[cmsmasters_row data_shortcode_id=”ut8k2y7m8l” data_padding_bottom_mobile_v=”0″ data_padding_top_mobile_v=”0″ data_padding_bottom_mobile_h=”0″ data_padding_top_mobile_h=”0″ data_padding_bottom_tablet=”0″ data_padding_top_tablet=”0″ data_padding_bottom_laptop=”0″ data_padding_top_laptop=”0″ data_padding_bottom_large=”0″ data_padding_top_large=”0″ data_padding_bottom=”50″ data_padding_top=”0″ data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center” data_color=”default” data_bot_style=”default” data_top_style=”default” data_padding_right=”3″ data_padding_left=”3″ data_width=”boxed”][cmsmasters_column data_width=”1/2″ data_shortcode_id=”hy7tfz6q7″ data_animation_delay=”0″ data_border_style=”default” data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center”][cmsmasters_text shortcode_id=”oe42bqmxla” animation_delay=”0″]
Lì dove lo Stretto è più stretto, dove il mito di Scilla e Cariddi si intreccia col paesaggio mozzafiato e un mare cristallino. Lì, più che in ogni altro luogo, i messinesi amano trascorrere le loro giornate in spiaggia: al Pilone di Torre Faro
Luogo di incontro e di “cuttigghio”, di bagni lampo perché “l’acqua è fredda, non ce la faccio”, oppure di magnifiche nuotate controcorrente “così tonifico le cosce”. Terra di scambio di creme solari e cornetti Algida, di sguardi ammiccanti con il palestrato armato di costumino fluo e olio Johnson che passeggia in riva al mare con l’amico, quasi sempre sfigato. Posto in cui magicamente confluiscono tutti i lati b più alti e sodi della città da far impallidire Jennifer Lopez.
Questo è da sempre nell’immaginario collettivo dei messinesi il Pilone, la spiaggia per antonomasia, regina incontrastata delle spiagge.
[/cmsmasters_text][/cmsmasters_column][cmsmasters_column data_width=”1/2″ data_shortcode_id=”a80c0s4c1e”][/cmsmasters_column][/cmsmasters_row][cmsmasters_row data_shortcode_id=”vsyo9w51rs” data_padding_bottom_mobile_v=”0″ data_padding_top_mobile_v=”0″ data_padding_bottom_mobile_h=”0″ data_padding_top_mobile_h=”0″ data_padding_bottom_tablet=”0″ data_padding_top_tablet=”0″ data_padding_bottom_laptop=”0″ data_padding_top_laptop=”0″ data_padding_bottom_large=”0″ data_padding_top_large=”0″ data_padding_bottom=”50″ data_padding_top=”0″ data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center” data_color=”default” data_bot_style=”default” data_top_style=”default” data_padding_right=”3″ data_padding_left=”3″ data_width=”boxed”][cmsmasters_column data_width=”1/1″ data_shortcode_id=”650wtdhbfc” data_animation_delay=”0″ data_border_style=”default” data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center”][cmsmasters_text shortcode_id=”vhipkhwcef” animation_delay=”0″]
IERI…
Un tempo c’era il mitico 8 dell’Atm che “scaricava” i giovani in loco e poi il nulla. Solo sabbia, cielo e mare, oltre a lui, il mitico Pilone che svettava fiero, testimone solitario di amori che sbocciavano e altri che finivano per un’occhiata di troppo a quella tipa col costume rosso, arbitro di interminabili partite di pallavolo, perché allora non si usava dire beach volley.
Lui, l’ex traliccio dell’energia elettrica, diventato icona di messinesità, ha visto crescere intere generazioni.
[/cmsmasters_text][/cmsmasters_column][/cmsmasters_row][cmsmasters_row data_shortcode_id=”7v2ozzbjjb” data_padding_bottom_mobile_v=”0″ data_padding_top_mobile_v=”0″ data_padding_bottom_mobile_h=”0″ data_padding_top_mobile_h=”0″ data_padding_bottom_tablet=”0″ data_padding_top_tablet=”0″ data_padding_bottom_laptop=”0″ data_padding_top_laptop=”0″ data_padding_bottom_large=”0″ data_padding_top_large=”0″ data_padding_bottom=”50″ data_padding_top=”0″ data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center” data_color=”default” data_bot_style=”default” data_top_style=”default” data_padding_right=”3″ data_padding_left=”3″ data_width=”boxed”][cmsmasters_column data_width=”1/1″ data_shortcode_id=”q3zxdxuf9″ data_animation_delay=”0″ data_border_style=”default” data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center”][cmsmasters_text shortcode_id=”08ihjih21″ animation_delay=”0″]
OGGI…
Oggi lo stato dei luoghi è decisamente cambiato. La spiaggia si è ristretta e l’8 è andato in pensione. I lidi balneari rendono l’offerta variegata anche per i turisti, o per quelli che da Messina se ne sono andati anni fa, ma che quando tornano per le vacanze non dimenticano il Pilone.
Non è estate senza passare da qua, insomma. Un lettino e un ombrellone per i comodisti, con tutti i servizi annessi, la spiaggia libera, invece, per chi ama il contatto con la natura.
E poi c’è sempre quell’angolo di paradiso dove rifugiarsi quando il sole cala e lo stomaco chiama. Un panino con le braciole e “mezza birra” ed è fatta. Quando arriva il tramonto, la spiaggia si spopola e ti ritrovi immerso in uno dei luoghi più suggestivi al mondo speri che quel panino non finisca più e capisci che la felicità in fondo è qui, al Pilone.
[/cmsmasters_text][/cmsmasters_column][/cmsmasters_row]