Su disposizione del governo lo scorso 1 ottobre si è conclusa l’erogazione del Reddito di Cittadinanza per le famiglie che percepivano il sussidio da 18 mesi, entro la fine del 2020 dovrebbe essere sospeso ad un altro 54% circa degli altri beneficiari, in buona parte residenti nelle regioni meridionali.
In ogni caso i richiedenti potranno chiedere il rinnovo presentando domanda entro il mese di ottobre, in modo da non avere interruzioni e poter continuare a ricevere il reddito di cittadinanza già dal prossimo novembre.
Ovviamente dovranno essere rispettati i parametri di legge, primi fra tutti quelli legati al patrimonio. L’ISEE deve essere inferiore a 9360 euro, il patrimonio mobiliare non deve superare i 6000 euro, quello immobiliare diverso dall’abitazione non può superare i 30.000 euro.
Quanto al lavoro ed al ritorno all’occupazione il Governo introdurrà una norma e cioè non si potranno rifiutare fino a due offerte di lavoro se lontane da casa, come invece previsto nei 18 mesi.
Chi otterrà il reddito, se ce ne sarà necessità, dovrà anche lavorare fino ad otto ore a settimana nel proprio comune di residenza, ovviamente in mansioni in linea con il percettore del sussidio.
Questi obblighi non sono previsti per le persone ritenute più fragili, chi ha una disabilità o ha a carico persone disabili o non autosufficienti o bambini, chi frequenta corsi di formazione egli over 65.
Il provvedimento del governo ha gettato nello scompiglio numerose persone che da tempo vivono con il reddito di cittadinanza. Per evitare lo scoppio di autentiche “bombe sociali” i CAF di tante si sono già organizzati per sostenere i cittadini nel riottenimento del reddito.