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Da stasera a Milano scatta il “coprifuoco” imposto dalle istituzioni lombarde che dalle 23 alle 5 del mattino bloccano la circolazione delle persone se non per motivi strettamente necessari e motivati.
Ma in queste ore la paura dei milanesi è il rischio di nuovo lockdown. Questo incomberebbe anche su Napoli, Genova e Roma, città dove il controllo dei contagi -secondo le autorità sanitarie- sarebbe fuori controllo. Da più parti si torna a parlare della chiusura delle cosiddette attività non essenziali ed al blocco degli spostamento a livello locale.
Palazzo Chigi, non prende ancora una decisione, ma dopo le parole di ieri di Conte si evince che il premier deciderà “passo dopo passo”. Insomma, comandano i contagi e soprattutto le terapie intensive.
Milano con Rt a 2,35: inevitabile il lockdown “Per Antonio Giampiero Russo, responsabile Epidemiologia dell’Agenzia di tutela della salute del capoluogo lombardo, il prossimo passo è quello di uno stop di due settimane “proseguendo con eventuali altri brevi lockdown a ‘fisarmonica’”. Secondo l’esperto il blocco totale “è inevitabile con un Rt a 2,35. Le restrizioni potrebbero durare per un tempo minore.
Stando alle dichiarazioni delle autorità sanitarie, in questo momento la libera circolazione dei cittadini nelle grandi città potrebbe subire delle restrizioni, ma i cittadini e gli imprenditori non ci stanno, e sostengono che i provvedimenti -e di ben altro genere – dovevano essere intrapresi prima.

Francesco Antonuccio, titolare di della Tasteria a Milano ed a Messina non ritiene che in questo momento le responsabilità maggiori nel capoluogo milanese siano dei cittadini ma quanto delle istituzioni. “Si doveva intervenire sui trasporti incrementandoli, colmare ove c’erano le criticità, intervenire sul sistema sanitario per non trovarsi di nuovo in una situazione preoccupante come adesso. Fra l’altro se in Italia – ha aggiunto Antonuccio- il tasso di mortalità da Covid19 è più alto rispetto ad altri paesi che hanno un numero di contagi superiore al nostro, in questi mesi delle ricerche sarebbero state opportune. Quanto agli assembramenti questi si creano principalmente fuori dai locali, non si può colpire per questo la categoria degli imprenditori, bisognava controllare prima affinchè non si verificassero. Dov’erano i controlli a settembre? Non è giusto penalizzare la nostra categoria imponendo le chiusure anticipate, le responsabilità sono altrove, questo stop alle 23 non serve a bloccare i contagi se non prima si interviene radicalmente in altri settori.

Sulla stessa linea anche Eleonora Curreri, avvocato messinese da anni residente Milano “Il cosiddetto coprifuoco -bruttissima espressione- lo ritengo un provvedimento senza senso per la città di Milano, molte persone finiscono di lavorare tra le 20 e le 21, tutto queste preclude la possibilità di fermarsi fuori non essendoci il tempo materiale per fare alcunché. Il problema di Milano sono i trasporti. I mezzi negli orari di punta sono pieni, inoltre, già da un mese è stato tolto il distanziamento sociale, pura follia. La questione della movida si risolve nel momento stesso in cui la somministrazione degli alcolici soltanto ai tavoli, sabato scorso infatti i navigli alle 23 erano già vuoti. Pertanto, questo provvedimento mi sembra soltanto un tappabuchi alle misure che sarebbero state necessarie già un mese fa. La classe politica lombarda è recidiva, non ha imparato nulla dagli errori passati. Milan l’è un gran Milan solo quando tutto va bene, quando girano milioni di quattrini, si fattura e non ci sono emergenze sanitarie da gestire.
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