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È un clima di desolazione e malcontento quello che ha concluso la manifestazione #AlziamoLaTesta, durante la quale cittadini e imprenditori sono scesi in piazza contro i nuovi provvedimenti anti covid che sta per varare il governo italiano. In piazza anche il Sindaco De Luca che ha invitato i cittadini alla disobbedienza della nuova Ordinanza firmata oggi dal presidente della regione siciliana Nello Musumeci, guidando un corteo improvvisato, con destinazione il palazzo della Prefettura.
A spegnere le speranze dei cittadini i contenuti di una bozza del nuovo pesantissimo DPCM che il Governo nazionale pubblicherà nelle prossime ore, con provvedimenti che si annunciano ancora più restrittivi: ristoranti, bar, pub e pasticcerie chiuse la domenica e i festivi e con limite d’orario alle 18 negli altri giorni, niente concorsi, chiusi anche cinema e teatri, niente banchetti dopo le cerimonie religiose.
A seguito della riunione, alla quale erano presenti alcuni delegati delle associazioni di categoria, questo è quello che è scaturito: «Siamo venuti a conoscenza che le nostre aziende probabilmente dovranno chiudere alle 18 – ha affermato Alberto Palella della Confesercenti – il Prefetto era consapevole delle difficoltà delle nostre imprese e ci è stato chiesto di tenere duro. Siamo in guerra e ce la dobbiamo fare. Ora l’obiettivo è fare arrivare le risorse, il prima possibile. Il Sindaco, dalla sua parte, cercherà di riproporre quanto fatto durante il lockdown, se riuscirà a recuperare i soldi dei buoni. Ci sarà una riunione insieme alla Giunta a seguito della quale verranno chiariti i prossimi step: noi non ci arrendiamo».
Di fronte al clima di desolazione Daniele Zuccarello ha proposto una “marcia verso Roma, inutile essere moderati, serve una mobilitazione nazionale per fermare l’Italia”.
#AlziamoLaTesta
Il gruppo di manifestanti, coordinato dal Comitato di Mobilitazione “Imprese per Messina” e da associazioni di categoria, si è radunato a piazza Unione Europea oggi pomeriggio, con l’intento di protestare contro le azioni messe in campo dal Governo, “che stanno abbandonando le Imprese, le Aziende e gli Autonomi, lasciandole morire lentamente”.
Nelle ultime ore ad aggiungere rabbia e sconforto tra commercianti, ristoratori, operatori del settore turistico, ma anche semplici cittadini, si è aggiunta l’Ordinanza del Presidente della Regione Musumeci, che ha disposto, fra altri provvedimenti, anche il coprifuoco alle 23, che ha scatenato le ire dei manifestanti.,
È soprattutto questo ultimo provvedimento che ha contestato il Sindaco chiamato a parlare alla piazza: «Non posso che chiedervi scusa per questi provvedimenti ideati dal del “partito del 27”. Musumeci ti devi vergognare. Dove sono andati a finire gli aiuti promessi alle imprese? Dove sono finiti i soldi che abbiamo dato ai messinesi con i buoni, durante il lockdown? Disattendiamo tutti l’ordinanza di Musumeci e vediamo che succede. Se tutti lo facciamo io ci sono e così si passa ai fatti. Musumeci venga a Messina».
Presente in piazza anche l’Onorevole Matilde Siracusano: «Rappresentiamo coloro che sono stati penalizzati e ancora più saranno penalizzati dalle nuove ordinanze».
LA VOCE DEI MANIFESTANTI
«Dobbiamo sottostare a regole paradossali – hanno affermato i manifestanti – che valgono solo la sera. Il virus sugli autobus, i treni, gli aerei è assente? Fino a un mese fa avevamo bonus vacanze, bonus matrimonio, ora non possiamo fare più nulla».
Tra la rabbia e la necessità di far sentire la voce dei più deboli, di quelli più colpiti dai provvedimenti governativi delle ultime settimane, una precisazione: «Non siamo negazionisti, il virus esiste, ma ci dobbiamo convivere. Negli scorsi mesi il Governo ha preso varie scelte e ora noi ne paghiamo le conseguenze. La gente muore di fame e ruba negli appartamenti, i ristoratori chiedono aiuto agli usurai. Ora basta».
IL PARERE DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Alla manifestazione hanno partecipato anche alcune associazioni di categoria tra cui Confcommercio, Confesercenti e la Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
«Sono stati promessi aiuti che non sono arrivati né dallo Stato né dalla Regione – ha affermato Alberto Palella della Confesercenti: è arrivata l’elemosina a giugno, che qualche fortunato ha ricevuto. Le aziende sono indebitate e un nuovo lockdown potrebbe essere la fine. Molti dipendenti, in più, aspettano ancora la cassa integrazione di luglio. Se non ci saranno aiuti siamo disposti di spostarci a Roma, con lo sciopero della fame di fronte a Palazzo Chigi».
«È un momento complicato per l’economia – ha spiegato Carmelo Picciotto, di Confcommercio. Ben 11 Presidenti delle associazioni sono in piazza, per dire al Governo che ci vogliono interventi per evitare il tracollo del sistema e dell’Italia di conseguenza. Lo Stato si regge sulla resilienza delle piccole e medie imprese, che pagano tanti stipendi e tante tasse. È importante che Conte metta mano al portafogli».
E adesso, dopo gli imminenti provvedimenti, si aspetta proprio questo: Il governo deve sostenere le categorie che in questo momento stanno pagando più di tutti i nuovi drastici provvedimenti.
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