[cmsmasters_row][cmsmasters_column data_width=”1/1″][cmsmasters_text]
Non ci stanno i commercianti, i titolari di palestre, di centri di danza, baristi, ristoratori, titolari di partite Iva, non ci stanno ad attendere gli aiuti del governo che non possono sopperire ai mancati incassi di questo periodo. Non ci stanno e ieri sera in Piazza Unione Europea hanno fatto sentire la loro voce.
Prima in modo pacato, poi anche con qualche intervento più duro, ed alla fine scatta la decisione forte: stasera per protesta attività aperte fino alle 23. Un’apertura simbolica certo, ma un segnale chiaro per dire “non ci potete lasciare al nostro destino, questi non sono interventi, questi non sono un…”
Erano in tanti ieri a farsi sentire davanti alla casa municipale, tanti, ordinati, tutti con le mascherine a scandire slogan ad accendere luci (quello dello smartphone) per non perdere la propria luce, quella del proprio lavoro, della propria attività.
Tanta la rabbia da parte di chi in questi mesi ha speso fior di soldi per adeguare le proprie attività e adesso vede il suo futuro, anzi il suo presente fortemente a rischio.
Sulle scale gli interventi spontanei dei rappresentanti di numerose categorie, le frasi erano un coro unico. “Noi ci siamo adeguati, abbiamo sopportato spese ingentissime per osservare i vostri DPCM e voi cosa avete fatto? Cosa avete fatto per adeguare i trasporti? Per adeguare l’organizzazione del sistema sanitario? Nulla!”
Rabbia ma anche sconforto fra i manifestanti, lo spettro di un nuovo lockdown anche in Italia è un fantasma che rischia di materializzarsi.

A margine si è registrato anche un episodio. Per diversi minuti è mancata la luce in Piazza, ma la folla è rimasta ordinata, ha chiesto solo a gran voce al sindaco di Messina Cateno De Luca (impegnato con la sua diretta) di poter riaccendere la luce in Piazza Municipio, almeno quella, prima che le altre si spengano del tutto.
[/cmsmasters_text][/cmsmasters_column][/cmsmasters_row]