto a qualche momento di stop. Nell’ultima settimana il coronavirus lo ha portato via.
L’annuncio è arrivato ieri sera, a darlo per primo Bobo Craxi e i suoi amici di sempre, i Pooh, Roby Facchinetti, Dody Battaglia, Red Canzian.
Era amatissimo Stefano, era “l’anima pensante del gruppo”, il manager, quello che vigilava sui conti, sugli accordi che regolavano la vita della band tra dischi, concerti e promozione.
Grazie a lui la batteria è divenuta uno strumento importante nel percorso musicale dei Pooh. Era paroliere, strumentista (suonava anche il flauto) ma era anche una persona molto gioviale, simpatico, creativo e di compagnia.

LA MUSICA E’ SEMPRE STATA LA SUA VITA
Romano, inizia ad accostarsi alla musica nei primi anni 70. La svolta nel 71. In quell’anno il “quinto Pooh” Valerio Negrini decide di seguire il gruppo solo attraverso la scrittura delle canzoni e Stefano entra nella band come batterista, autore e cantante.
Iniziano gli anni d’oro del più grande complesso italiano, i successi più belli, quelli che ancora oggi fanno parte dei nostri migliori anni “Piccola Ketty”, “Parsiphal”, “Pensiero” un successo che non viene scalfito neppure dall’addio di Riccardo Fogli che decide di provare la carriera da solista.
I Pooh continuano a macinare successi, uno dietro e l’altro e Stefano è sempre lì, incollato alla sua batteria, energico e vitale.
Il momento più alto la vittoria del Festival di Sanremo nel 1990 con “Uomini Soli”, ma la storia dei Pooh è soprattutto quella dei “live”, di quei concerti straordinari, iper tecnologici, ma sempre pieni di musica. E Stefano era quello che di questi live, prima di ogni tour voleva sapere ogni particolare.
LE SUE CANZONI
Impossibile citarle tutte. Fra le più belle la mia donna, stella del sud, amore e dintorni, goodbye, forse natale, Giulia si sposa, stare senza di te e arrivi tu.
Ha fatto parte dei Pooh dal 1971 al 2009, poi si è dedicato ad altri progetti fra cui il musical riscuotendo un personale successo con la versione italiana di Mamma Mia. Rientra nei Pooh fra il 2015 e 2016 per le celebrazioni del cinquantennale del gruppo. A marzo su invito di Roby Facchinetti che aveva composto le musiche, scrive le toccanti parole di “Rinascerò rinascerai” dedicata alla città di Bergamo duramente colpita dalla pandemia. (della quale vi proponiamo il video) poi altri brani sempre per l’amico Roby nel suo ultimo “Inseguendo la mia musica live”. Sono state queste le sue ultime opere.
IL RICORDO DI UNA FAN “Stefano non lo vedevi mai dopo un concerto” Dice Antonella Riggio fan del “maestro” Roby Facchinetti e dei Pooh dei quali ha visto centinaia di concerti. “Sotto questo aspetto era un po’ più schivo rispetto agli altri, ma era una persona straordinaria. Insieme ai Pooh era un corpo e un’anima, ognuno aveva un compito e con un ruolo. Il suo solo dall’esterno poteva essere meno evidente, ma all’interno del gruppo aveva un grande ruolo. Sul mio profilo ho postato la lettera, quella in cui dice Io scendo qui” dove ringrazia i suoi compagnia di vita e di arte. Letta oggi mi rende ancora più triste.
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